La località di Hamae distava a dire di Livio tre miglia da Cuma, ed era probabilmente situata alle pendici del Monte Gauro.
L’etimologia del nome rimanderebbe al greco, anziché all’etrusco (Heurgon lo collega al greco hama, l’”urna” latina).
Durante il periodo sannitico, Hama fu sede di un santuario a carattere federale.
All’inizio della seconda punica, Livio scrive che erat Campanis omnibus statum sacrificium ad Hamas, e che la cerimonia si svolgeva sul far della sera: nocturnum erat sacrum ita ut ante mediam noctem compleretur.
La sacralità del luogo è certamente precedente ai dati fornitici dalla Tabula Capuana. Non è chiaro se i riti celebrati da sacerdoti capuani fossero già il segno di una espansione etrusca (culminata nello scontro fra Cumani ed Etruschi nel 524 a.C.) ai danni della chora cumana, oppure se esso fosse un santuario di ‘confine’, luogo di integrazione della componente greca e di quella etrusca.
Il culto ivi praticato potrebbe essere identificato con quello successivo di Iuno Gaura, ma la sua posizione ‘di frontiera’ nei confronti del territorio rimanda probabilmente ai grandi Heraia achei, il che lo ricollegherebbe strettamente a Cuma, dove il culto di Hera pare segnalarsi tra i più antichi.