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Risultati da 1 a 9 di 9
  1. #1
    frankobollo.ilcannocchial e.it
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    Predefinito Soru e le super-consulenze

    da www.sassarisera.org

    La Regione assume come consulente Antonio Pascalis, dirigente dell’azienda fondata da Soru, con un contratto da 10 mila euro al mese. E intesta a suo nome il dominio di un sito internet dell’amministrazione...


    Comuni in rete?

    È super-consulenza

    La Regione assume come consulente Antonio Pascalis, dirigente dell’azienda fondata da Soru, con un contratto da 10 mila euro al mese. E intesta a suo nome il dominio di un sito internet dell’amministrazione

    Regione – La Regione porta i Comuni sardi in rete con un sito made in Tiscali. E con una generosa profusione di denaro pubblico. Il caso riguarda il portale telematico www.comunas.it, promosso e finanziato da viale Trento allo scopo di riunire in un’unica struttura tutti i Comuni dell’isola, i quali possono fornire i loro servizi ai cittadini via web, e costato la bellezza di 700 mila euro. Si dà il caso che il dominio del portale sia stato registrato, per conto della Regione, da tale Antonio Pascalis. A chi conosce dall’interno la macchina amministrativa, il nome non dirà granché: non si tratta, infatti, di un dipendente regionale. Pascalis è un dirigente di Tiscali, attualmente pare sia in aspettativa, ma da circa un mese è anche un consulente della Regione, e che consulente: per accaparrarsi le sue prestazioni professionali per due mesi, la giunta regionale ha stanziato la bellezza di 20 mila euro. Si torna così a parlare di commistioni tra politica e impresa, di impiego dei fondi pubblici, insomma di quegli argomenti che ciclicamente tornano alla ribalta da quando la guida della massima istituzione sarda è stata assunta da Renato Soru, l’imprenditore il cui nome è indissolubilmente legato al colosso dell’informatica chiamato Tiscali.

    Andiamo con ordine. Il 29 settembre dello scorso anno, la Regione registra presso l’authority italiana competente il dominio www.comunas.it. Il 10 novembre, l’authority ratifica l’ultima variazione nell’intestazione del dominio. L’organizzazione intestataria del dominio è ancora la Regione, ma nella persona fisica di Antonio Pascalis, all’epoca un illustre sconosciuto in quel di viale Trento. Sconosciuto, ma fino a un certo punto: nei dati di registrazione del dominio risulta legalmente domiciliato in viale Trento 69, indirizzo della presidenza della Regione, e la sua email risulta essere pascalis@regione.sardegna.it, indirizzo che spetta solo ai dipendenti e ai collaboratori dell’amministrazione. Passano tre mesi e il direttore generale della presidenza della Regione, Fulvio Dettori, appone la sua firma su una determina che affida a Pascalis una consulenza a dir poco prestigiosa. “Il Direttore Generale della Presidenza della Regione”, si legge nell’estratto della determinazione pubblicato sul Buras dello scorso lunedì, “ha stipulato una convenzione con il Sig. Antonio Pascalis, avente la durata di due mesi, per un impegno di spesa complessivo pari a Euro 20.000,00 (Ventimila/00), avente ad oggetto consulenza per le attività di sviluppo e gestione del sito internet istituzionale della regione, di coordinamento e di affiancamento nelle attività di formazione del personale coinvolto alla gestione del sito, nonché di progettazione e implementazione dei siti correlati al sito istituzionale stesso”. La data è quella del 28 dicembre scorso.

    Secondo voci di palazzo, Dettori sarebbe in procinto di rettificare la determina, mantenendo il corrispettivo riportato sul Buras ma spalmandolo su quattro mesi. Pascalis si troverebbe così a percepire non 10 mila euro al mese, stipendio da fare invidia persino a qualche consigliere regionale, ma ‘solo’ 5 mila. A destare meraviglia è anche il fatto che il dominio www.comunas.it sia stato intestato allo stesso Pascalis, dal momento che, non avendo egli prestato giuramento di fedeltà alla pubblica amministrazione, questi potrebbe decidere di utilizzarlo come meglio crede, essendone il titolare. E’ un’ipotesi estrema, ma se dovesse nascere un contenzioso tra la Regione e il consulente, questi potrebbe bloccare l’attività del sito, con tutti i danni che ne deriverebbero per l’amministrazione e per la collettività.

