Da: La Provinicia di Como del 13/02/06 pag. 4
L'arrivo del leader conquista sempre i militanti. E neppure una contestazione «tricolore» rovina la giornata
"...È sempre lui il leader. Ammalato, certo, ma sempre amato dal popolo leghista che accoglie la sua entrata nel teatro varesino con un'ovazione. Tutti in piedi ad applaudirlo, ad incitarlo nei suoi passi incerti. Per un attimo, però, la festa del Carroccio è interrotta. Rovinata da un ragazzo che si alza in piedi, si avvicina il più possibile al Senatur e con un Tricolore in mano grida a squarcia gola «viva l'Italia». Qualche spintone, volano uno o due pugni dai militanti. Poi il giovane viene portato via dalle forze dell'ordine tra gli insulti della platea che lo bolla come «bastardo fascista», che gli chiede chi lo abbia pagato per fare quel gesto"