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Discussione: Sosteniamo l'IRAN

  1. #11
    fioca luce
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    Citazione Originariamente Scritto da Bandiera Nera
    Se tu avere ideologia tu venire a combattere con noi fratelli mussulmani
    sostieni sta cippa.
    Immaginati di essere un acclamato, decorato, eroe nazionale, un idolo per milioni di persone disperate, poi, nel giro di sei mesi, condannato a morte tramite impiccagone ~ Joachim Peiper

  2. #12
    Saloth Sâr
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    Citazione Originariamente Scritto da Bandiera Nera
    Se tu avere ideologia tu venire a combattere con noi fratelli mussulmani
    Questo è un forum di politica, cosa ci fai qui ? Sfotti ?
    Sappi che anche Mussolini sostenne la causa araba, ospitò persino il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al Hussein a Roma dopo il fallimento del golpe filo-tedesco iracheno del 1941.

    Ma con certi tipi meglio non perdere tempo...

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Der Tote Wolf
    sostieni sta cippa.
    Che c'e' tu non sostenere piu' grande Iran?

  4. #14
    email non funzionante
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    Citazione Originariamente Scritto da Saloth Sâr
    Questo è un forum di politica, cosa ci fai qui ? Sfotti ?
    Sappi che anche Mussolini sostenne la causa araba, ospitò persino il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al Hussein a Roma dopo il fallimento del golpe filo-tedesco iracheno del 1941.

    Ma con certi tipi meglio non perdere tempo...
    Tu che fare davanti a sporco computer inventato da americani tu venire subito qui a tirare pietre

  5. #15
    fioca luce
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    Citazione Originariamente Scritto da Bandiera Nera
    Che c'e' tu non sostenere piu' grande Iran?
    Sostieni Pereira.
    Immaginati di essere un acclamato, decorato, eroe nazionale, un idolo per milioni di persone disperate, poi, nel giro di sei mesi, condannato a morte tramite impiccagone ~ Joachim Peiper

  6. #16
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    Vero, ennerre, mi schiero con te. Complimenti a Rinascita per questa lodevole iniziativa.

  7. #17
    Saloth Sâr
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    Post La Repubblica Islamica dell'Iran e l'ipocrisia statunitense

