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  1. #1
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    Predefinito Prodi e il Caso Moro: la pistola fumante

    http://gabrieleparadisi.splinder.com/


    Sostiene il Senatore Paolo Guzzanti di Forza Italia, che Prodi “ha protetto le Brigate Rosse e ha fatto ammazzare Moro”.

    Sono accuse pesanti alla vigilia di elezioni politiche che vedono Romano Prodi candidato per il Centro Sinistra alla Presidenza del Consiglio.

    Il Senatore Guzzanti è anche Presidente della Commissione Mitrokhin che sta indagando sui documenti trasmessi dal servizio segreto britannico al SISMI e relativi alla rete spionistica del KGB in Italia negli anni della guerra fredda.

    Recentemente la Commissione s’è recata in Ungheria per visionare materiale scottante e il Senatore stesso alla vigilia di quel viaggio aveva anticipato alla stampa “verità pazzesche” che stavano emergendo proprio in merito al ruolo svolto da Prodi nel sequestro Moro.

    Il momento centrale della vicenda risulta essere la famosa seduta spiritica del 2 aprile 1978 a cui Prodi partecipò e in cui “emerse” il nome di Gradoli.

    Nell’articolo del 6 febbraio abbiamo cercato di analizzare la documentazione disponibile (le audizioni fatte dalle varie commissioni parlamentari ai partecipanti a quella seduta), per verificare se ci fossero elementi tali da giustificare la tesi così terribile di Guzzanti.

    A noi non è sembrato di rilevarne, malgrado la puntualizzazione tempestiva del senatore, al quale abbiamo poi chiesto immediatamente se esistessero documenti nuovi ed inequivocabili di cui noi non eravamo a conoscenza.

    Infatti, vista la tenacia con cui viene ripetuta quella tremenda accusa a Prodi, tutto lasciava intendere che la Commissione avesse scovato in qualche polveroso archivio dell’est la “smoking gun”.

    In realtà Guzzanti ci ha così motivato le sue conclusioni che a questo punto anche noi riteniamo “pazzesche”:

    * la seduta fu a giudizio di tutti una “messinscena”;

    * non tutti forse erano consapevoli di questa messinscena, ma almeno uno sì;

    * Prodi fu l’unico partecipante che si assunse la responsabilità di comunicare l’informazione alle autorità e lo fece oltretutto con una certa lentezza (dopo un paio di giorni).

    Fin qui tutto sommato nulla di nuovo. E allora la prova regina dove sta? Eccola. Lasciamola esporre al Senatore in persona:

    “La smoking gun consiste nel fatto che una messinscena è stata preparata per far sì che il messaggio “Gradoli” fosse alterato come “città di Gradoli” e diffuso in questa forma, sicché potesse essere letto da chi trovandosi in “via Gradoli” potesse riceverlo e agire di conseguenza. Visto che con Gradoli sono state fornite anche altre due città limitrofe [Bolsena e Viterbo, Ndr], lo scopo effettivo della messinscena è provato oltre ogni ragionevole dubbio”.

    ?!

    Sì, avete capito bene. La prova inattaccabile della colpevolezza di Prodi è in quei due nomi di località, Bolsena e Viterbo appunto, buttati lì dissimulando distrazione e leggerezza, che hanno accompagnato, la parola “Gradoli”.

    Due paroline fintemente innocenti che hanno indotto le Forze dell’Ordine al blitz con dispiegamento di mezzi e di mass media nell’ameno borgo medievale, ma nel contempo hanno fatto capire ai brigatisti del covo di Via Gradoli “che era ora di togliere le tende”.

    ?!