    “Sono quindici mesi che denunciamo il modo in cui la giunta Soru ricorre alle consulenze”, ricorda il consigliere regionale Roberto Capelli (Udc). “Questo è un caso di inopportunità, ve ne sono altri di illegalità. La risposta, però, è il silenzio, non solo da parte del presidente della Regione e degli assessori, ma anche delle istituzioni preposte a controllare. Noi, comunque, scegliamo di limitarci alla denuncia politica”. Critico anche il capogruppo dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu: “La sensazione è che siamo nella solita situazione in cui si confonde il pubblico con il privato. Cose del genere sono da evitare soprattutto nell’interesse della giunta, perché certi scivoloni ledono alla sua immagine. E’ grave che episodi simili riducano il confronto politico a un dibattito sull’identità di un consulente, quando invece si dovrebbe discutere dei problemi veri della Sardegna”.

  2. #2
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    Soru = Berlusconi.
    Conflitto di interessi?
    Certo e anche di più.
    Il peggio di tutto è che c'è gente che vede queste persone come dei santi.
    Mi fa inca..are quando si parla di Soru come un indipendentista o che si spera che lo divenga.

  3. #3
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    Predefinito

    Aspettare da Pincar un' analisi veritiera della situazione soru-sardegna e come prentedere che una prostituta sia vergine. Sassarisera è infarcita di odio contro soru non si sa per quale motivo. ha promesso soop di ogni tipo che poi si son rivelati falsi. ve lo faccio io soop: Pino Careddu è amico di Gian Giacomo Sanna per questo attacca soru perchè gli ha scippato la leader ship autonomista. Il psdaz ha capito da subito che Prog Sard gli avrebbe rubato voti e ha deciso di andargli contro. adesso che ha perso cisi allea.mapincar scheggia impazzita del giornalismo sardo continua in questa campagna sensa senso come se fino a ieri in sardegna governassero gli agnellini e adesso è arrivato il lupo cattivo di nome soru.
    ho notato una cosa: lo stile delle foto del sito del vostro amico repubricanu è uguale allo stile delle foto (di donne nude) di sassari sera.... pura coincidenza ?
    pincar, se mi senti ti dico una cosa: l'unica cosa degna era la pompin-fashion, adesso sei un cane rabbioso e se sei amico di repubricanu siete veramente dei cattivelli che però non hanno capito molto...


    momoti

  4. #4
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    Predefinito

    Bisogna vedere cosa sarebbe costato un identico lavoro fatto fatto fare da qualcun altro. E' facile pensar male leggendo l'articolo così come proposto, ma potrebbe anche essere che Soru ci abbia fatto risparmiare. Cifre e dati snocciolati così servono solo a far indignare, ma al di fuori di un confronto rendono l'articolo fazioso.

  5. #5
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    Predefinito

    sicuramente qui la situazione e diversa e lonorevole spissu ci dovrà spieggare un po di cosettine....

    http://www.sassarisera.org/


    IL CASO GESAM PUÒ DIVENTARE UNA BOMBA POLITICA A OROLOGERIA
    È UN GRECO LA GOLA PROFONDA
    CHE VUOLE “INGUAIARE”
    IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SPISSU

