Sulla questione razziale rimetto ancora una volta al testo ufficiale pubblicato nel 1941: "il primo e secondo libro del fascista". Capitolo II.
Qui il testo completo:
http://digilander.libero.it/SOIME/page10.html
Sulla questione razziale rimetto ancora una volta al testo ufficiale pubblicato nel 1941: "il primo e secondo libro del fascista". Capitolo II.
Qui il testo completo:
http://digilander.libero.it/SOIME/page10.html
ne posto uno stralcio:
L'ARIANESIMO E LA POPOLAZIONE ITALIANA
Si è convenuto di chiamare ariane quelle stirpi di razza bianca che, discendendo da una famiglia etnica pura e nobilissima, parlano linguaggi derivanti da una lingua madre comune e appaiono legate nello sviluppo storico della civiltà.
I popoli europei, compresi quelli che si sono trasferiti su altri continenti, vengono considerati come appartenenti quasi tutti alla razza ariana.
La primitiva popolazione italiana si può considerare nativa del nostro suolo, che ne rivela le tracce fin dalle lontanissime epoche preistoriche. Con questa popolazione autoctona si unirono poi per gruppi, in tempi successivi, genti di razza bianca venute dal mare o attraverso i valichi alpini.
L'unità della razza italiana fu realizzata in pieno da Roma, che sorse provvidenzialmente come il nucleo attorno al quale si sarebbe organizzata la nostra civiltà.
Roma poté assolvere questa funzione, perché i suoi abitanti erano lavoratori e guerrieri, come li descrive Virgilio: « Noi, dura razza, appena i figli son nati li tuffiamo nei fiumi per indurirli all'aspro gelo delle onde. Fanciulli, essi vegliano in caccia e battono le selve: e loro trastulli sono ammaestrare cavalli e scagliare frecce con l'arco. Cresciuti, contenti del poco, temperati dagli stenti, domano col ferro i campi, e, in guerra, abbattono le mura nemiche. Ogni età si consuma sul ferro: con l'asta di guerra pungiamo il fianco dei giovenchi: neppure la vecchiezza può infiacchire le forze dell'animo, né diminuire il vigore: anche la canizie copriamo con l'elmo ».
Nell'espandersi dell'Impero Romano, e dopo la sua caduta, altre genti, sempre di razza bianca e di origine prevalentemente nordica, vennero in Italia, entrarono nell'orbita della civiltà romana e nell'unità razziale della nazione.
Appunto, un tipo di educazione molto piu' simile a quella impartita ad uno Junker prussiano fino al '900 che a quella di un romano, fiorentino o milanese dello stesso periodo.Originariamente Scritto da Felix
Gli Junker erano essenzialmente contadini, cacciatori e di conseguenza guerrieri, una casta di contadini nobili che invece di godersi il latifondo si davano da fare e guerreggiavano. Spartani, Romani del nostro tempo, con tutte le debite differenze.
Il militarismo prussiano e' stato alla base della brillante tradizione militare prima della Prussia e poi della Germania.
Non a caso per castrare la Germania, gli alleati hanno smembrato la Prussia e sradicato totalmente la gloriosa tradizione militare prussiana, l' unico modo che avevano a disposizione per domare quel bellicoso popolo.
Immaginati di essere un acclamato, decorato, eroe nazionale, un idolo per milioni di persone disperate, poi, nel giro di sei mesi, condannato a morte tramite impiccagone ~ Joachim Peiper
Ti ringrazio, li leggerò sicuramente!Originariamente Scritto da cristiano72
Comunque non volevo in nessun modo associare un Romualdi ad un Kemp, era solo un piccolo esempio, forse tra non i migliori!.
Il contesto principale è che l'Ariano, inizialmente era colui da uno spirito aristocratico, poi è sovvenuto l'apetto esteriore, comunque tutti sappiamo che l'Indiano, non è sicuramente biondo con gli occhi azzurri, ma comunque sia fa sempre parte di questo contesto, un ANIMO SUPERIORE!
L’idea della razza, quindi è un qualcosa che va molto al di là dell’aspetto fisico e morfologico degli uomini: ben lungi dal voler classificare zoologicamente le razze umane, la “razza” è prima di tutto una qualità interna all’essere umano, si deve parlare quindi di una “ razza interiore ”, cioè di un patrimonio innato di attitudini, tendenze, morfologie “psichiche” che distingue gli uomini dagli altri uomini (differenze che non sono acquisite ma innate), che si riversano poi nella razza fisica, la razza propriamente detta. Razza, è sinonimo di qualità, una visione aristocratica della vita!.
Condivisibile.Originariamente Scritto da shiva
Importante però non 'spiritualizzare' troppo la questione, visto che la razza dello spirito è inscindibile da quella del corpo. Questo è uno di quei casi in cui si può a ragione dire che la forma è la sostanza.