    La Repubblica Islamica dell'Iran e l'ipocrisia statunitense di Manuel Negri

    La disinformazione, la cattiva e la falsa propaganda occidentale nei confronti dell'Islam e, in particolar modo, nei riguardi della Repubblica Islamica dell'Iran, risulta far parte di un più ampio disegno strategico intessuto dal Sistema giudaico-mondialista, volto alla destabilizzazione e ad un ipotetico indebolimento della compattezza della Repubblica Islamica.
    Recentemente, le consultazioni elettorali per il rinnovo del Majlis, hanno favorito i più 'frivoli favoleggiamenti' e le 'melliflue analisi' da parte degli 'scribacchini' benpensanti dei 'grandi' organi di (dis)informazione. All'opinione pubblica occidentale, completamente ignorante e volutamente male informata della realtà iraniana, la campagna elettorale è stata presentata come una sfida tra conservatori e riformisti, come se si trattasse di una contrapposizione tra due schieramenti antagonisti, sulla falsa riga di un bipolarismo di stampo anglosassone. Niente di più falso.
    Innanzitutto, non è possibile giudicare la politica di uno Stato come la Repubblica Islamica dell'Iran utilizzando i 'parametri' delle democrazie parlamentari dell'occidente. "Il governo islamico non è affine agli attuali sistemi di governo. (…) Il governo islamico non è dispotico, bensì costituzionale. Tuttavia, non è costituzionale nel significato corrente della parola, che si riferisce al sistema parlamentare o ai consigli del popolo. E' costituzionale nel senso che coloro i quali hanno la responsabilità degli affari pubblici osservano un certo numero di condizioni e di norme sottolineate nel Corano e nella Sunna, in cui si esprime la necessità di prestare osservanza al sistema islamico e di applicare i dettami e le leggi dell'Islam. Ecco perché il governo islamico è il governo della Legge divina."1
    In merito alle ultime consultazioni elettorali, occorre rilevare che in Iran non esistono schieramenti contrapposti che perseguono obiettivi diversi; ogni candidato, precedentemente sottoposto al Consiglio di Vigilanza, concorre al bene del Paese e "in considerazione del fatto che la Rivoluzione Iraniana ha avuto una natura integralmente islamica, le leggi del Paese debbono senza eccezione essere conformi ai precetti rivelati dall'Islam."2 Ha perfettamente colto l'essenza della Repubblica islamica il mondialista E.Luttwak che, in risposta agli 'improvvisati editorialisti', convinti dell'imminente cambiamento in Iran, ha così espresso il proprio pensiero: "una cosa possiamo dire con certezza a proposito dell'Iran. Subito dopo le elezioni e nonostante la massiccia vittoria dei riformisti, la sua politica non cambierà molto. Il motivo è immediatamente comprensibile, se si considera la costituzione Islamica che restringe seriamente i poteri del Majlis, il Parlamento."3
    Questo perché il Consiglio di Vigilanza è incaricato di verificare la concordanza fra le leggi approvate dal Parlamento ed i Principi dell'Islam; tale consiglio, composto da sei giuristi e sei giurisperiti viene nominato dal waly faqi, la Guida del Paese, attualmente l'Ayatollah Sayyed Alì Khamenei, massima autorità dello Stato, detentore delle decisioni in politica estera e capo supremo delle Forze Armate.
    "Secondo la Costituzione della Repubblica Islamica dell'Iran, in assenza dell'atteso Imam al-Mahdi (che Dio affretti la sua apparizione) la Guida (Imamato) del paese è affidata ad un probo giurisperito, conscio dei problemi del mondo contemporaneo, in grado di amministrare il paese ed accettato come tale dalla maggioranza della popolazione."4 Popolazione che, in occasione delle consultazioni elettorali, ha dato adito al fatto di credere fortemente nelle istituzioni, con un'affluenza alle urne elevatissima, percentuali che in tutto l'Occidente non si raggiungono da anni, poiché il popolo, ormai stanco di una corrotta classe politica, non crede più nelle istituzioni. Gli elettori iraniani hanno largamente appoggiato uomini come Reza Khatami, fratello del Presidente della Repubblica, etichettato dai media occidentali come un 'democratico riformatore' e nemico dell''ultraconservatore' Khamenei.
    Anche in questo caso viene palesata la totale ignoranza e la completa disinformazione della realtà iraniana, così come era apparso al tempo dell'elezione alla Presidenza della Repubblica Islamica di Mohammad Khatami.
    Reza Khatami appartiene alla generazione che appoggiò con entusiasmo la Rivoluzione contro il regime dello scià, guidata dall'Imam Khomeyni; partecipò in prima persona alla guerra contro l'Iraq, e, come il fratello, è un continuatore della politica dell'Imam Khomeyni.
    Zarah Khomeyni, figlia dell'Imam, in un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" del 20 febbraio scorso dichiara: "siccome la gente ama il Presidente, pensano che anche il fratello Mohammad Reza seguirà quella via. Sarà il futuro a dimostrarlo(…) Non ci sono state trasformazioni contrarie al pensiero dell'Imam. Ciò che il presidente Khatami dice o fa non è contrario a quelle idee."