    Ora sulla scarsa fantasia delle Forze dell’Ordine c’è una vastissima, per quanto discutibile, letteratura, ma confidare nel fatto che a nessuno, dico nessuno, potesse venire in mente, anche per puro caso, di associare a quel nome un'altra accezione è segno di spudorata e deprecabile sfiducia negli organi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

    Ora, mi chiedo, se Prodi era un burattino teleguidato dai servizi sovietici, non aveva altro mezzo per far giungere un messaggio, un segnale, agli amici brigatisti? Un sistema, diciamo così, meno rischioso per i brigatisti stessi?

    La notizia di “Gradoli” divenne di pubblico dominio nel momento stesso in cui le Forze dell’Ordine irruppero nell’amena località, non certo giorni o ore prima del blitz.

    E se qualche solerte e agile funzionario avesse preso in considerazione l’ipotesi “Via” anziché “paese” forse il “messaggio” sarebbe giunto ai brigatisti un po’ troppo in ritardo, o no?

    E ancora, se foste dei brigatisti, e un vostro “informatore”, “fiancheggiatore”, per dirvi di andare via da un luogo urlasse “urbi et orbi” il nome esatto del nascondiglio, ovviamente aggiungendo però qualche particolare irrilevante tanto per depistare con sagacia le prime ricerche, che cosa pensereste, o cosa vi verrebbe voglia di fare a quel signore?

    Io dico che “fiancheggiatori” così è meglio perderli che trovarli. O no?

    Tornando seri. E’ pensabile che qualche tribunale democratico possa prendere in considerazione un’accusa così infamante e grave basata su una ipotesi (in sostanza un'opinabile interpretazione di fatti), così debole?

    Ma forse abbiamo capito male. Il senatore ha certo prove ben più serie e documentate… che ci farà sicuramente avere.

    Palla al centro

    Gabriele

  2. #2
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    evidentemente il senatore guzzanti deve giustificare in qualche modo il suo cambiamento di rotta (da militante comunista, che ospitava i rifugiati politici a casa sua, a tirapiedi forzista) e non ha trovato nulla di meglio se non ritirare fuori questa storiaccia diffamatoria...
    sembrerebbero invece più che delle semplici ipotesi diffamatorie invece, gli insabbiamenti attuati dalla p2... non mi risulta che prodi sia mai stato iscritto alla p2, silvio berlusconi si invece...

  3. #3
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    Predefinito

    "militante comunista, che ospitava i rifugiati politici a casa sua"...
    A cosa ti riferisci? Non conosco la storia di Guzzanti...
    Gabriele

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da CieliLimpidi
    "militante comunista, che ospitava i rifugiati politici a casa sua"...
    A cosa ti riferisci? Non conosco la storia di Guzzanti...
    Gabriele
    il senatore guzzanti è il padre dei famosi comici corrado e sabina.
    sua figlia è una contestatrice assoluta del governo berlusconi (che lei chiama regime), lui, il senatore guzzanti, invece, è un senatore di forza italia.
    gli scontri tra padre e figlia sono frequentissimi, la figlia accusa il padre di essere un venduto, non si spiega come sia possibile che l'uomo che l'ha fatta crescere tra cortei, manifestazioni, in mezzo a rifugiati internazionali oggi sia un senatore di forza italia...
    guzzanti è uno dei tanti ex comunisti arruolati da berlusconi, anche bondi era comunista (e oggi un ex comunista è il cordinatore di forza italia)...

  5. #5
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    So degli scontri con la figlia... mi riferivo a quel cenno in cui dici che Guzzanti ospitava in passato, in casa, rivoluzionari, rifugiati o altro...
    Che storia è? Mi piacerebbe saperne di più, se puoi.
    Gabriele

  6. #6
    Valdôtain avant tout!
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    Comunque la vicenda della cosidetta "seduta spiritica" è da molti vista come vera e propria messa in scena, e fino ad ora l'unico vero testimone che ne ha parlato seriamente resta Romano Prodi...

