Fini attacca Calderoli: via la maglietta anti-Islam Proteste e boicottaggi nel mondo arabo. Al Jazeera rilancia la notizia delle dimissioni chieste dal premier
ROMA - La notizia di un ministro della Repubblica italiana che gira con una t-shirt che raffigura vignette contro l’Islam sta facendo il giro delle principali testate del mondo arabo, dall’egiziano Al Wafad fino ad Al Watan , primo quotidiano dell’Arabia saudita. E l’emittente satellitare Al Jazeera rilancia, sia pure in breve, la richiesta di dimissioni avanzata dal premier a Roberto Calderoli.
FINI BACCHETTA - Il caso del ministro leghista preoccupa il governo, al punto che Gianfranco Fini interviene a bacchettare severamente il responsabile delle Riforme. «In un momento così difficile e delicato nei rapporti tra Europa e mondo islamico, tutti, a maggior ragione un ministro della Repubblica, devono attenersi a comportamenti seri e responsabili - invita il responsabile degli Esteri -. Qualsivoglia atteggiamento o provocazione che possa suonare come offensivo nei confronti di qualsiasi sensibilità religiosa deve essere stigmatizzato».
Berlusconi era davvero furioso, ma poi il ministro e il presidente del Consiglio si sono chiariti. Al Cavaliere, l’esponente leghista ha spiegato che la maglietta e le sue idee sull’Islam sono una «posizione personale» sua e della Lega e che quindi non impegnano il governo. E al premier tanto è bastato per chiudere il caso. Ma la polemica continua.
Con Fini concorda il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, che ritiene la maglietta di Calderoli una cosa inopportuna e imprudente: «Non abbiamo bisogno di gettare nuova benzina sul fuoco».
Nel centrodestra, a parte i leghisti che difendono Calderoli, la pensano un po’ tutti così. Il ministro Udc Carlo Giovanardi: «Dalle mie parti si dice scherza coi fanti e lascia stare i santi. Se vedessi girare un musulmano con una maglietta che prende in giro la religione cattolica non sarei contento, sono decisamente contrario a ogni forma di esibizione».
LA DIFESA - Il senatore leghista Ettore Pirovano si scaglia contro il «buonismo non motivato» di Fini: «Comportamento serio è tutelare la propria dignità e quella dei propri concittadini e della religione di questa nazione». Mentre a sinistra c’è chi, come la presidente dei deputati verdi Luana Zanella, dice che Fini è «troppo buono» con il leghista: «I comportamenti di Calderoli offendono milioni di persone e mettono a repentaglio la sicurezza di tutti noi».
E il segretario dei Radicali Daniele Capezzone auspica, ironicamente s’intende, una lista Calderoli-Caruso-Tilgher-Ferrando, «sarebbe un fantastico terzo polo in termini di tolleranza politica».
BOICOTTAGGIO - L’ultima ta trovata di Calderoli non è sfuggita ai siti arabi: già mercoledì erano spuntate sui forum di Al Qaeda minacce di avviare una campagna di boicottaggio contro il nostro Paese. E la notizia delle t-shirt è stata già rilanciata da 218 testate del mondo arabo. Al Watan , il principale quotidiano dell’Arabia saudita, mette in pagina una dura corrispondenza da Milano: «Il partito italiano razzista Lega Nord ha alzato i toni della polemica pubblicando sull’organo ufficiale del partito La Padania vignette blasfeme contro l’Islam e il suo profeta, diverse da quelle pubblicate dal quotidiano danese». Al Ahram , il primo quotidiano egiziano, parla di «offensive e inaccettabili dichiarazioni di un ministro italiano». E ieri, a Treviso, una delegazione commerciale libica ha disertato per protesta il convegno «Un grande mercato dal Maghreb al Mashrek».
M. Gu.
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A Calderoli non frega niente delle gravi ripercussioni economiche che possono subire le aziende padane per il suo comportamento da asilo...tanto lui il suo lauto stipendio contienuerà sempre a prenderlo