Il leader dell'Unione: da noi un solo candidato, loro sono tre. E sul programma: tasse ridotte per chi assume a tempo indeterminato

Da Bertinotti non ci saranno sorprese, accordo anche con la Bonino




ROMA - L'Unione si presenta con un unico candidato premier, il centrodestra con tre. Per questo motivo se di Armata Brancaleone si vuole parlare è nelle fila della Cdl che si deve guardare. Il leader del centrosinistra, Romano Prodi, replica così a Pier Ferdinando Casini che aveva citato gli scalcinati cavalieri di Monicelli per definire la coalizione ulivista. «Noi corriamo con un bell'Ulivo che vale per una grande forza politica - ha sottolineato il Professore a Unomattina -. La Cdl corre con tre liste con i nomi di Berlusconi, Fini e Casini. Allora qual è l'armata Brancaleone?».

UNO CONTRO TRE - E proprio perché il confronto sarà tra una squadra che gioca a una punta e una squadra che ne schiera tre, Prodi è tornato a ribadire che un eventuale faccia a faccia televisivo dovrà vederlo impegnato con tutti i leader del centrodestra che aspirano a Palazzo Chigi: «Non ho mica detto per scherzo - ha puntualizzato il leader dell'Unione - che se si deve fare il dibattito finale logica vuole che debba essere io con Berlusconi, Fini e Casini di fronte, perchè ognuno di loro corre col suo nome nelle liste».
POLITICHE DEL LAVORO - Prodi ha poi parlato del programma e ha sottolineato la necessità di intervenire sulle politiche del lavoro. «La mobilità che dura un pò di tempo è utilissima, perchè si impara un mestiere - ha detto il Professore -. Ma la precarietà che dura dieci anni è un delitto». Per questo l'Unione si impegnerà a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, prevedendo un regime fiscale più vantaggioso per le imprese che vi faranno ricorso. «Avere un costo del lavoro per i dipendenti a tempo indeterminato che non sia più elevato del costo del lavoro temporaneo - ha commentato Prodi - consentirà di rovesciare la situazione economica per cui oggi c'è interesse a prendere un ragazzo per poco tempo e poi buttarlo via».
L'INTESA CON RIFONDAZIONE - Sulla stabilità della coalizione ha infine precisato di essere sereno e fiducioso, perché a differenza del 1998, quando Bertinotti fece cadere il suo governo a due anni dal varo, questa volta tra Ulivo e Prc c'è un impegno scritto. «La garanzia è proprio che abbiamo firmato il programma - ha detto il candidato premier - . L'altra volta Rifondazione non aveva firmato, aveva dato un appoggio esterno che ha poi ritirato. Questa volta c'è un impegno vero, totale e completo, questa è la differenza».

CONFRONTO CON LA BONINO - E sugli attriti delle ultime ore con la lista della Rosa nel pugno (Sdi+Radicali) che giovedì ha abbandonato il tavolo di confronto sul programma Prodi ha cercato di smorzare i toni dicendosi fiducioso per una prossima ricomposizione: «Su tutti i problemi sociali, economici, di strategia di sviluppo, di politica estera c'è un accordo generale. Su due temi, Bonino non è d'accordo: scuole private e unioni di fatto. Si cercherà di vedere con altre discussioni successive».