Originariamente Scritto da
Totila
Luisa Morgantini
Un articolo di Donald Macintyre, sul Guardian, ci ha informato
dell'intenzione del governo israeliano di costruire un "Museo della
tolleranza", del centro Simon Wiesenthal, proprio sopra l'antico
cimitero mussulmano di Gerusalemme. Evidentemente sarà un museo, ma
non certo della tolleranza, visto che arbitrariamente si stanno già
dissotterrando gli scheletri. Cosa succederebbe nel mondo se queste
tombe fossero tombe ebraiche? Cosa scriverebbero i giornali
italiani? Verrebbero organizzate fiaccolate sotto le ambasciate?
Il portavoce dello Knesset, Reuven Rivlin, parlamentare della destra
israeliana, ha scritto al Primo Ministro ad interim Ehud Olmert,
dichiarando che «noi che siamo stati oltraggiati dalla dissacrazione
dei siti santi ebrei non possiamo permettere che questo succeda». Mi
pare difficile non dargli ragione. Però Osnat Goaz, il portavoce
dell'autorità israeliana per le antichità, non è d'accordo. Ha
detto: «Israele è il paese con la maggior presenza al mondo di
antichità. Se non costruissimo sui vecchi cimiteri non potremmo mai
costruire».
Il cimitero che il governo israeliano e il comune di Geruslamme
stanno spazzando via ha circa 1500 anni. E' sacro ai musulmani. La
costruzione del museo sarà la continuazione sistematica della
distruzione della memoria del popolo palestinese.
Tre grandi famiglie palestinesi di Gerusalemme, Al Dijani, Nusseibeh
e Bader Elzain, hanno già avviato la causa legale per fermare lo
scempio, ma la rimozione dei cadaveri e dei corpi è già iniziata e
continuerà nel silenzio di tutti o quasi. Tutto ciò malgrado le
intimazioni del tribunale, che nei prossimi giorni dovrebbe ancora
pronunciarsi. Il cimitero si trova nel quartiere di Mamila, di
Gerusalemme ovest.
Il programma della costruzione del museo, costo 150 milioni di
dollari, è stato lanciato nel 2004 alla presenza di Ehud Olmert,
attuale premier ad interim e del governatore della California,
Arnold Schwarzenegger.