Originariamente Scritto da
Nicheja
Innanzitutto una precisazione: quando parlo di Propaganda, mi riferisco alla propaganda assimilazionista coloniale italiana.
Il Vespro Siciliano fu una rivoluzione, forse il momento più alto della Civilità Siciliana, come molti commentatori anche "insospettabili" hanno sottolineato. Esplose il 31 (o il 30, secondo altre fonti) marzo 1282, lunedì di Pasqua, sul sagrato della Chiesa di S.Orsola in Palermo (dove ogni anno in quella data l'FNS ricorda la Rivoluzione e i suoi caduti). La Propaganda a riguardo di quella Rivoluzione ha messo in giro tante menzogne: che nacque per una questione di molestie ad una sposina da parte di un soldato angioino (cosa anche possibile, come "casus beli", come "goccia che fece traboccare il vaso", ma di certo non ne fu la motivazione), che vide la nascita della parola MAFIA come acronimo di "Morte Ai Francesi Italia Anela" (solo che all'epoca non esiteva il concetto politico di "Italia" né tantomeno si usava la lingua "Italiana" ma bensì quella Siciliana, e quella Francese - la parola toscana "maffia" arrivò in Sicilia portata da un funzionario piemontese), che fu una rivolta razzista contro i francesi (mentre fu una rivoluzione contro gli Angiò, sostenuta anche da tantissimi siciliani francofoni), che il suo motto ANTUDO sarebbe l'acronimo (e dagli co' 'sti acronimi!) di "ANimus TUus DOminus", quando invece (ad ulteriore conferma riguardo la francofonia di molti siciliani dell'epoca, cosa confermata da molti cognomi) è l'equivalente medievale del francese contemporaneo ENTENDU, "ci siamo intesi", cosa che peralto ne conferma il dato di rivoluzione condotta anche segretamente (con la regia di uomini come Gualtiero di Caltagirone e Alaimo di Lentini) , e della sua durata, 90 anni, anche se tutt'oggi c'è chi dice che si fermò con la pace di Caltabellotta (31 agosto 1302), quindi dopo 20 anni. Solo che il Re di Sicilia Federico III non fece mai ratificare al Parlamento Siciliano (la ratifica dei trattati - trattati che, come metodo nonviolento di soluzione delle controversie, erano stati introdotti da Federico II- era allora procedura all'avanguardia, la Sicilia era una Monarchia Costituzionale) la Pace di Caltabellotta.
Aggiungo: nato in Aragona nella omonima famiglia reale, Federico III (nipote di Federico II) a nove anni arrivò in Sicilia assieme alla famiglia (e senza invasioni né eserciti, checché ne dicano certi libri) chiamata dai Siciliani come legittima erede del trono di Sicilia per via della Regina Costanza d'Altavilla, figlia di Manfredi di Svevia, moglie di Pietro III. Il quale decise di assegnare i due regni ad un figlio ciascuno: il Regno d'Aragona ad Alfonso III, il Regno di Sicilia a Giacomo II, sancendo che i due regni non avrebbero potuto essere tenuti dalla stessa persona. Prematuramente ("'u Signuri fu", commentò allora il Popolo) morto Alfonso III, che meditava di restituire la Sicilia agli Angiò (ai quali la Sicilia fu regalata dal Papato), Giacomo II, strasbattendosene della regola introdotta dal padre e del testamento del fratello, si prese la corona del Regno d'Aragona. Partito per la penisola Iberica, il fratello Federico, reggente, si prese la corona (che gli spettava di diritto) a furor di popolo e per volontà della Nazione rappresentata nel suo Parlamento. E così iniziò la meravigliosa esistenza di Federico III, che lottò (contrariamente a quanto dice la Propaganda (che afferma che i Vespri -messi al plurale per farli passare per "moti" e non per Rivoluzione- furono in sostanza una guerra fra gli Angiò e gli Aragona) tanto contro gli Angiò (Regno di Napoli) quanto contro gli stessi Aragona (Regno d'Aragona), alleatisi con il Regno di Francia, i guelfi italiani, tutti quanti coordinati ed incitati dal papa Bonifacio VIII. Una vera allenza multinazionale che richiama a fatti ben più recenti...
Iniziò così quell'epoca della resistenza siciliana che lo storico Rafael Olivar Bertrand ha definito "l'epoca più gloriosa della storia dell'isola ... una delle epopee più gloriose della storia umana".
Oggi, per sua stessa volontà, Federico III riposa nella Cattedrale di Catania (dove fu portato fra ali kilometriche di folle in lacrime), accanto a S.Agata di cui era devotissimo. Peccato che nessuna indicazione ricordi ai visitatori la presenza di quel grandissimo uomo lì...sarebbe "rischioso".
Concludo dicendo che questo non è nemmeno un compendio storico, ma solo un inseme di spunti che può e deve trovare sfogo nella lettura di alcuni testi non influenzati dalla Propaganda, in primis quelli del Prof. Corrado Mirto, al quale devo molte delle informazioni succitate.
ANTUDO!