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da CieliLimpidi
    So degli scontri con la figlia... mi riferivo a quel cenno in cui dici che Guzzanti ospitava in passato, in casa, rivoluzionari, rifugiati o altro...
    Che storia è? Mi piacerebbe saperne di più, se puoi.
    Gabriele
    ora cerco qualcosa... avevo letto qualche accenno di quello che faceva prima di "convertirsi" a forza italia non più di un paio di mesi fa...

  8. #8
    Hanno assassinato Calipari
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    Guzzanti è un folle.

    altro motivo per mandare i bananas a casa con il voto.

  9. #9
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    Predefinito Puntualizzazione di Guzzanti

    Il Senatore Guzzanti non ha gradito il mio articolo.
    Riporto per completezza il testo di Guzzanti del 6 febbraio che avevo utilizzato, poi, di seguito la sua odierna puntualizzazione:

    3 La messinscena è fuor di dubbio. Che per chi ha messo in scena si tratti più precisamente di una serie di menzogne raccontate al magistrato inquirente, alla Commissione Moro e poi alla Commissione Mitrokhin sembra lapalissiano.
    4 La smoking gun, se si vuole accontentare della logica e dell’evidenza, consiste nel fatto che una messinscena è stata preparata per far sì che il messaggio “Gradoli” fosse alterato come “città di Gradoli” e diffuso in questa forma, sicché potesse essere letto da chi trovandosi in “via Gradoli” potesse riceverlo e agire di conseguenza. Visto che con Gradoli sono state fornite anche altre due città limitrofe, lo scopo effettivo della messinscena è provato oltre ogni ragionevole dubbio.
    5 – Siamo tutti certi che non tutti i partecipanti sapessero di partecipare a una messinscena, ma almeno uno sì.
    6 – L’autore della messinscena simula una distratta sorpresa e poi avverte che ci penserà lui a far arrivare il messaggio.
    L’autore della messinscena è l’unico che si proponga per un tale impegno e che lo attui (la spiegazione secondo cui il piattino tornava all’inizio della parola per dare ENTER e considerare la parola completa dimostrerebbe che questo spirito metafisico è anche un operatore marconista di straordinarie risorse, peraltro ben compreso dai suoi interlocutori che ne accettano il codice).
    7 – Trovi, caro Paradisi, il punto debole nei punti 3, 4, 5, 6 e concluda: se ci fu messinscena organizzata, e ben organizzata, per dirottare l’attenzione su Gradoli, allora ne consegue che si trattò di un piano per far sapere a chi si trovava in v. Gradoli che era ora di togliere le tende.
    8 – Se tutto ciò risulta vero come è vero, documentalmente e logicamente, ne consegue che colui che prese l’impegno di informare le autorità agiva allo scopo di salvare i brigatisti e rendere non rischiosa per coloro che lo trattenevano Moro, l’esecuzione del prigioniero al termine dei suoi interrogatori.
    9 –Non vedo affatto prove della versione buonista della vicenda: il buon Prodi che avendo saputo da ambienti vicini all’autonomia che Moro è a via Gradoli, invece di dare all’istante e per telefono l’informazione riservata (e protetta dalla legge come informazione riservata) crea una messinscena organizzata con complicati artifici per diventare una falsa informazione utile a rendere inutilizzabile l’informazione vera.
    10 – Ecco perché ritengo che Prodi abbia svolto una parte attiva nella vicenda e che lo abbia fatto in un contesto visibile.


    Puntualizzazione dell'8 febbraio
    1. No, Paradisi, non sono affatto contento. Lei ha manipolato il mio testo anziché trasmetterlo tale e quale come poteva perfettamente fare e NON ha fatto.
      Questo è pazzesco, e anzi astuto ed è un modo di barare.