    D.R.: Non ricordo la
    data precisa di
    costituzione della Gesam; frequento
    la Sardegna da tempo,
    lavoravo a Sassari con l’azienda
    Servizi Ambientali nel settore
    della raccolta rifiuti, penso nel
    93/94 e partecipai ad una gara
    d’appalto; ho lavorato con varie
    proroghe sino all’arrivo della
    Slia; io mi occupavo della raccolta
    rifiuti in una delle 5 zone di
    Sassari. In quest’attività ho avuto
    modo di conoscere Innocenzo
    Giannasi, all’epoca assessore
    all’Ambiente, e il dott. Giacomo
    Spissu, Sindaco di Sassari. Dopo
    che Spissu lasciò l’incarico di
    sindaco e Giannasi quello di
    assessore abbiamo stretto amicizia
    ed abbiamo iniziato l’attività
    della Gesam. In particolare i
    due mi dissero che era possibile
    avere finanziamenti a fondo
    perduto presentando un business
    plan per iniziative a sfondo
    industriale. In un’occasione mi
    fu chiesto, penso da entrambi,
    se avevo un’idea per la realizzazione
    di un progetto nel settore
    ambientale e mi misi a lavorare
    per realizzare un centro di
    raccolta di rifiuti differenziati
    che all’epoca non esisteva nella
    zona, e che, sull’esperienza di
    altre regioni, sarebbe divenuto
    col tempo necessario anche qui.
    A questo punto costituimmo la
    Gesam snc, partecipata da me al
    33,33% e da Laconi Giampaolo
    al 66,66%.
    A.D.R.: Laconi penso sia un
    parente o un amico stretto di
    Innocenzo Giannasi, e che avesse
    poco a che fare con questo
    progetto. Gli accordi erano
    stati fatti con Giannasi e Spissu,
    Laconi ne era a conoscenza
    ma non operava; si limitò a
    partecipare a qualche riunione
    e, quando glielo chiedeva
    Giannasi, a firmare atti della
    società. Successivamente la
    Gesam si trasformò in srl, con
    la medesima composizione
    sociale, e Giannasi entrò come
    Vicepresidente del C.d’A.
    Non so chi abbia versato la parte
    di capitale sociale di Laconi,
    non ne ho mai parlato né con
    lui né con Spissu e Giannasi. Io
    ho versato integralmente la mia
    parte. Tutta l’attività di richiesta
    del finanziamento non è stata
    seguita da me, ma dalla Idea
    Impresa di Giacomo Spissu, che
    si è occupata di tutta la pratica.
    A.D.R.: Penso che Spissu e
    Giannasi non figurassero in
    prima persona nella Gesam in
    quanto occupati in attività politica,
    ma non abbiamo mai parlato
    specificamente di ciò.
    A.D.R.: Ottenuta l’approvazione
    del progetto, avvenuta
    con quale ostacolo in quanto
    non era un vero e proprio progetto
    industriale, ma di servizi,
    ottenemmo la prima tranche
    di finanziamento di circa L. 2
    miliardi e 225 milioni, senza che
    fosse necessaria alcuna documentazione
    specifica ma solo
    dietro una fideiussione.
    Tale finanziamento fu incassato
    ed interamente speso
    per i fornitori.
    Ottenuto ciò dovevamo organizzare
    tutto il lavoro previsto
    nel piano industriale, ma ci
    rendemmo conto che risultava
    necessario l’apporto consistente
    di capitale proprio; infatti, una
    volta spesa la prima tranche,
    non avevamo liquidità. Preciso
    anche che per l’ottenimento
    del finanziamento occorreva un
    intervento di capitale personale
    nella misura del 30%. Io per la
    mia parte, anche tramite finanziamenti
    personali, sarei riuscito
    ad avere i liquidi disponibili, ma
    da parte di Giannasi e Spissu
    non ci fu la possibilità o la voglia
    di mettere a disposizione il capitale.
    Allora vennero fuori delle
    proposte, volte a procurarci i
    liquidi necessari, da far figurare
    come apporto di finanziamenti
    dei soci, tramite sovrafatturazioni
    o altri movimenti finanziari.
    Questa proposta venne sicuramente
    da Spissu e Giannasi.
    I discorsi relativi a queste
    proposte di sovrafatturazioni
    vennero da parte di Spissu e
    Giannasi in incontri personali
    avuto con me durante i miei
    frequenti viaggi in Sardegna
    per motivi di lavoro; gli incontri
    avvenivano in Viale Umberto
    negli uffici del dottor Spissu,
    cioè della società Idea Impresa,
    o presso gli uffici della Bureau
    System di Innocenzo Giannasi.
    A.D.R.: nell’ambito di queste
    proposte relative alla sovrafatturazione
    ci dividemmo il
    lavoro: Io personalmente mi
    dovevo occupare dell’acquisto
    del macchinario da parte della
    ditta facente capo ad Armitano
    Franco, mentre per tutto il resto
    dell’attività, cioè costruzione dell’immobile,
    installazione dei vari
    impianti, acquisto di materiali
    vari ed altro doveva essere seguita
    personalmente da Innocenzo
    Giannasi.
    Per quanto riguarda la
    parte che doveva seguire il
    Giannasi, posso essere preciso
    solo in relazione alla costruzione
    degli immobili: il Giannasi mi
    fece presente che dai lavori edili
    potesse venire una sovrafatturazione.
    L’impresa che ha svolto
    tutta l’attività è La Conia srl.
    Lo so in quanto avevo modo di
    vedere i movimenti bancari: in
    sostanza, La Conia srl fatturava,
    la Gesam pagava la fattura e una
    parte di quanto pagato tornava
