L'ANALISI. Nelle ultime rilevazioni elettorato in fermento
e in crescita in entrambi i Poli. L'Unione da + 6% a + 5,5%
Il tele-Cavaliere scuote gli elettori
Ma la Cdl risale solo dello 0,5%
di ANTONIO NOTO - direttore IPR marketing
IL forcing mediatico del presidente del Consiglio Berlusconi e l'accentuarsi del conflitto politico tra i due schieramenti hanno avuto l'effetto di scuotere una parte dell'elettorato e quindi di determinare un riassestamento dei consensi che, sebbene incida positivamente su entrambe le coalizioni, avvantaggia in misura maggiore la Cdl. Infatti se l'Unione allunga il passo dello 0.5%, passando dal 52 al 52.5%, lo schieramento di centrodestra aumenta dell'1% e raggiunge il 47% (soglia massima registrata finora), e di conseguenza la distanza dal centrosinistra si riduce da 6 a 5.5 punti.
In realtà il perseverare dello scontro politico ha inciso prevalentemente all'interno di due target elettorali: tra gli "indecisi" e tra coloro i quali precedentemente si esprimevano a favore di altri partiti non schierati.
La forte correlazione tra visibilità mediatica del premier e consenso risulta comprovata anche dalla continua tonicità di Forza Italia che, pur non accrescendo al momento il proprio 20%, risulta il partito maggiormente "in fermento" e con il maggior incremento nell'ultimo mese. Anche la Lega e la Lista Dc+Nuovo Psi di De Michelis sono in lieve risalita mentre gli altri partiti storici della coalizione, An e Udc, rimangono fermi alle performance già registrate precedentemente.
L'incremento del centrosinistra invece è da ascrivere quasi esclusivamente alla maggiore aggregazione elettorale dei Verdi e di Italia dei Valori, mentre la Lista Unitaria rimane stabile ma appare alquanto statica, in ogni caso ancora al di sopra del 32%.
Ciò che non si può fare a meno di constatare, dunque, comparando i dati delle ultime settimane, è che le diverse strategie di comunicazione messe in atto da Berlusconi, più che incidere in un ridimensionamento dello schieramento opposto, abbiano influito nel processo di attutire la crescita elettorale sia dell'Unione e del suo maggiore partito di riferimento, ovvero la lista legata a Prodi, sia, all'interno della propria coalizione, del partito di Casini e di quello di Fini i cui consensi sembrano congelati da settimane.
Non va trascurata infatti la lotta all'interno della Cdl per rimanere il partito leader, anche in caso di sconfitta. Quindi fermare gli avversari, esterni ed interni, a 9 settimane dal voto permette di riprendere ossigeno e creare un vantaggio "psicologico" per tentare la "scalata finale" o giungere ad una sconfitta non devastante da un punto di vista politico.
In relazione alla stima della assegnazione dei seggi, al momento attuale l'Unione si dividerebbe 340 deputati eletti con il metodo proporzionale e spettanti alla coalizione vincente, mentre alla Cdl andrebbero i restanti 277 (altri 12 saranno eletti con il sistema uninominale nelle circoscrizioni estere ed 1 in Valle d'Aosta).
In considerazione dei risultati del sondaggio, i seggi spettanti alla Lista Unitaria dovrebbero essere 215 mentre, se Italia dei Valori supererà la quota del 2%, l'Udeur potrebbe beneficiare del "ripescaggio" stabilito per il partito di ogni coalizione che più si avvicina alla soglia del 2%, il che si tradurrebbe nella conquista di 8 deputati. Al momento invece non prenderebbe seggi il Psi di Bobo Craxi mentre la SVP, nella regione a statuto speciale del Trentino, potrebbe ottenere 4 seggi.
All'interno della Cdl, invece, a Forza Italia che rimane il partito più forte della coalizione, andrebbero assegnati 126 deputati (contro i 170 eletti nel 2001), mentre, se verrà confermato il superamento del 2% dal partito di Rotondi e De Michelis, anche Alternativa Sociale della Mussolini potrebbe entrare in Parlamento con 4 deputati. La composizione della Lega e dell'Udc rimarrebbe pressoché invariata rispetto alle precedenti elezioni, mentre An scenderebbe dai 99 eletti nel 2001 ai 69 del prossimo aprile, cioè quasi di 1/3.
(26 gennaio 2006)