Marzio Paolo Rotondò, Rinascita

Semplicemente assurdo. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) ha condannato l’Unione europea per le normative comunitarie che impedivano l’entrata degli Organismi geneticamente modificati (Ogm). Sotto pressione dei grandi Paesi esportatori di Ogm, nonché Stati Uniti, Canada e Argentina, si è condannata la ‘moratoria de facto’ che è durata dall’ottobre 1998 all’aprile 2004 con l’accusa di protezionismo europeo all’agricoltura continentale.
Con la bellezza di 1050 pagine, l’istruttoria è la più lunga e complessa mai prodotta dall’Omc nei suoi undici anni di esistenza.
La controversia era stata innescata da un’azione congiunta dei tre Paesi americani nel maggio 2003, quando il sistema comunitario era ancora bloccato dalla controversa ‘moratoria de facto’ (mai proclamata formalmente) su tutte le nuove autorizzazioni di Ogm. La ‘moratoria de facto’ è durata dall’ottobre 1998 all’aprile 2004, quando sono entrate in vigore le nuove norme comunitarie in materia (la direttiva Cee 2001/18 e i due regolamenti sull’obbligo di etichettatura e tracciabilità degli Ogm). Nonostante la direttiva europea non sia più in vigore, i tre Stati americani hanno deciso di continuare a perseguire le strada del contenzioso.
Nel loro ricorso alla Omc, Usa Canada e Argentina muovevano all’Ue tre accuse: 1) aver sospeso (durante la ‘moratoria de facto’) l’esame di alcune domande d’approvazione dei prodotti biotecnologici o la concessione dell’autorizzazione a questi prodotti; 2) non aver esaminato (almeno fino al momento della presentazione del ricorso) altre domande d’autorizzazione di nuovi Ogm presentate successivamente all’ottobre 1998; 3) avere stabilito, a livello di alcuni Stati membri, dei divieti di commercializzazione e importazione di determinati Ogm, utilizzando la ‘clausola di salvaguardia’ nazionale prevista dalla direttiva comunitaria pertinente (Cee 90/220, poi sostituita dalla nuova direttiva Cee 2001/18).
Il primo prodotto transgenico approvato dopo i cinque anni mezzo della ‘moratoria de facto’ è stato (il 19 maggio 2004) il mais Bt11 Syngenta, e da allora fino a oggi cinque nuovi Ogm sono stati autorizzati con la nuova direttiva 2001/18 e quattro con il vecchio regolamento ‘cibi e mangimi’ (Cee 258/97).
Da quando è scaduta la normativa europea in questione, alcuni Stati hanno deciso di continuare sulla strada del bando totale, come Austria, Grecia, Francia, Germania, Lussemburgo e Ungheria, ed altri invece hanno cominciato ad studiare scientificamente gli Ogm ed i loro effetti sugli individui prima di permetterne la commercializzazione. Ciò ha permesso a svariati Ogm di entrare nel mercato europeo senza più scontrarsi contro il muro del volere dei cittadini europei.
“È veramente grave che l’Omc prenda posizione in maniera così sbilanciata contro le normative europee sugli Ogm. Non vorremmo che questa sentenza rappresenti un vero e proprio attentato alla sovranità legislativa dell’Unione europea che ha tenuto nel corso degli anni una linea di coerenza molto chiara, applicando il principio di precauzione nell’utilizzo di prodotti Ogm”. È quanto dichiara Gianni Alemanno, Ministro delle Politiche agricole e forestali, a proposito della condanna da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio verso l’Unione europea ed il suo regime di importazione degli organismi geneticamente modificati.
I Paesi membri dell’Unione europea hanno votato con una chiarissima maggioranza nel 2005 (22 Paesi su 25), per il mantenimento dei bandi nazionali agli Ogm. Oltre a questo, da un sondaggio di Eurobarometro sulla percezione dei rischio e la sicurezza alimentare, effettuato nei 25 stati membri dell’Ue tra il 2 settembre e il 5 ottobre del 2005, emerge che il 62% dei cittadini dell’Ue - e tra questi il 77% degli italiani - sostengono di essere ‘preoccupati’ per la presenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) in alimenti e bibite.
Ma l’Organizzazione per il commercio globale a quanto pare non giudica influente il parere di milioni di persone. E ciò è un fatto gravissimo. La recente condanna dell’Omc è un chiaro ed eloquente esempio di come questa istituzione internazionale non pensi affatto al benessere della popolazione mondiale nel processo di globalizzazione, ma fa solo ed esclusivamente gli interessi delle multinazionali e le corporation. Oltre questo grave fattore, se ne aggiunge uno ancora più scandaloso, cioè il fatto che l’Omc sia un vero e proprio strumento dei poteri forti del commercio che ha l’obiettivo, tramite il ricatto commerciale, di sovrastare la sovranità nazionale per imporre ad un’opinione pubblica ampiamente contraria i propri diktat.
Una macchina della globalizzazione di merce e pensiero che di certo non ci sorprende, ma che in questo caso raggiunge uno delle sue apoteosi più vergognose.