Il “non expedit” di Caselli
Niente candidature nemmeno per chi è stato assolto. L’elenco è lungo
"Il procuratore antimafia Piero Grasso ha sostenuto che i partiti non dovrebbero mettere in lista candidati che siano inquisiti per collegamenti con la ciminalità organizzata. Si tratta di un’opinione che è in netto contrasto col principio basilare in un sistema garantista: si è innocenti fino a prova contraria. Contro il parere di Grasso sono stati evocati i tanti casi di esponenti politici accusati di mafia e poi assolti, ma a questo punto è sceso in campo Giancarlo Caselli. Il pg di Torino spiega che neppure l’assoluzione garantisce l’innocenza, e che quindi bisognerebbe escludere dalla competizione elettorale anche qualche ex imputato assolto.
Il suo argomento, piuttosto contraddittorio e anche comico, è che “la politica italiana, nel suo complesso, tende sempre ad autoassolversi”. Ma qui si tratta di persone che sono state assolte da tribunali, non dai loro colleghi di partito. Il fatto è che, per Caselli, conta solo l’accusa. Se una procura ha deciso di processare qualcuno, costui è macchiato per sempre anche se in tribunale “se l’è cavata”. La sua teoria, peraltro “non vale solo per i politici coinvolti nelle inchieste mafiose”. Così, se gli si desse retta, non potrebbe essere candidato Silvio Berlusconi, ma neanche Romano Prodi, nonostante sia stato prosciolto da tutte le imputazioni che sono state elevate contro di lui. Lo stesso varrebbe per Claudio Burlando o per Barbara Pollastrini dei Ds, addirittura per Massimo D’Alema. Persino il detentore della tessera numero uno del partito democratico (virtuale), l’ingegner Carlo De Benedetti non potrebbe, se mai lo volesse, concorrere a una carica pubblica, per le stesse ragioni. Dal “non expedit” caselliano si salverebbe soltanto Giulio Andreotti, ma solo perché è senatore a vita. Anche contro di lui, peraltro, Caselli continua a sostenere l’accusa, anche dopo la fine ingloriosa dei suoi processi accusatori. Insomma la presunzione d’innocenza, che persino Caselli, a parole, definisce “fondamentale”, si trasforma nel suo contrario, in un pregiudizio che niente, neppure una sentenza di assoluzione, può cancellare."
Presto arriveremo alla ghigliottina e ai sansculottes.
Solo i "puri" si salveranno !
Caselli dovrebbe rileggersi la Costituzione e fare meno protagonismo.