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    Predefinito C'era una volta la P2 anzi, c'è ancora...

    Alla vigilia dell’inaugurazione della "Stanza Gelli" presso l’archivio di Stato, venerdì 10 febbraio, si è svolta a Pistoia - con relatori Umberto Allegretti, docente di diritto pubblico a Firenze e Giovanni Tarli, docente di diritto costituzionale nella medesima città - un'assemblea pubblica intitolata "C'era una volta la P2, ma c'è ancora", per spiegare cos'era la P2 e cos'è questa riforma costituzionale, che per molti versi - ha sottolineato Allegretti - è ben più grave di quanto non fosse il Piano di rinascita democratica. Nel corso dell’assemblea è stata letta una lettera di Sergio Flamigni, ex parlamentare e studioso di eversione, P2 e dintorni, autore tra gli altri dei saggi “Tela del ragno - Il delitto Moro” e “Trame Atlantiche” (edizioni Kaos), nei quali racconta personaggi e avvenimenti della loggia di Gelli. L’ha messa on line il sito www.wema.it, a cura di Simone Piazzesi, il quale - come aderente al comitato in difesa della Costituzione - ha scelto di essere tra i “demonizzatori” in piazza a Pistoia.
    Lettera di Sergio Flamigni
    Oggi (10 febbraio, ndr) "Panorama", il settimanale del piduista Silvio Berlusconi, ha anticipato la presentazione della collezione storica di Licio Gelli, consegnata all’Archivio di Stato.
    Una presentazione che colloca l’avvenimento come il fatto più importante della settimana, a cui viene dedicata la copertina e ben sette pagine illustrate e sembra fatta apposta per rendere omaggio al vecchio capo della P2.

    L’archivio di Gelli contiene documenti di indubbio valore storico, beni patrimoniali che oggi vengono esibiti con sfarzo e con una tecnica che sembra mirare a farci dimenticare come quel patrimonio è stato accumulato, e come quei documenti avrebbero dovuto stare da tempo nell’archivio di Stato, a disposizioni degli studiosi.

    Ho letto di inediti di Mussolini, D’Annunzio, Garibaldi, Napoleone, di Puccini, Verdi, Verga e Tasso, di reperti riguardanti personaggi come Pio XI, Robespierre, Cagliostro, Cavour e Manzoni, ma l’esibizione di tanto patrimonio di costosi reperti non può posporre in second’ordine la necessità di conoscere tutti i documenti appartenuti ai precedenti archivi del Venerabile e della sua Loggia, in particolare quei documenti rimasti segreti anche dopo la perquisizione di Castiglion Fibocchi, una documentazione che potrebbe contribuire a soddisfare un bisogno di verità e a meglio ricostruire le vicende storiche e politiche del dopoguerra, quelle che ho definito "Le trame atlantiche" intitolando il libro sulla storia della Loggia segreta P2.

    Insomma occorre esaminare l’archivio anche in relazione ai documenti attinenti alle attività del Venerabile e della sua Loggia. Di questo naturalmente Panorama e altri preferiscono non parlare.
    Sappiamo che Gelli stesso ha curato il catalogo dell’Archivio, per cui i documenti sono sicuramente passati attraverso una accurata selezione.

    La cultura archivistica del Venerabile si è resa nota fin dalla scoperta delle carte del suo archivio segreto di Castiglion Fibocchi, dove sono stati sequestrati gli elenchi degli affiliati alla Loggia massonica segreta P2, vincolati alla segretezza del giuramento piduista. Segreto era anche l’archivio scoperto a Montevideo in Uruguay, e sempre segreto è rimasto l’archivio della Loggia di Montecarlo dove Gelli aveva permesso l’iscrizione a non massoni e segrete erano le carte che teneva in Svizzera e non solo quelle riguardanti i conti bancari, e ancora segrete sono restate le carte dell’Argentina e non solo quelle dei suoi rapporti con i servizi segreti argentini, ma anche quelle dell’Organizzazione Mondiale per l'Assistenza Massonica, uno strumento occulto capace di condizionare i governi sudamericani; sono poi rimasti segreti i suoi rapporti con le logge coperte siciliane e con la mafia.

