TRIESTE – Sono passati 40 anni. Poi, l’1 febbraio, la Marilenghe, la lingua friulana, appartenente al gruppo delle lingue orientali neolatine, ha fatto il suo ritorno ufficiale.
"O declari vierte la 174esime sentade dal Consei Regjonal dal Friul Vignesie Julie. (Dichiaro aperta la 174esima seduta del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia)".
E’ con queste parole, infatti, che il presidente del Consiglio Regionale Alessandro Tesini ha aperto, per la prima volta dalla nascita della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la seduta dell’Aula, a Trieste. Tesini ha poi ricordato, sempre in friulano, le disposizioni in merito alle possibilità per i consiglieri di fare uso della propria lingua. Ha quindi informato sulla disponibilità dei verbali delle sedute precedenti e svolto le consuete formalità, comunicando i permessi accordati ai consiglieri che ne avevano fatto richiesta. Il Presidente ha quindi proseguito parlando in italiano, sottolineando la scelta linguistica fatta per aprire formalmente i lavori, ricordando che domani sarà per la prima volta applicato il Question Time per le interrogazioni a risposta immediata, e passando la parola ai consiglieri per le interpellanze e mozioni in calendario.
Ora, grazie alle nuove norme del regolamento interno, tutti i membri hanno potuto esprimersi nelle lingue minoritarie contenute nello statuto: sloveno, friulano e tedesco. Il che ha comportato il frequente utilizzo dell’auricolare per la traduzione simultanea da parte dei consiglieri, giornalisti, funzionari presenti. Un aspetto che ha suscitato la perplessità degli esponenti di Forza Mafia, visto il costo di oltre 1000 euro a seduta per le traduzioni. E se, ancora dall’opposizione, si giudica l’iniziativa come un accentuare le diversità, la maggioranza, invece, la giudica come un segno di civiltà e sottolinea la costante attenzioni del Consiglio a tutte le specificità della Regione.
Nella storia dei movimenti autonomistici è entrato di diritto il famoso intervento in varesotto, agli inizi degli anni ottanta di un consigliere dell’ allora Lega Lombarda, movimento da cui poi in seguito è nata la Lega Nord.
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