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  1. #11
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    Berlusconi contro l’Unità: atto secondo. Scende in campo la Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti, a difendere il diritto-dovere di cronaca dei redattori de l’Unità attaccati nei giorni scorsi dal premier, dopo aver pubblicato un’intervista nella quale il senatore Ds Guido Calvi denunciava l’aria pesante che si respira nell’Italia pre-elettorale, e sosteneva l’esistenza di un cd «con 2000 intercettazioni di telefonate tarroccate da usare contro i Ds».
    Il giorno successivo, il 21 gennaio, il premier brandendo il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, invitava l’Avvocatura dello Stato ad intervenire. Minacce in seguito alle quali l’Ordine dei Giornalisti è rimasto silente. Tanto da spingere il comitato di redazione de l’Unità a pubblicare una lettera con la quale si ricordavano i continui attacchi alla testata diretta da Antonio Padellaro da parte di Slvio Berlusconi. E ai quali, raramente, hanno fatto seguito parole di difesa da parte dell’Organo ufficiale di categoria. «Sentiamo intorno a noi un assordante silenzio – concludeva la missiva - tanto più inquietante quando l' attacco alla libertà d'informazione viene da una delle più alte cariche dello Stato».
    Lunedì mattina, la Federazione nazionale della stampa prende la parola. «È il momento di chiedere alle istituzioni e alle forze politiche di smetterla con reiterati attacchi alle opinioni e alle cronache dei giornalisti e degli organi di informazione. Se poi queste discutibili iniziative vengono condotte dal Capo del Governo della Repubblica che, addirittura, coinvolge l' Avvocatura dello Stato, allora la misura è ampiamente superata. Berlusconi utilizza la sua carica tentando di aprire un conflitto giudiziario, di tipo istituzionale, con l'Unità», dice il Segretario Generale, Paolo Serventi Longhi.

    «Si tratta invece di un confronto politico nel quale un organo di stampa conduce, in piena autonomia e legittimamente - spiega Serventi - una dura polemica con il Presidente del Consiglio riferendo le notizie in suo possesso. Il Sindacato dei Giornalisti ha nei giorni scorsi espresso solidarietà ai colleghi del Giornale, come è noto di proprietà di familiari del Premier, accusati da esponenti della sinistra di aver pubblicato verbali di intercettazioni. Oggi esprimiamo solidarietà ai giornalisti de l'Unità contro le intimidazioni e le minacce. Sarebbe auspicabile che in questa brutta campagna elettorale, nella quale l’ informazione viene utilizzata a fini di parte, con una massiccia presenza nelle televisioni specie del leader del Governo, e con toni da rissa continua, si moderassero il linguaggio e le aggressività, evitando - conclude il segretario della Fnsi - di mettere testate giornalistiche e molti colleghe e colleghi sul banco degli accusati».

  2. #12
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    22.01.2006
    «Andate avanti così, vi attacca perché date fastidio»

    Pomeriggio domenicale: Enzo Biagi legge i giornali e si scandalizza per certe enormità. Prima ancora che riusciamo a fargli qualche domanda, commenta l'immagine da prima pagina di Berlusconi che mostra la maglietta con la scritta «Meno tasse, più lavoro»: «Te l'immagini De Gasperi, oppure Amendola, per dire due che ho conosciuto bene, che si fanno fotografare con le magliette?».
    Veramente in altre foto agita anche l'Unita come fosse la prova del reato...
    Per me l'Unità è una lettura quotidiana, è un giornale che rispetto, come rispetto i suoi redattori, che considero miei colleghi. Se lui ha qualcosa da ridire, vada in tribunale....