    nelle casse della Gesam, mediante
    versamento in contanti ufficialmente
    come finanziamento
    soci; la cifra del finanziamento
    veniva ripartita, secondo quanto
    provvedeva il Giannasi, in un
    rapporto di 1/3 mio e 2/3 ufficialmente
    del Laconi, ma che in
    realtà era di Giannasi e Spissu.
    Credo che l’importo rientrato
    in questa forma alla Gesam e
    proveniente dalla sovrafatturazione
    di La Conia srl sia di circa
    300 milioni di lire.
    Il versamento dei contanti
    avveniva credo ad opera del
    Giannasi che, presumo, riceveva
    i contanti da La Conia srl. Faccio
    presente che ho effettivamente
    versato liquidi nella società: in
    particolare dovevano essere
    versati 120 milioni, per un
    pagamento in scadenza che
    ora non ricordo; io ho versato
    la mia parte di 40 milioni
    a patto che gli altri due, cioè
    Giannasi e Spissu, versassero
    80 milioni, cosa che è effettivamente
    avvenuta.
    A questo punto il P.M. mostra
    all’interrogato un appunto
    manoscritto, trovato in sede di
    perquisizione presso l’abitazione
    del Greco, in cui si fa riferimento
    ad un versamento di
    80 a nome Spissu e 40 a nome
    Greco, più una copia di estratto
    conto, riportante a mano gli
    appunto dello stesso Greco, con
    la dicitura 80.000.000 Giacomo
    e 40.000 Greco.
    R.: quegli appunti fanno
    riferimento a quanto dicevo:
    il Giacomo di cui si parla è
    Giacomo Spissu e il versamento
    era di provenienza della parte
    societaria costituita da Spissu e
    Giannasi.
    A quanto ne so, come per La
    Conia, anche le altre ditte in pratica
    dovevano soprafatturare ma
    visto che non sono state pagate,
    non so se l’abbiano fatto.
    Per quanto riguarda il macchinario
    Vauchet-Armitano, parlai
    con Armitano, a cui mi lega
    una conoscenza di antica data,
    per poter avere una sovravalutazione
    dell’impianto che doveva
    essere acquistato dalla Gesam.
    Lui accettò la proposta chiedendo
    una percentuale del 4% per
    la sua intermediazione sul totale
    dell’acquisto, poi salita al 5%.
    Così come risulta dagli
    appunti manoscritti trovati
    nella perquisizione nel mio
    domicilio, il macchinario veniva
    acquistato alla ditta di Armitano,
    avente sede nelle Canarie, per la
    cifra di circa L. 2.270.000.000,
    mentre il valore effettivo era di
    L. 1.680.000.000 circa. La differenza,
    di circa L. 600.000.000
    era la sovrafatturazione, da cui
    togliere la commissione per
    Armitano di L. 120.000.000.
    Poiché non è stato fatto il pagamento
    totale della fornitura, alla
    Gesam di quei L. 480 milioni
    circa sono rientrati circa L.280
    milioni, che io ho versato direttamente
    nelle casse della società,
    sotto forma di finanziamento
    soci, anche se non ricordo
    come sono stati ripartiti tra me e
    Laconi, presumibilmente secondo
    le solite percentuali, anche se
    è possibile che siano stati tutti
    intestati a me. I L.280.000.000
    mi sono stati dati fisicamente
    e in contanti da Armitano.
    Ricordo che ho fatto tre versamenti.
    Il P.M. mostra un promemoria
    apparentemente mandato
    per posta elettronica dal Greco
    all’indirizzo di Laconi:
    R.: Io a Laconi non ho mai mandato
    alcun promemoria, non
    vorrei che fosse qualcosa mandato
    da Giannasi a Laconi. Non
    ricordo di averlo mai spedito.
    D.R. per quanto riguarda
    l’appunto manoscritto trovato
    nel corso della perquisizione
    in cui si fa riferimento ad un
    cero sig. Black, che avrebbe
    avuto L.120.000.000, si tratta di
    Armitano e la cifra corrisponde
    alla commissione concordata.
    A.D.R.: In merito agli assegni
    versati a fornitori e mai riscossi,
    così come risulta dall’informativa
    della G.d.F., ho notizie
    indirette. Si stava avvicinando
    il tempo della seconda tranche
    del finanziamento: per poterla
    incassare occorreva provare che
    l’impianto era completo e che
    i fornitori erano stati pagati,
    con documentazione fiscale da
    presentare all’ente preposto
    all’istruttoria; Giannasi e Spissu
    avevano l’incarico di contattare
    i fornitori per farsi rilasciare fatture
    e dichiarazioni liberatorie,
    con l’accordo che effettivamente
    le somme non sarebbero
    state pagate nella circostanza.
    Non conoscevo con precisione
    il meccanismo concordato, cioè
    il fatto che erano stati staccati
    assegni che non sono mai stati
    incassati, ma sapevo che doveva
    essere fatta ai fornitori una proposta
    del genere. Io ho avuto la
    fortuna di uscire dalla società
    prima che questa seconda
    fase fosse conclusa, in quanto
    avevo altri lavori che dovevano
    iniziare. Tutta l’attività era stata
    conclusa da Innocenzo Giannasi
    e da Idea Impresa nella persona
    di Giacomo Spissu.
    Non so come si sia sviluppata
    l’attività successivamente
    poiché sono cessato dalla carica
    di amministratore nel luglio
    2002, ma ricordo che parlando
    con Spissu e Giannasi si fece
    riferimento a quanto poter
    ottenere da un fornitore o dall’altro;