      che la Commissione avesse trovato una diversa smoking gun lo dice lei.
    2. che si trattasse di una ovvia messinscena lo ha scritto lei e io ho risposto al suo testo.
    3. che se era una messinscena ciò implicava che qualcuno, almeno uno, l’avesse organizzata, è la conseguenza irrimediabile e logica del fatto che fosse una messinscena. Che potesse essere più di uno è possibile, che dovesse essere almeno uno è irrinunciabile. Lei era forte in logica a a scuola?
    4. Quindi: qualora fossimo d’accordo con lei Paradisi nel dire che quella del piattino fosse una messinscena,. Dovremmo concludere che almeno una persona l’aveva messa in scena. Chi?
    5. Se noi conveniamo con Gabriele Paradisi sul fatto che fu una messa in scena e che almeno uno dei partecipanti doveva averla messa in scena, dobbiamo chiederci perché quel qualcuno avesse voluto metterla in scena. Mi segue Gabriele? E’ capace di trasportare senza manipolare, barare, ridicolizzare?
    6. Se qualcuno voleva mettere in scena una messinscena per trattare l’informazione Gradoli, bisogna osservare e prendere noto in che modo fu trattata questa informazione.
    7. L’informazione Gradoli fu trattata in modo tale che apparisse fuor di dubbio che andava messa in relazione con il centro abitato di Gradoli e non con via Gradoli a Roma, come si evince dal fatto che accanto a Gradoli furono indicate (sempre con la messinscena del piattino rotante per forza metafisica computerizzata e geografica) le città viciniori di Bolsena e di Viterbo, aggiungendo anche una passata del piattino sulla carta geografica stradale sulla quale il piattino copriva l’intero alto Lazio. Questa sovrabbondanza di insistenza sul fatto che Gradoli fosse il Paese e non la via soddisfa la questione “e se qualche solerte funzionario....”.
    8. Dunque la messa in scena è consistita nel trattare l’informazione Gradoli in modo tale da indicare Gradoli Paese e una sola persona si è offerta, fra gli altri partecipanti, di trasmettere l’informazione alle autorità competenti. La messinscena non avrebbe avuto alcuno scopo se non fosse terminata con il trasferimento di una informazione da una fonte originante ad un ricevitore competente. Quella persona fu il professor Romano prodi e soltanto lui. Prodi inoltre non telefonò, non si precipitò, non andò dalla polizia, né dai servizi segreti o dalla magistratura, la sussurrò la bizzarra indiscrezione alla segreteria della Dc, la quale trasmise alla polizia che andò a Gradoli sotto i riflettori e i brigatisti di via Gradoli tolsero subito le tende vedendo che il loro indirizzo era bruciato.
    9. Dunque la messa in scena ebbe come effetto finale di far sapere ai brigatisti che era ora di sloggiare. Si può amenamente discutere se questo fosse lo scopo del professor Prodi.
    10. Sembra indiscutibile che se lo scopo di Prodi fosse quello di aiutare Moro nel caso che la sua prigionia fosse in relazione con un indirizzo ricevuto, allora Prodi avrebbe dovuto con rapidità ed efficacia precipitarsi a dare la sua informazione, per bizzarra che fosse: la polizia del resto non lo considerò un pazzo visionario, tant’è che andò a Gradoli.
    Paradisi, sono molto scocciato, le confesso. Il suo modo di agire non mi è piaciuto per niente, non la scuso affatto e mi lascia pensare molto male. Io l’ho autorizzata a trasferire MIEI testi sul suo blog e non sue manipolazioni. Adesso mi risparmi l’esegesi dei testi: la invito a trasferire subito, ad abundanziam, sia il MIO testo precedente, sia QUESTO nel suo blog, integralmente e senza barare.
    Paolo Guzzanti

    Ognuno faccia le sue considerazioni


  10. #10
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    caro mio, le liste elettorali non sono state ancora chiuse.
    la lotta per prendere i primi posti è più feroce di quanto sembri, soprattutto ora, perchè pare che per i servi del nano non ci sia troppo da scialare.
    quindi la gara è partita, chi tra i servi si mostrerà più servo forse sarà premiato.
    così va la vita.
    ciao
    mao

 

 
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