Se c’ era in Italia un Patto Sociale, esso é sparito.

Io ho visto le evoluzioni degli ultimi lustri cosi; comunque ci possono essere altre spiegazioni.

Il passaggio, all'inizio lento poi accelerato da una società civile (forse
venti fa) ad una società basata su clans, cordate, in cima ad ognuno dei quali c'é
un VIP, talvolta un pâdrino (cioé connesso ad attività in barba alla legge)
é il primo fenomeno. Un altro fenomeno concomitante é stato lo egualitarismo
(cioé liberarsi del criterio merito e poi anche della responsabilità). Il
risultato, dopo anni di diffusione di questi due fatti é stato (ovviamente
in certe regioni e città, non dappertutto):

- tanti cittadini hanno una cosa chiara in testa: la fortuna della carriera
(in un Paese ove tutti sono potenziali raccomandati) dipende da chi conosci,
non certo da come lavori.
- conseguenza ovvia: dedico tempo a migliorare i mie allacci a persone
potenti, non certo a lavorare colla qualità e coll'impegno diffusi nei Paesi
a Nord delle Alpi.
- conseguenza di tutto, specie nel pubblico: attività mal programmate, mal
condotte, di cui non é chiaro né il responsabile, né se gli obiettivi saranno
raggiunti.

Come si fa a essere competitivi ? Ciampi e Fazio dicono due volte l'anno,
da tempo: "l'economia puo' partire"..... Io ho scritto a loro due per
spiegar loro il fenomeno e mi sono offerto per una presentazione (se
interssa, chiedimi copia). Risultato: Fazio non ha risposto. Un consigliere
di Ciampi, dopo mia insistenza, nota, mi ha scritto in tale forma (senza
rispondere sull'argomento) che un amico mi ha detto "con tali consiglieri,
Ciampi non puo lavorare in modo efficace".

Sic stantibus rebus, ritengo ci sia una sola speranza: diffondere la
conoscenza di queste derive sociali. Ovviamente finché gente superficiale e
senza motivazione, che peggiorerà sempre più i risultati nell’ economia. Credo che
la deriva sia come una palla di neve, dopo un certo pêrcorso diviene
valanga.

Io ho osservato questa deriva accelerata nelle due organizzazioni CEPT
(europea) e UIT (mondiale). Li dentro l'Italia é rappresentata da persone
poco responsabili (non sempre, ma spesso) che non sanno di cosa si parla, né
hanno intersse a proteggere gli interessi italiani.
Saluti.
Antonio Greco

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Caro Antonio,
si, mi riferivo a giovani italiani. Non so se sono io ad essere
particolarmente
sfortunato, ma la stragrande maggioranza dei giovani con cui ho avuto e ho a
che fare (amici, conoscenti, parenti, colleghi...) avra' anche
dell'entusiasmo,
ma sempre secondo a superficialita', menefreghismo, opportunismo. Se sono
questi giovani a dover cambiare le cose, siamo fritti.
Non ho capito invece il riferimento a Roma (dove sono nato e cresciuto,
anche
se ormai non torno piu' spesso: queste feste e' stata la prima volta da un
anno
e mezzo circa). Io sono rimasto ugualmente disgustato dall'atmosfera che ho
trovato a Roma a fine dicembre e a Venezia la scorsa estate. L'indifferenza
(quando non e' disprezzo) del pubblico forse e' dovuta al processo di deriva
per cui ormai quello che e' pubblico non e' piu' percepito come nostro ma
come
altrui.
Saluti da Bonn,
Andrea

> Andrea,
>
> grazie molto della risposta, che credo si riferisca all'Italia. Oppure
anche
> allla Germania ?
>
> Il motivo della mia domanda, che si riferisce all'Italia, é che vedo in
> questo gruppo e su Italians del CdS, spesso molto entusiasmo, che mi
sembra
> (ma forse sbaglio), intuitivamente legato all'ottimismo dei giovani.
>
> A roma, ove vado spesso, c'é un'atmosfera molto grigia e pesante, con
> indifferenza, su cio' che é pubblico. Ma tante relazioni ...private. E poi
> tanti approssimati, forse troppi.
>
>
> Saluti.
>
> Antonio
> Parigi