    so che così è stato fatto
    con lo studio dell’architetto
    Orani, che fece il progetto e che
    venne nominato direttamente
    da Spissu e Giannasi; mi risulta
    che Orani sia fraterno amico di
    Giacomo Spissu. Lo stesso meccanismo
    è avvenuto con le stesse
    ditte di Spissu (Idea Impresa) e
    Giannasi (Bureau System). Gli
    accordi veri e propri con gli altri
    fornitori penso li abbia presi
    Giannasi direttamente. Non so
    se i fornitori fossero stati informati
    del motivo vero e proprio
    per i quali dovevano rilasciare
    le fatture, cioè per l’ottenimento
    della seconda tranche del finanziamento;
    erano comunque tutti
    fornitori con cui i due erano in
    rapporto di amicizia.
    Quando già ero fuori dall’amministrazione
    della
    società sentii Orani al telefono,
    che chiedeva notizie sul
    pagamento, e gli dissi che
    non avrebbe avuto problemi
    per i pagamenti in quanto era
    amico di Spissu.
    D.R.: Ho visto raramente
    Laconi, non ricordo se abbia
    mai partecipato a riunioni con
    Giannasi e Spissu. Siamo andati
    con Laconi insieme alla banca
    CIS a Sassari; in tale luogo, se
    male non ricordo, sono stato
    presentato da Spissu.
    D.R.: Il rapporto tra Spissu e
    Giannasi penso fosse a livello
    paritario, ma forse per la sua
    personalità il dottor Spissu aveva
    su Giannasi una certa influenza.
    D.R.: non so se Spissu abbia mai
    sfruttato la sua carica istituzionale
    o le sue conoscenze politiche
    per favorire il finanziamento
    alla Gesam; posso solo dire che
    ad un certo punto, secondo
    quanto mi disse il Giannasi, la
    pratica si era bloccata in corrispondenza
    dell’arrivo di ispettori.
    Successivamente mi disse che la
    cosa si era sbloccata, ma non so
    se per interventi esterni.
    Nel luglio 2002 subentrò
    improvvisamente Romolo
    Tilocca, portato nella società da
    Giannasi, che disse cha avrebbe
    garantito apporti finanziari.
    Quando è subentrato Romolo
    Tilocca io non lo conoscevo.
    Tilocca seppe tutto della reale
    situazione della società, tanto
    è vero che abbiamo redatto
    insieme (io, Laconi, Tilocca e
    Giannasi) un patto parasociale
    in forma di scrittura privata in
    cui veniva informato di tutta la
    situazione societaria. L’atto mi è
    stato sequestrato ed è in vostro
    possesso.
    A.D.R.: Ho scoperto solo leggendo
    gli atti della Guardia di
    Finanza il fatto che i fornitori
    non avevano riscosso gli assegni;
    sapevo che vi sarebbero
    stati degli accordi ma non in
    cosa consistessero.
    A.D.R.: Il fatto che Spissu e
    Giannasi non apparivano in
    qualità di soci lo facevo risalire a
    motivazioni politiche.
    A.D.R.: non sapevo se il motivo
    per cui non potevano figurare
    era legato al fatto che le loro
    società avevano usufruito del
    finanziamento per il contratto
    d’area, ovvero se non potevano
    figurare in quanto fornitori di
    beni o servizi alla Gesam.
    Idea Impresa ha fatto effettivamente
    il lavoro per cui è stata
    pagata dalla Gesam, e la Bureau
    ha fornito i beni e servizi come
    richiesto, ma non so se le loro fatturazioni
    fossero corrispondenti
    ai servizi prestati.
    L’interrogato spontaneamente
    dichiara: faccio presente
    che ho sempre creduto nella
    realizzazione di questa attività. Mi
    sono esposto finanziariamente
    in maniera pesante, tanto è vero
    che ad un certo punto ho dovuto
    fare una fideiussione per circa un
    miliardo e mezzo presso la Banca
    Comit di Cuneo (successivamente
    sanata), per un finanziamento
    concesso solo grazie alla fiducia
    che la banca aveva per la mia
    persona.
    Ad un certo punto, dopo l’arrivo
    di Tilocca, Giannasi mi disse che
    c’era un acquirente e che voleva
    uscire dalla società vendendo la
    sua parte; preciso che formalmente
    il Giannasi non era socio e
    che faceva riferimento alla quota
    di Laconi. Mi fecero credere che
    effettivamente tutto volevano vendere,
    al fine di indurmi a vendere
    anch’io. Ci fu un appuntamento
    in uno studio di un commercialista,
    quando mi presentarono
    l’acquirente, Cesaraccio Antonio,
    nel corso del quale arrivammo
    all’accordo per la cessione della
    mia quota per l’importo di
    Euro 105.000, anche se avevo
    chiesto di più; nella medesima
    occasione mi fecero credere
    che anche Laconi aveva ceduto
    e che era stato fatto un assegno
    come acconto, ma non era vero.
    In pratica fui solo io a cedere la
    mia quota e così fui estromesso
    per una cifra sicuramente molto
    bassa; ricordo che poco dopo l’atto
    del notaio fu fatta una formale
    inaugurazione dell’impianto a
    mia insaputa. Ritengo di essere
    stato strumentalizzato e allontanato
    dalla società quando questa
    è diventata produttiva.
    Il P.M. da atto che il verbale è
    fatto in forma riassuntiva. Si
    chiude alle ore 18,15. I difensori
    rinunciano ai termini di deposito.
    Il P.M. rilascia due copie
    informali del presente verbale.
    Letto e sottoscritto.
    Il Pubblico Ministero
    Dott. Giovanni Caria


