Giorno della memoria
Il vero banco di prova resta la difesa dello Stato ebraico. Siamo oggi, nel giorno del ricordo della Shoah, particolarmente vicini alla comunità ebraica italiana. E altrettanto lo siamo allo Stato di Israele, che è assediato da nuove minacce e vecchi fantasmi. Noi prendiamo atto delle solenni dichiarazioni, che provengono da quasi tutte le parti politiche, per ribadire il loro impegno civile e morale contro l'antisemitismo. Ne siamo lieti e le consideriamo importanti, tali da far apparire dei semplici rigurgiti quegli atti che nelle cronache a volte fanno pensare che il seme del razzismo sia ancora in qualche modo covato nel nostro vecchio continente, e non estinto.
Ma il vero banco di prova, per l'Occidente democratico, per la nostra Europa nella quale si consumò la tragedia dell'Olocausto, resta la difesa di Israele. Ed a maggior ragione sosteniamo questo, dopo le minacce indegne che sono provenute dal presidente iraniano Ahmadinejad e dopo le elezioni recentissime, che hanno portato un mortale nemico di Israele, come il movimento integralista di Hamas, alla guida del futuro Stato palestinese.
Anche in questo caso abbiamo visto sdegno, preoccupazione, allarme da parte dei principali paesi europei. Quello che pretendiamo, però, sono fatti politici concreti. Per prima cosa l'Iran deve capire di aver sfidato, minacciando Israele, l'intera comunità internazionale. Noi possiamo mantenere ed attivare tutti i canali diplomatici che vogliamo, ma se l'Iran non rinuncia al nucleare, il deferimento alle Nazioni Unite proposto dal segretario di Stato americano Condoleezza Rice è un passo inevitabile. E non si potranno accettare ambiguità ed oscillazioni in merito. Altrettanto vale per Hamas. Se quell'organizzazione non rinuncia alla violenza con cui ha principalmente condotto la sua battaglia politica finora, non sarà possibile alcun dialogo, alcun rapporto con l'Europa.
Non ci sembrano possibili altre posizioni fuori da questi due capisaldi, indispensabili per affermare davvero che la lezione dell'Olocausto è stata compresa e che nessun paese democratico può consentire di vedere colpita ancora Israele senza reagire immediatamente e con la necessaria forza e determinazione. Siamo molto lieti che il governo italiano, senza eccezioni, sia interamente assestato su questa linea. E non sappiamo se un governo diverso, con tanti avversari di Israele al suo interno, possa fare un domani (che speriamo di risparmiarci) altrettanto.
Roma, 27 gennaio 2006
..........................
tratto da "Il Portale di Nuvola Rossa"
http://www.nuvolarossa.org/modules/n...p?storyid=2062