    Ci ha provato e mi pare che non gli sia andata troppo bene. Ma lei aveva mai visto un capo di governo che porta in tribunale l'opposizione?
    Non era mai successo. E' l'ultima novità della casa, ma c'è da aspettarsene altre. I politici che ho conosciuto io e parlo ancora di De Gasperi, Amendola, Nenni o La Pira, erano gente di altro tipo, non avevano affari da proteggere; l'unica cosa era un programma politico. Quando dico queste cose mi dicono che sono comunista e io non smentisco. Perché da partigiano ho conosciuto comunisti, socialisti, ma liberali non ne ho mai visti. Sarò stato sfortunato, però dalle mie parti non ce n'erano.
    Tornando alla campagna elettorale, come giudica il clima creato da Berlusconi?
    Molto basso. Mai visto un Paese in balia di uno scontro così miserabile. E anche la parola scontro è impropria perché Berlusconi che attacca Prodi...diciamo che non c'è parità.
    Non c'è par condicio.
    E' uno spettacolo penoso e vorrei stabilire una mia convinzione, un mio principio: Prodi è un galantuomo e gode di grande rispetto internazionale. Quando leggo che sarebbe stato salvato dall'amnistia....mi sento anche personalmente offeso. Non mi fa velo l'amicizia, perché posso testimoniare che Prodi è una persona integra e sfido Berlusconi e chiunque a dimostrare il contrario.
    Perché secondo lei Berlusconi alza tanto i toni? Ha perfino cambiato espressione: prima sorrideva sempre e ora fa la faccia cattiva.
    E' un segno di crisi, di potere minacciato.
    Attacca soprattutto i Ds, forse perché mira al bersaglio grosso.
    Mi pare di sì. E continua ad usare un armamentario che non ha più senso. La storia dei comunisti, che tanta importanza ha avuto nella lotta antifascista e nella democrazia italiana, lui la usa come fosse un'offesa. Tira fuori Stalin e poi dice che Mussolini mandava in vacanza gli antifascisti. Io ero amico di Pertini, uno di quegli antifascisti, e vorrei ricordare che dalla prigione scrisse a sua madre per proibirle di chiedere la grazia.
    Tra i nuovi argomenti di Berlusconi c'è anche Gramsci. Parla delle casematte del potere come se fosse una teoria criminale e dimentica che questo grande uomo, i cui libri sono tradotti in tutto il mondo, è stato assassinato dal fascismo proprio per le sue idee.
    Credo che Berlusconi abbia un'idea vaga di Gramsci, come di papà Cervi. Bisogna fargli sapere che si tratta di persone scomparse, che si possono andare a trovare solo al cimitero. Del resto, è uno che parla di Romolo e di suo fratello Remolo... e sua cugina Biancaneve.
    Ha un consiglio da dare a noi dell'Unità in questo momento?
    Dovete continuare a fare il vostro giornale, che fra l'altro è fatto bene e io ci trovo sempre qualcosa in più rispetto agli altri.
    Ma come si deve rispondere ad accuse sempre più violente, alzando anche noi il livello dello scontro?
    No, bisogna distinguersi sempre, certo dimostrando l'inconsistenza delle accuse a forza di documenti. Tutti possono insultare, ma viene il momento di dimostrare le accuse. Anche se, a volte, viene la voglia di rispondere: ma dica quello che vuole, tanto ormai è diventato una macchietta. Non dico che la sinistra non faccia i suoi sbagli, appartiene al genere umano, però è un'altra cosa. Nenni una volta mi disse che il socialismo secondo lui significava portare avanti quelli che sono più indietro. Una definizione che mi pare funzioni ancora. Io non sono mai stato iscritto al Partito socialista, sono un ex del Partito d'azione, che, come dicevo, ha conosciuto tanti socialisti e comunisti in montagna.
    Si sentirebbe di fare una previsione per questo difficile 2006?
    Posso citare una massima americana: si può ingannare qualcuno una volta, non tutti per sempre. E promettere è più facile che mantenere.

  3. #13
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    A proposito di calunnie e demonizzazione dell'avversario politico, vorrei segnalare un fantastico sito degno di liberal dei liberali.

    http://www.forza-italia.it/

    ( da notare che la pagina appare al primo posto in google ricercando "forza italia", addirittura prima del sito nazionale del cosiddetto partito del nano, in modo che chiunque ricerchi informazioni sul suddetto gruppo, abbia la possibilità di rieducarsi alla sacra fonte della diffamazione, in attesa della gustosa quantità di minchiate che lo aspetta cliccando sul link a fondo pagina. )

  4. #14
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    Queste sono bazzecole.
    Al massimo si evidenzia la pochezza dei "creativi" (creatini, in questo caso) bananas.