    -------------------------------------------------------------------------
    Il giorno 4/7/2005 alle ore 15,00 in Procura della Repubblica
    presso il tribunale di Sassari, davanti al P.M. Giovanni Caria è
    comparso Greco Luigi, nato a Torino il 19/07/1941, residente a
    Limone Piemonte Via Almeliina n°5. Titolo di studio: diploma
    di ragioniere; stato civile: divorziato; attività lavorativa: imprenditore.
    Sede della Società a Cuneo, altre sedi sono a Sant’Elpidio,
    Porto Torres come basi di partenza poi diffuse nel territorio.
    Precedenti penali: sì, un patteggiamento ed un decreto penale
    per violazioni del decreto Ronchi. Avvocati: Andrea Copello e
    Giancarlo Buongiorno Gallegra del foro di Genova: entrambi
    presenti. Il pubblico Ministero dott. Giovanni Caria gli contesta i
    fatti: come da originario invito a presentarsi e decreto di perquisizione
    già eseguito e gli rende noti elementi di prova e relative
    fonti: informativa n°1414/6792 in data 18/3/2005 del Nucleo
    Polizia Tributaria G.d.F. di Sassari già consegnata in copia, con
    riferimento alle argomentazioni riportate; esito della perquisizione
    domiciliare, da cui risulta confermato quanto riportato
    nella detta informativa. Il Pubblico ministero avvisa l’interrogato
    che le sue dichiarazioni potranno sempre essere utilizzate nei
    suoi confronti; salvo quanto disposto all’art.66 co.1 c.p.p., ha
    facoltà di non rispondere ad alcuna domanda, ma comunque
    il procedimento seguirà il suo corso; se renderà dichiarazioni
    sui fatti che concernono la responsabilità di altri, assumerà in
    ordine tali fatti, l’ufficio di testimone, salve le incompatibilità
    previste dall’art. 197 c.p.p. e le garanzie di cui all’articolo 197 bis
    c.p.p.. Luigi Greco dichiara: Intendo rispondere.