    L'Iran è un Paese libero, indipendente e sovrano, non soggetto ai dettami di alcuna organizzazione transnazionale non governativa; un Paese che conduce liberamente una politica estera funzionale ai propri interessi e non a quelli di una multinazionale qualsiasi. Una nazione che adotta una politica economica improntata ai bisogni del proprio popolo.
    Ma la libertà di questo Paese viene attaccata dall'esterno, da gruppi ostili alla Rivoluzione, finanziati e sostenuti dall'Occidente giudaico-mondialista. Questo perché, come afferma il Presidente Khatami: "Il sistema che ci è ostile, non tollera le società diverse da se stesso, e tenta di stroncare sul nascere tutti i movimenti indipendenti. Per l'Occidente nulla vale, se non il proprio tornaconto; e se una popolazione volge le spalle ai suoi valori o si rifiuta di servire i suoi interessi, essa concentra tutte le proprie notevolissime capacità nell'impegno di costringerla ad arrendersi pena, in alternativa, rischiare l'annientamento locale. Questa è la precisa spiegazione del perché la nostra Rivoluzione sia stata costretta a fronteggiare ondate di cospirazioni e pressioni sin dal momento in cui è sorta."5 I gruppi di opposizione presenti in Iran, hanno tentato, fin dall'estate, di destabilizzare la situazione interna iraniana, giungendo perfino a compiere attentati dinamitardi nei giorni precedenti le consultazioni elettorali.
    Il 5 febbraio è stato attaccato a colpi di mortaio il palazzo presidenziale a Teheran. Il 13 marzo scorso, i "Mujaheddin del popolo" hanno rivendicato un attentato contro il quartier generale dei Pasdaran. Nonostante gli attacchi terroristici interni, malgrado le pressioni diplomatiche internazionali e l'isolamento economico-commerciale voluto da Israele e dagli Stati Uniti, l'Iran, grazie alla propria compattezza ed alla propria pragmaticità ha saputo tessere importanti relazioni con diversi Stati europei i quali, in primis l'Italia, seguendo i propri naturali interessi geopolitici ed economici hanno provocato un grave smacco agli Stati Uniti. Occorre dare merito al ministro degli Esteri Lamberto Dini che, ottimo continuatore ideale della politica estera mediorientale condotta da Andreotti, ha potuto ampliare l'apertura di credito verso il governo di Khatami sottolineando il fatto che "l'Iran abbia la capacità e la volontà di essere un paese libero, divenendo un punto di riferimento per l'area mediorientale."6
    Gli Stati Uniti, scavalcati dall'Europa, hanno cercato recentemente di rimediare annunciando ipocritamente a possibili allentamenti all'embargo economico-commerciale nei confronti della Repubblica islamica.
    Il governo statunitense da una parte tende una mano verso l'Iran, dall'altra sostiene i gruppi di opposizione con lo scopo di destabilizzare la nazione iraniana. L'ebrea Magdeleine Albright, segretario di Stato statunitense, ha annunciato "lo smantellamento delle sanzioni economiche globali che il Presidente Reagan impose all'Iran nel 1985. (…)Madeleine si è scusata con il regime degli ayatollah per due importanti colpe dell'America nei confronti dell'Iran. Due colpe storiche: il sostegno di Washington nel 1953 al contro colpo di Stato a Teheran, che restituì allo Scià Reza Pahlevi i poteri che gli erano stati tolti dal primo ministro Mossadeq, fautore della nazionalizzazione delle aziende petrolifere angloamericane; restaurazione che portò poi alle brutali repressioni da parte della monarchia. E l'appoggio fornito dal governo di Washington a quello di Bagdad negli anni ottanta, durante la 'guerra degli otto anni' fra Iran e Iraq"7. Non a caso, queste ipocrite e melliflue 'aperture' sono state avanzate alla vigilia della conferenza dell'Opec, ove gli Stati Uniti avevano tutto l'interesse a convincere l'Iran ad adeguarsi alle scelte 'imposte' agli altri paesi arabi, poiché il caro-petrolio rischierebbe di rallentare l'espansione economica dei paesi dipendenti dagli approvvigionamenti petroliferi del Golfo, tra cui gli europei, ma soprattutto gli Stati Uniti. Lo stesso Bijam Namdar Zanganeh, ministro iraniano del petrolio, ha avuto questo sentore: "Gli Stati Uniti cercano di intimidirci. Non ci riusciranno…"8. Una risposta decisa giunge come sempre dell'Ayatollah Khamenei, il quale respinge le aperture nei confronti dell'Iran.
    "La proposta americana è un inganno e mira a mantenere lo stato di inimicizia nei nostri confronti", ha detto Khamenei riferendosi alla così detta "diplomazia del caviale".
    "Le confessioni degli Usa in merito al loro sostegno alla famiglia dello Scià e all'Iraq durante la guerra del 1980-88 sono tardive e non compensavano in alcun modo i danni subiti dalla nazione iraniana", ha continuato Khamenei secondo cui "gli Stati Uniti si comportano come dei vandali: erano, sono e rimarranno il proprio nemico"9.