    Sono curioso di sapere cosa ci sarà di tutto questo nel nuovo archivio, oltre a quanto venne sequestrato dalla magistratura e dalla Commissione parlamentare d’inchiesta. Gelli, tempo fa, ebbe a dichiarare che per avere successo e fare una sicura carriera occorre possedere un buon archivio, ricco di notizie da usare al momento opportuno.

    Questa teoria Gelli l’ha messa in pratica come dimostrano i fascicoli siglati Sid (Servizio Informazioni Difesa), trovati nei suoi archivi come i 13 atti informativi classificati "segreto" o "riservato" che custodiva nell’archivio uruguaiano - prova del connubio Gelli-servizi segreti, e di come la P2 si dedicasse anche al procacciamento di segreti di Stato. Tra il materiale recuperato a Montevideo vi era perfino un fascicolo intestato all’ex presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, fascicolo già sottratto (insieme a molti altri dossier) dai generali massoni De Lorenzo e Allavena da quei fascicoli illegittimi che per decisione del Parlamento dovevano essere distrutti nel 1974 in seguito alle "deviazioni" del Sifar, - una prova che Gelli era entrato in possesso dei dossier più importanti del Sifar.

    Per questo il Venerabile è stato condannato con sentenza definitiva per il reato di procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato, come pure è stato condannato per il reato di calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola. Con sentenza definitiva Gelli è stato condannato anche per i tentativi di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna. E sempre con sentenza definitiva è stato condannato per il reato di bancarotta fraudolenta per i soldi sottratti e per i danni arrecati al Banco Ambrosiano.
    Come si vede il Venerabile non è proprio uno stinco di Santo, né si può presentare con le carte in regola in materia di cultura archivistica.
    Il direttore dell’archivio di Stato di Pistoia Carlo Vivoli, ha definito l’archivio che Gelli consegna "Un montaggio certo non neutrale della propria immagine e della propria memoria".

    E’ evidente che il Venerabile cerca di strumentalizzare l’archivio per fare un po’ di culto della sua personalità. Bisogna riconoscere che in quanto a abilità e tempismo Gelli ci sa fare. Basti ricordare un episodio capitato quando Gelli la faceva da padrone alla Rizzoli - Corriere della sera: è il caso di un reporter riuscito a scattare una serie di foto a Papa Giovanni Paolo II in costume da bagno nella piscina di Castel Gandolfo, Gelli dispose che esse venissero acquistate dalla Rizzoli a qualunque prezzo - ha testimoniato il piduista Tassan Din: "Acquistammo pertanto il servizio fotografico, che io personalmente consegnai al Gelli all'Hotel Excelsior"; il Venerabile consegnò poi le sacrileghe immagini a Giulio Andreotti, il quale, a sua volta, le portò al Papa.