    momotibuuuuuu

  6. #6
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    LA qUESTIONE IMmORALE

  7. #7
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    Io no parlo perchè ho letto quell'articolo. Conosco la situazione soru e tutto quello che gira intorno a lui di persona, dato che anche io faccio il suo stesso lavoro, e chi sa perchè i lavori delle amministrazioni pubbliche girano sempre intorno a dei nomi che sono legati a Soru. Non ci ha fatto risparmiare assolutamente niente dato che il servizzio che lui offre ha dei costi non da poco. Ti posso assicurare che lo stesso servizio ( forse migliore ) viene venduto ad un decimo di quanto lo offre lui solo che dato che c'è lui.

  8. #8
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    Soru è un imprenditore sardo di scuola lombarda, ke come tutti gli italiani ke governano la sardegna tenta sempre di tirare in ballo le questioni dell'identità ma alla fine ciò ke fanno è amministrazione di denaro e cose del genere, rinviando all'infinito questioni culturali ecc.ecc.
    Finas a s'indipendentzia!

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da mriccardo86
    Soru è un imprenditore sardo di scuola lombarda, ke come tutti gli italiani ke governano la sardegna tenta sempre di tirare in ballo le questioni dell'identità ma alla fine ciò ke fanno è amministrazione di denaro e cose del genere, rinviando all'infinito questioni culturali ecc.ecc.
    Concordo con te

 

 

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