  5. #15
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    23.01.2006
    Solidarietà a l'Unità dal sindacato dei giornalisti
    di red

    Berlusconi contro l’Unità: atto secondo. Scende in campo la Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti, a difendere il diritto-dovere di cronaca dei redattori de l’Unità attaccati nei giorni scorsi dal premier, dopo aver pubblicato un’intervista nella quale il senatore Ds Guido Calvi denunciava l’aria pesante che si respira nell’Italia pre-elettorale, e sosteneva l’esistenza di un cd «con 2000 intercettazioni di telefonate tarroccate da usare contro i Ds».
    (segue)
    http://www.unita.it/index.asp?SEZION...TOPIC_ID=46971


  6. #16
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    Da venti giorni va avanti la campagna del premier per delegittimare i Ds.
    A poche settimane dalle elezioni
    Una "breve" sintesi:

    2 gennaio:
    "Il Giornale" pubblica lunghi stralci di un colloquio telefonico tra il segretario dei Ds e l’ex numero uno di Unipol.
    Nella telefonata, che risale al 18 luglio 2005, Fassino chiedeva a Consorte informazioni sulla scalata alla Bnl, allora in corso. In quel momento, tutto il traffico sul telefonino di Consorte è intercettato. E lo è da oltre un mese, su autorizzazione del Gip Forleo. Tra i colloqui intercettati, quindi, c’è anche quello tra Fassino e Consorte. Che però viene dichiarato irrilevante ai fini giudiziari (vuol dire che chi lo ascolta non può trascriverlo, ma deve solo segnalarne l’esistenza). Nonostante ciò, l’intercettazione viene pubblicata. Illegalmente, peraltro, visto che Fassino è un parlamentare e l’intercettazione può avvenire solo previa autorizzazione della Camera.

    3 gennaio:
    Violazione del segreto investigativo e pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. Sono le ipotesi di reato su cui dovrà lavorare il pm di Milano Stefano Civardi, titolare dell’inchiesta aperta sulla fuga di notizie che ha permesso la pubblicazione dei colloqui telefonici tra Fassino e Consorte.

    17 gennaio:
    Sul banco degli imputati finisce il centro direzionale della Guardia di Finanza, a Roma. Lì arrivano i contenuti delle telefonate intercettate. Lì vengono sbobinati e, se ritenuti rilevanti, trascritti. L’ipotesi su cui sembra lavorare Civardi, quindi, è quella di una fuga di notizie avvenuta nell’ambiente delle fiamme gialle. L’estraneità della Procura di Milano, d’altronde, è confermata dal fatto che il Cd-rom su cui è inciso l’originale della conversazione tra Fassino e Consorte è ancora sigillato. L’unico indagato rimane, per il momento, Gianluigi Nuzzi, il redattore de "Il Giornale" autore della pubblicazione.

    19 gennaio:
    Berlusconi chiama a rapporto i suoi.
    Dopo aver denunciato i legami tra "giunte rosse" e coop, chiede ai forzisti di segnalare le "complicità" tra amministrazioni di sinistra e mondo cooperativo.
    A rispondere prontamente al richiamo del capo, sono i consiglieri azzurri della Toscana che, il 21 gennaio, in occasione dell’apertura ufficiale della campagna elettorale forzista da Firenze, consegnano a Berlusconi "Potere Rosso", un dossier frutto di un diligente lavoro sul territorio volto a dimostrare "gli intrecci, che formalmente non hanno nulla di illegale, tra politica e affari in Toscana".

    21 gennaio:
    In un’intervista a "l’Unità", il senatore dei Ds Calvi denuncia l’esistenza di "strani dischetti", usati per inquinare la campagna elettorale e danneggiare l’opposizione:
    "Si tratta di telefonate mai trascritte che quindi non sono nei fascicoli dei magistrati", spiega Calvi.
    Questo vuol dire, aggiunge, "che non si può verificare se si tratta di intercettazioni manipolate o addirittura inventate".
    Intanto "Repubblica" prova a dare un nome alle "talpe".
    I sospetti ricadono sulla caserma di via Fabio Filzi, dove sono finite le intercettazioni.
    Ma, è scritto nell’articolo, l’indagine "sta cominciando a far frullare i nomi di ufficiali a cinque stelle. Almeno due. Il "fresco" capo di stato maggiore, generale Emilio Spaziante e il comandante del secondo reparto, conosciuto come Ufficio I, il generale di brigata Walter Cretella Lombardo".
    Il primo, ex comandante regionale della Lombardia, aveva "rapporti antichi" con Nuzzi, il cronista de Il Giornale indagato.
    Il secondo è a capo di un reparto con cui spesso i comandi regionali condividono informazioni "sensibili".
    Informazioni che a loro volta vengono condivise con Sisde, Cesis e Sismi.

