I quadri di casa Tanzi restano sotto sequestro[/SIZE]

Rigettata la richiesta di dissequestro per 23 opere presentata dall'avvocato di Anita Chiesi, moglie dell'ex patron, al tribunale del riesame. Le indagini sono ancora in corso

Il tribunale di Parma ha rigettato la richiesta di dissequestro per ventitre quadri proposta da Anita Chiesi, moglie di Calisto Tanzi indagata per ricettazione. Decisione sicuramente non facile, che i giudici Lo Moro, Pantalone e Pasquali hanno fissato in oltre 22 pagine nel documento che comprova la motivazione del rigetto da parte del collegio.

A quanto pare gli assegni che il legale della famiglia Tanzi ha portato in aula non erano una prova così certa: avrebbe presentato le soli matrici dei blocchetti di assegni utilizzati oltre quindici anni fa che non proverebbero i reali pagamenti. Tutta la vicenda è comunque ancora coperta da segreto istruttorio, le indagini sono ancora in corso e fino a questo punto hanno portato all’iscrizione nel registro indagati di quattro persone. Oltre alla Chiesi figurerebbero, infatti, la figlia Francesca, il genero Stefano Strini e il consulente d’arte Paolo Dal Bosco, che avrebbe venduto diverse opere d’arte alla famiglia dell’ex patron del latte. Quest’u ltimo è stato interrogato negli uffici di Parma della Procura della Repubblica e sarebbe anche stato contattato successivamente per alcuni chiarimenti in merito alla vicenda.

La Procura nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto il sequestro di tutte le opere d’arte finora ritrovate, (64 quadri, 5 statue e un’a nfora antica) a cui si è appunto opposta la famiglia Tanzi tramite il legale Luca Sirotti che all’uscita dell’udienza del 28 novembre aveva detto di avere prodotto assegni e dichiarazioni dei venditori di quei quadri. La proprietà sarebbe quindi da attribuirsi, secondo il suo punto di vista, alla moglie dell’ex patron del latte.

Il parere del tribunale è stato però totalmente contrario. I giudici si sono trovati di fronte a un sequestro probatorio e conservativo ovvero una prova che quel capitale, acquistato forse con denaro di Parmalat, sarebbe stato occultato dalla famiglia Tanzi, gli stessi che in questo periodo sarebbero stati pronti a vendere alcuni capolavori (la “scogliera di Pourville” di Monet) per una cifra stimabile fra i 6 e 10 milioni di euro a quanto è emerso dal servizio giornalistico di Report, andato in onda il 6 dicembre scorso. Da quel momento sono scattate le intercettazioni telefoniche e una serie di accertamenti che, in breve, hanno portato al ritrovamento di quella che viene chiamata la “collezione Tanzi” in cui figurano Van Gogh, Picasso, Cezanne, Renoir, Mirò, De Nittis, Boccioni e molti altri.

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Chissà che fine faranno i quadri di Silvio.