    L’abilità è anche quella di oggi nel far apparire questo versamento archivistico come un atto di generosità. Ma le apparenze non possono ingannare chi considera l’iter che ha permesso al Venerabile di acquisire i suoi patrimoni e anche i reperti di valore del suo archivio. Ricordiamoci che Gelli con la sua Loggia P2 è stato responsabile del tracollo finanziario del Banco Ambrosiano, costato migliaia di miliardi di lire allo Stato e al popolo italiano, quindi la consegna di quei documenti e reperti all’Archivio di Stato va considerata un obbligo, adempiuto con ingiustificabile ritardo.
    Quindi è chiaro che chi, come me, ha fatto parte della Commissione parlamentare di inchiesta, non può accontentarsi del versamento allo Stato dei documenti, più o meno, già pubblicati e conservati nel nostro archivio.
    Ci aspettiamo l’aggiunta di nuovi documenti tali da fornire risposte agli interrogativi posti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta.
    Il primo interrogativo è: "Da chi era composta la "piramide superiore" della Loggia segreta P2?"
    Cossiga, uomo sensibile al fascino della Massoneria e dei servizi segreti, ha affermato fin dal 1993: la Loggia P2 "è stata la risposta in termini sbagliati e occulti ai timori dei circoli atlantici che l'alleanza Dc-Pci allontanasse l'Italia dalla Nato. La P2 è d'importazione americana. Non c'è dubbio che Gelli non fosse il vero capo della Loggia. Vi pare che generali arrivati ai massimi vertici potessero rispondere a uno come Gelli? Il capo era un referente che metteva nei posti-chiave i generali filo-americani".
    Voglio ricordare che l’alleanza Dc-Pci siglata da un programma di maggioranza parlamentare era stata voluta da Aldo Moro, ucciso dalle Br quando tutta la catena di comando dei servizi di sicurezza era occupata da generali e alti funzionari vincolati dal giuramento di fedeltà alla P2 e al suo programma, del tutto antitetico al programma concordato da Moro e Berlinguer.
    Dopo l’uccisione di Moro la Loggia P2 ha raggiunto il massimo della sua potenza.
    Il secondo interrogativo è questo: "Chi erano o chi sono i piduisti che non risultano tra gli iscritti negli elenchi di Castiglion Fibocchi?" Gelli disse, in una intervista rilasciata a "l’Espresso" nel luglio 1976, che l’organico alla sua Loggia ammontava a 2.400 affiliati. Gli elenchi sequestrati ne contengono soltanto 962. La differenza, pur sostenuta da altri piduisti iscritti, non è mai stata colmata e solo pochi piduisti mancanti sono stati scoperti.

    Il terzo interrogativo che io mi pongo e concludo è: "Perché per dare continuità alla politica della P2 è stato scelto Berlusconi?".
    La costruzione della fabbrica del consenso attraverso il dominio sulla TV e la stampa era uno dei capisaldi del piano di rinascita ed è stato in gran parte realizzato da Berlusconi. Il connubio affari-politica, tratto portante della loggia segreta P2, ha continuato con il berlusconismo fino ad arrivare all’inamovibile conflitto di interessi e alle leggi ad personam.

    La revisione della Costituzione in senso autoritario era il fine principale del programma della P2 e oggi costituisce il pericolo principale rappresentato dalla legge approvata sotto il governo Berlusconi.
    Dobbiamo quindi continuare nel nostro impegno politico e culturale per realizzare l’unità di tutte le forze di sinistra contro l’eredità della P2, contro il berlusconismo e per salvaguardare i principi della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza.

    Sergio Flamigni
    Oriolo Romano, 10 febbraio 2006.

  2. #2
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da salerno69
    [...]

    Il terzo interrogativo che io mi pongo e concludo è: "Perché per dare continuità alla politica della P2 è stato scelto Berlusconi?".
    La costruzione della fabbrica del consenso attraverso il dominio sulla TV e la stampa era uno dei capisaldi del piano di rinascita ed è stato in gran parte realizzato da Berlusconi. Il connubio affari-politica, tratto portante della loggia segreta P2, ha continuato con il berlusconismo fino ad arrivare all’inamovibile conflitto di interessi e alle leggi ad personam.

    La revisione della Costituzione in senso autoritario era il fine principale del programma della P2 e oggi costituisce il pericolo principale rappresentato dalla legge approvata sotto il governo Berlusconi.
    Dobbiamo quindi continuare nel nostro impegno politico e culturale per realizzare l’unità di tutte le forze di sinistra contro l’eredità della P2, contro il berlusconismo e per salvaguardare i principi della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza.

    Sergio Flamigni
    Oriolo Romano, 10 febbraio 2006.

 

 

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