    NOTE
    1) Ayatollah Khomeyni, "Il Governo Islamico", LedE, Roma 1980, p.69
    2) Uno sguardo alla Repubblica Islamica dell'Iran, a cura del Ministero degli Affari esteri della Rep. Islamica dell'Iran
    3) E. Luttwak "Iran, piano con la democrazia", il Resto del Carlino 24 febbraio 2000
    4) Come nota 2, p.57
    5) Mohammad Khatami "Religione, libertà e democrazia", Ed.Laterza, Bari 1999, p.149
    6) Il Resto del Carlino, 6 marzo 2000
    7) Il Giornale, 18 febbraio 2000
    8) Il Resto del Carlino, 26 marzo 2000
    9) Il Corriere della Sera, 26 marzo 2000

    Tratto da "Avanguardia" (n. 170, marzo 2000) &endash; Cas.postale 170 &endash; 91100 Trapani

  8. #18
    Saloth Sâr
    Ospite

    Post Il messaggio dell'Imam Khamenei

    Il messaggio
    dell'Imam Khamenei


    ai Pellegrini

    Nel Nome di Dio Clemente e Misericordioso L'Imam Khomeyni dal giorno del trionfo della Rivoluzione Islamica in Iran ha sempre dato particolare attenzione all'aspetto religioso e politico dell'Hajj. Ogni anno l'Imam Khomeyni ha inviato un suo rappresentante alla Mecca che si occupasse di organizzare due grandi e importanti raduni entrambi in conformità con la filosofia dell'Hajj.
    Il primo raduno ha luogo in Medina ed è conosciuto come "Il Raduno dell'Unità delle Comunità Islamiche". Questo raduno ha le sue basi sul concetto dell'Unità Islamica.
    Nelle attuali condizioni in cui versa la società islamica dove in diversi paesi i Musulmani sono divisi da dispute varie e differenze di vario tipo, il significato di queste manifestazioni è maggiormente evidente. Il raduno ha lo scopo di eliminare ogni divisione.
    Il Corano, nella sura Baqarah versetto 197 considera l'eliminazione del sorgere di differenze e dispute nella società islamica come uno dei fattori essenziali dell'Hajj.
    Il secondo raduno, conosciuto come "Il Raduno della dissociazione dai pagani" ha luogo alla Mecca durante il quale i Musulmani di tutto il mondo rispondono all'invito del loro Signore.
    In questo unico convegno mondiale islamico essi ribadiscono la loro ostilità a quelle forme di moderno paganesimo e verso i nemici della Comunità dell'ultimo Profeta di Dio, Muhammad, pace su di Lui e sulla Sua Famiglia.
    Anche quest'anno la Guida della Rivoluzione Islamica, Ayatollah Ali Khamenei, ha pronunciato un discorso rivolto ai fratelli e alle sorelle che hanno avuto la fortuna di partecipare all'Hajj.
    "Il Puro Islam"



