Pisanu: in aumento gli sbarchi. Maroni: flussi, sì a 170 mila arrivi
«Non chiuderemo i Cpt
Prodi: ma li cambieremo, ora simili a centri di detenzione
ROMA - Il tema del contrasto all’immigrazione clandestina irrompe nella campagna elettorale dei due poli che ora cercano di rassicurare l’opinione pubblica moderata. E, così, la prudenza del candidato premier Romano Prodi, che ha confermato in caso di vittoria la volontà del centrosinistra di mantenere aperti i Centri di permanenza temporanea, marcia di pari passo con la cautela del ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu (FI), che ora parla senza più reticenze di «pressione cresciuta», di «imminenti ondate di marocchini» e di «forte aumento degli sbarchi di clandestini sulle nostre coste».
ONDATE DAL MAROCCO - Prodi, che è stato incalzato su questo argomento da un ascoltatore di Radioanch’io , ha detto che i Cpt non si possono chiudere. E ha aggiunto, riferendosi alla legge Turco-Napolitano: «I Cpt li abbiamo fatti noi anche se con la gestione attuale si sono trasformati in luoghi con forti aspetti di detenzione». Per il professore, però, «dei luoghi in cui l’immigrato venga identificato in modo da poter distinguere quali sono i delinquenti dovranno essere istituiti. Ma questi Cpt sono andati molto al di là del loro ruolo e della loro funzione». Ieri, giornata in cui in Sicilia sono sbarcati altri 300 extracomunitari, il ministro dell’Interno ha convocato una conferenza stampa, insieme al vicepremier Gianfranco Fini e al vice presidente della commissione Ue Franco Frattini, e ha messo la mani avanti. Secondo Pisanu, «dopo i tragici fatti di Ceuta e Melilla, cospicui flussi di marocchini si sono spontaneamente riversati sulla Libia che ormai è diventata il collo d’imbuto di tutta l’immigrazione clandestina africana e mediorientale». Questi fenomeni, ha aggiunto Pisanu, sono destinati «a durare a molto a lungo». Il ministro, che due giorni fa ha incontrato Gheddafi, ha detto che la Libia «da sola non ce la fa, serve un nuovo progetto operativo bilaterale per il 2006». E tanto per essere chiari con Tripoli, Franco Frattini ha voluto annunciare nella sede del ministero dell’Interno che «l’Ue è pronta ad aprire un negoziato politico con la Libia» che apra la strada a un piano di «sostegno finanziario» per il Paese africano.
DECRETO FLUSSI - Anche il ministro del Welfare, Roberto Maroni (Lega), ha voluto rassicurare gli imprenditori e le famiglie che richiedono quote sempre maggiori di manodopera straniera: «Abbiamo approvato un decreto che aumenta di molto le quote che passano da 79.500 a 170.000 più altre 70.000 previste per i lavoratori neo comunitari». Trecentoquarantamila regolarizzazioni, ovvero in un solo anno la metà dell’ultima sanatoria varata nel 2002 dalla Cdl.
Dino Martirano