Chiesta dai consiglieri leghisti del Veneto l’abrogazione della legge regionale che dispone interventi “a tutela della cultura dei rom e dei sinti”
Gli undici consiglieri del gruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Veneto hanno presentato un progetto di legge composto di un unico articolo che chiede l'abrogazione della legge veneta che dispone interventi “a tutela della cultura dei Rom e dei Sinti”.
La norma che i consiglieri leghisti intendono abrogare risale al 1989 anno in cui fu approvata dall’assemblea veneta per allargare anche ai nomadi di etnia Sinti gli interventi di tutela previsti da una precedente legge del 1984 che si occupava solo degli zingari Rom. La legge attualmente in vigore prevede finanziamenti agli enti locali (Comuni anche consorziati e Comunità Montane) da destinare, soprattutto, all’allestimento di campi sosta attrezzati per gli zingari, all’inserimento scolastico dei loro bambini e l’inserimento lavorativo degli adulti.
«In nome di una malintesa “cultura dell’accoglienza” - spiega il primo firmatario della proposta abrogativa, il consigliere Federico Caner - per anni sono stati erogati ingenti finanziamenti (dal 2000 al 2004 oltre 395 mila euro) a questi gruppi Rom e Sinti producendo danni enormi, dal punto di vista sociale, alla comunità nazionale e alle genti venete in particolare».
«Il problema della presenza di insediamenti di tribù nomadi nella nostra regione - afferma ancora l’esponente leghista - va considerato per quello che è: un problema, appunto, che non può essere risolto addirittura agevolando e incentivando mediante finanziamenti pubblici la presenza dei campi-sosta nel territorio regionale. La presenza di comunità Rom e Sinti nelle nostre città è un qualcosa che non va tutelato, ma, tuttalpiù, tollerato nel doveroso rispetto dei differenti modi di vita».
«La gente veneta è ospitale - spiega ancora il consigliere regionale della Lega - ma questa sua predisposizione non va confusa con incapacità di autotutelarsi dalla presenza di insediamenti di genti e popoli che per le loro peculiarità e i loro costumi (in verità assai discutibili) rappresentano una costante fonte di disagio e di turbamento sociale anche in considerazione delle numerosissime violazioni della legge penale e dei problemi di ordine pubblico che seguono costantemente la presenza di questi insediamenti nel territorio».
[Data pubblicazione: 07/02/2006]