    Cari fratelli e sorelle, pellegrini dell'Hajj, Assalamu Alaykum wa Rahmatullah
    Il giorno in cui il grande Profeta monoteista Abramo e suo figlio Ismaele (su di loro la Pace) posero le basi della Ka'ba, tra valli e montagne sperdute ed aride, nemmeno gli occhi più attenti dell'umanità avrebbero potuto credere che nel futuro si sarebbe tramutata in un caloroso nucleo di fede e di speranza per anime e cuori.
    Oggi la Ka'ba e' il centro spirituale del mondo islamico, il punto d'incontro annuale della popolazione musulmana. E' la fonte dell'amore e della speranza, il tormentoso mare della magnificeza e della fiducia, luogo d'incontro di grandi fiumi di popolazioni ed etnie diverse. Le caratteristiche dei fondatori e l'accettazione di Dio Onnipotente hanno fatto di questo seme un ricco albero con estese ramificazioni.
    Nasce la domanda: la popolazione islamica gode in modo degno di questa Fonte piena di bontà?
    Purtroppo, la risposta a tale quesito può essere sia dolorosa sia scuotevole. Attualmente, il mondo islamico è afflitto da alcuni mali cronici. Possiamo riassumere i più importanti in 10 tipologie:
    1) Controversie, sia politiche sia religiose.
    2) Fragilità delle radici morali e della fede.
    3) Arretratezza scientifica, tecnologica e industriale.
    4) Dipendenza politico-economica.
    5) Consumismo, spreco unito all'orgoglio in presenza di miserie, fame e sofferenza.
    6) Mancanza di fiducia in sé stessi e nella speranza del futuro.
    7) Isolamento della Religione e sua separazione dalla politica e dalla vita.
    8) Assenza di fantasia per creare nuovi argomenti di cui il Corano e' la fonte inesauribile.
    9) Resa davanti alle violenze culturali imposte dall'occidente.
    10) Ed infine, violazione della dignità dei popoli musulmani a seguito dello sfruttamento di corrotti capi politici.
    Alcuni di questi problemi, originati da altri, sono nati nel corso degli anni dai tradimenti, dalla scarsa volontà, dall'ignoranza e dalla tirannia di elementi interni, da gesti satanici e da moltissime ingiustizie, inferendo duri colpi alla popolazione musulmana.
    Gli insuccessi del mondo islamico sono il risultato dei suddetti problemi, e l'unica via da percorrere per raggiungere il successo e' liberarsi da essi. Ogni giorno le ricchezze naturali del mondo islamico sono saccheggiate, le sue preziose riserve culturali intenzionalmente nascoste sotto un velo di propaganda emessa dagli invasori culturali. I talenti e le giovani menti sono derubati della loro energia che è annullata nelle controversie politico-militari. La non curanza ed il vagheggiare della morale e della credenza, per mezzo di modernissimi strumenti di comunicazione, penetrano negli ambienti di vita influenzandone lo studio e lo sport. Il loro petrolio fa arricchire giorno dopo giorno le compagnie estere invece dei produttori.
    Nel cuore del mondo islamico e negli angoli dell'Asia, dell'Africa, dell'Europa, l 'aggressività e la tirannia dei miscredenti si accanisce su milioni di musulmani. La Palestina ed il Libano bruciano nel fuoco della criminalità sionista. Tutto questo dolore e questa sofferenza, non stimola i politici, le personalità religiose e gli intellettuali della popolazione musulmana a trovare delle soluzioni.
    Ciò mentre dovunque ci sarebbero elementi valorosi per porre le basi di una situazione nuova e di salvezza. Gli strumenti e le motivazioni per una presa di coscienza di tutti i paesi musulmani sono ben evidenti.
    Oggi, raramente si trovano paesi musulmani in cui sentimenti e motivazioni islamiche nelle giovani generazioni da una parte, e la profonda fedeltà della maggioranza della gente dall'altra, unita alla preoccupazione per la situazione esistente con la speranza di una prospettiva islamica, non siamo di grande evidenza.
