Due mozioni di An e Forza Italia respinte dalla maggioranza
Genova dice no a via Quattrocchi
Il centrosinistra: meglio ricordare Calipari o Baldoni. La sorella del body guard ucciso in Iraq: «Così tradiscono gli italiani»
GENOVA - Niente via Quattrocchi a Genova. Il consiglio comunale del capoluogo ligure ha respinto la proposta di intitolare una piazza o una via a Fabrizio Quattrocchi, il body guard ucciso in Iraq, proposta che era stata presentata in due mozioni di An e Fi. La Giunta comunale di centrosinistra, nel corso del dibattito durato tre ore, aveva rimandato al Consiglio ogni decisione ed aveva ricordato la norma in base alla quale devono trascorrere almeno dieci anni dalla morte per l' intitolazione di vie o piazze a meno deroghe particolari.
Il video dell'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi trasmesso dal Tg1
RESPINTE - «Chi ha votato contro ha tradito i suoi concittadini - commenta la sorella di Quattrocchi, Graziella -, prima o poi sono convinta che la città di Genova saprà esprimere un riconoscimento per Fabrizio». La mozione di An, presentata il 27 maggio dell'anno scorso dal consigliere Bernabò Brea, è stata respinta con 21 voti contrari, 12 favorevoli e quattro astenuti. Quella di Forza Italia, con 23 voti contrari, 12 favorevoli e due astenuti. Nelle due votazioni i consiglieri della Margherita sono usciti dall'aula al momento del voto. «Siamo indignati e schifati dall' esito della votazione - ha dichiarato al termine della seduta Aldo Praticò di An - ci aspettavamo delle astensioni ma non certo dei voti contrari. Mi vergogno di essere italiano».
PERPLESSITA' - Dai banchi della maggioranza si sono levate perplessità più o meno marcate sull' opportunità di intitolare una via a Quattrocchi. Laura Tartarini (Prc) ha ricordato altre vittime italiane della guerra in Iraq quali Nicola Calipari ed Enzo Baldoni, «persone andate a svolgere in quel paese un servizio civile e non in difesa di interessi di belligeranza». Gabriella Biggio dei Ds ha ricordato altri eroi italiani in Iraq di cui non si parla, «come la dottoressa Maria Bonino che ha contratto un virus per restare accanto ai bambini che curava» e ha affermato che «i valori per cui si vive e si muore sono più importanti delle parole che si pronunciano quando si muore».
TRADITO - Graziella Quattrocchi ha aggiunto: «I consiglieri comunali di Genova che hanno bocciato la proposta di intitolare una via a Fabrizio si sono voluti distinguere dal resto d'Italia e hanno anche tradito i loro concittadini. Ci dispiace che siano stati gli iracheni a comprendere perfettamente le ultime parole di Fabrizio, mentre questa parte di consiglieri comunali di Genova non ha recepito il suo messaggio». Non si è detto sorpreso del voto Maurizio Gasparri di An, secondo cui «la maggioranza di sinistra è perfettamente in linea con l'atteggiamento vergognoso tenuto sinora dal sindaco della città ligure nei confronti della famiglia Quattrocchi».
01 febbraio 2006