BOLOGNA (21 gen. 2006) - "Mi hanno insegnato che non bisogna mai strumentalizzare la Chiesa in politica: molto spesso la si usa invece come feedback di problemi politici". Lo ha detto il leader dell'Unione, Romano Prodi, intervenendo ad un incontro con gli studenti al Collegio superiore dell'Universita' di Bologna, rispondendo alla domanda di uno di loro sul tema della laicita' dello Stato.
Prodi ha poi spiegato agli studenti il lungo ragionamento politico che ha portato 10 anni fa alla nascita dell'Ulivo. "Credo che l'Italia abbia molto sofferto dei conflitti clericali e anticlericali - ha spiegato Prodi - e che nella politica e' opportuno tentare uno sforzo perche' stiano assieme cattolici e laici, con una idea riformista. Ho sempre ritenuto che i cattolici - ha detto ancora Prodi - dovessero liberamente schierarsi nell'uno e nell'altro schieramento". Uno sforzo, ha detto ancora Prodi, per far si' che l'Italia riuscisse ad andare oltre a quello che era una sorta di muro di Berlino al suo interno, tra Guelfi e Ghibellini. "Questo e' il mio disegno politico - ha continuato Prodi, - non sono stupito si faccia un passo avanti e uno indietro, che questo proceda faticosamente". Dare ordine alla politica del paese, ha sottolineato Prodi, significa riuscire ad avere uno schieramento progressista e uno conservatore e in quello progressista "mettere insieme radici e tradizioni che prima erano separate". Un processo - ha concluso Prodi - che esigera' ancora cambiamenti.
Sono d'accordo. Tuttavia ho l'impressione che dietro questo si celi la richiesta di silenzio ai laici. Basti vedere le reazioni alle ipotesi di pacs. No signori miei. La soluzione è un'altra. Prima battiamo berlusconi poi creiamo un sistema politico europeo. Non il confuso magma prodiano.
Le battaglie sui diritti civili valgono per me quanto quelle sull'art. 18.