    La formazione di governi islamici nei paesi musulmani è una nascita fausta e rischiosa allo stesso tempo. La sovranità islamica sull'Iran e' stata oggetto delle ostilità nemiche, soprattutto a quelle dell'imperialismo mondiale. La Rivoluzione Islamica in Iran fu considerata dalle superpotenze mondiali - come U.S.A. e "israele" - un esempio contagioso per altri paesi musulmani perché poteva mettere in pericolo i loro interessi. Perciò, esse iniziarono a colpire la Repubblica Islamica dell'Iran creando delle scissioni e delle divergenze etniche all'interno del paese, costituendo gruppi di oppositori composti da mercenari appartenenti all'ex regime dittatoriale Pahlavi, preparando colpi di stato militari. In seguito, si servirono dell'Iraq per invadere il nostro paese. Tutte queste trame sarebbero state sufficienti a far crollare qualsiasi altro governo ma non è stato così per la Repubblica Islamica dell'Iran, basata su precetti islamici e sulla salda fede del suo popolo. La guerra imposta dall'Iraq contro l'Iran durò otto anni nel corso dei quali alcuni paesi della regione sostenuti dagli U.S.A. fornirono aiuti militari e finanziari al governo di Baghdad. Ciò nonostante l'invasore fu costretto a ritirarsi sconfitto dalle nostre frontiere.
    In questi ultimi 21 anni, i mass media dell'imperialismo mondiale con una martellante propaganda antiraniana hanno cercato di offuscare l'immagine della Repubblica Islamica dell'Iran presso l'opinione pubblica internazionale. Gli Stati Uniti, appoggiati dai grandi capitalisti sionisti, hanno fatto tutto il possibile per isolare il nostro paese su scala internazionale, sia politicamente, sia economicamente. Purtroppo, al giorno d'oggi, piccoli gruppi terroristici, con l'appoggio ed i finanziamenti dei nostri nemici, stanno cercando di danneggiare il nostro paese. Nel corso di 20 anni hanno ucciso centinaia di persone, dimostrando di essere senza scrupoli e senza nessun senso d'umanità.
    In questi 20 anni di vita dalla sua nascita, la Repubblica Islamica dell'Iran, ha cercato di instaurare rapporti di pace con tutto il mondo ma i nostri nemici principali - Stati Uniti e sionisti - hanno usato tutti i loro mezzi per danneggiare il governo nato dalla grande Rivoluzione Islamica, di cui l'Imam Khomeini ne è l'architetto e il fondatore.
    Se in questi anni la Repubblica Islamica dell'Iran ha conquistato potere e prestigio politico, ciò e' dovuto sia agli illuminati insegnamenti islamici, sia al coraggioso popolo iraniano che ha sopportato indicibili sacrifici difendendo il proprio paese dagli intrighi nemici.
    Attualmente i mass media collegati all'imperialismo mondiale cercano di influenzare l'opinione pubblica riguardo al nostro paese, affermando che ormai in Iran non si parla più di Islam come una volta e che il popolo ed il governo iraniano hanno cambiato le loro posizioni a riguardo. Queste sono pure menzogne; gli iraniani, nel corso delle recenti elezioni parlamentari, hanno dimostrato di essere come sempre partecipi ed attivi sulla scena politica.
    I mass media stranieri, diretti dai nostri nemici, hanno scritto che alle elezioni hanno vinto coloro che sono contro l'Islam e amici dell'occidente. Hanno cercato di rappresentare negativamente le elezioni ma in realtà l'unico vincitore è stato il popolo iraniano, che con la sua volontà ha sconfitto e neutralizzato gli intrighi degli Stati Uniti. Con profonda sicurezza devo dire a tutti i nostri amici e nemici che l'Iran islamico proseguirà il cammino fino a raggiungere i più alti obiettivi, dimostrando che il vero progresso è realizzabile solo con l'attuazione dell'Islam e degli insegnamenti coranici.
    L'America non può sperare di portare nuovamente sotto il proprio dominio l'Iran, di spegnere l'entusiasmo della sovranità dell'Islam nei paesi musulmani, e di gettare la
    Palestina nelle braccia dei sionisti razzisti e sanguinari.
    Il Pellegrinaggio alla Mecca è il Centro della vera solidarietà e fonte eterna della forza dell'Islam. Le risorse naturali del mondo islamico e la sua ricca cultura saranno, a Dio piacendo, a disposizione del popolo musulmano.
    Invoco Allah per l'approssimarsi di quel giorno e chiedo a tutti voi Pellegrini di invocare il sostegno divino per i musulmani nel mondo e per il coraggioso popolo iraniano.
    Wassalam Alaykum wa Rahamtullah wa Barakatuh…

    Seyyed Ali Khamenei


 

 
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