    Nello stesso giorno, Berlusconi a Firenze per l’apertura della campagna elettorale, riparte all’attacco de l’Unità:
    "Spionaggio contro l’opposizione?", domanda alla platea sventolando dal palco una copia del quotidiano.
    "Questi signori credono che noi ci comportiamo al governo come pensano di andare a comportarci loro".
    Poi incarica Letta di chiedere l’intervento dell’Avvocatura dello Stato contro "questa autentica vergogna".

  7. #17
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  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da salerno69
    Non si parla più delle coop rosse??????

    http://www.politicaonline.net/forum/...14#post3186114


  9. #19
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    «Siete un contropotere, fate il vostro mestiere»

    «Esprimo la mia solidarietà a titolo personale e a nome dell’Ordine dei Giornalisti all’Unità, che in questo momento rappresenta un contropotere, e ne subisce le conseguenze sul piano personale e collettivo». Lorenzo Del Boca, Presidente dell’Ordine dei giornalisti nazionale, difende così il giornale dagli ultimi attacchi di Berlusconi. Ma ricorda che subire le aggressioni da parte di un potere per un giornale è motivo di orgoglio.
    Presidente, cosa ne pensa dei recenti attacchi di Berlusconi all’Unità e di quelli personali alla collega Marcella Ciarnelli?
    «Penso che il lavoro dei giornalisti andrebbe più rispettato e riconosciuto nel valore simbolico, culturale, sociale e di democrazia che rappresenta. Ma siccome i giornalisti sono per definizione un quarto potere, il fatto di essere attaccati da un potere non dovrebbe essere che una soddisfazione da incassare e da mettere nel bilancio degli attivi. Negli ultimi 20 anni e per i prossimi 20, il giornalismo come contropotere si è visto poco. La notizia viene considerata una merce e non un prodotto intellettuale, da valutare per quello che dà e che porta. Figuriamoci di quale quarto potere e spirito di sorveglianza parliamo. C’è stata un’omologazione planetaria. Se uno viene attaccato da un potere vuol dire che ha svolto la funzione di contropotere. Desidero esprimere una solidarietà non formale, non retorica all’Unità, come è giusto che faccia tutta la categoria. È fastidioso doversi confrontare quotidianamente con gli insulti, anche se motivo di orgoglio personale. L’Unità sta argomentando per costruirsi degli spazi di autonomia. È toccato ad altri e toccherà ad altri, ma ora i gomiti larghi li tiene il vostro giornale»
    Questo il discorso per quel che riguarda l’Unità. Ma come valuta il comportamento di Berlusconi?
    «Lo considero negativamente. Ma non ho e non abbiamo strumenti né legislativi, né regolamentari, né niente per poter intervenire. L’Ordine può dirimere contenziosi tra un giornalista e e un giornalista. Tra un giornalista e un laico, noi poteri non ne abbiamo, al di là delle parole e della solidarietà scritta e verbale»
    Ma è stata aperta un’istruttoria dall’Ordine del Lazio riguardante Furio Colombo e Natalia Lombardo.
    «Gli ordini regionali godono di autonomia e indipendenza assoluta rispetto agli altri ordini regionali e all’ordine nazionale. Tucci è persona scruplosa, e fa il suo mestiere. Non è lì per angariare o perseguitare i giornalisti. La prima convocazione è conoscitiva, e l’incolpazione in ogni caso viene dopo».
    Ma per un giornale esiste qualche tutela rispetto a attacchi come quelli di Berlusconi?
    L’unica maniera è fare il mestiere con la schiena diritta e la testa alta, come dice Ciampi. E dimostrare con i fatti che gli attacchi sono infondati. Dopo di che ci sono gli strumenti legislativi, dalla querela alla citazione per danni, e lo strumento morale, la “moral suasion”, la solidarietà della categoria che io vi esprimo e che deve rafforzarvi nel convincimento che state facendo il vostro mestiere.

 

 
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