agli organi di informazione

Allego la presa di posizione di IRAQ LIBERO sul caso Ferrando.

Leonardo Mazzei
347-7815904


PIENA SOLIDARIETA’ A MARCO FERRANDO

Tabù e discrimanti nell’Italia 2006



La vicenda di questi giorni, che vede protagonista Marco Ferrando, ha uno straordinario valore politico e simbolico.

Essa ci dice quali sono i tabù del “politicamente corretto” di sinistra, qual è lo spartiacque tra ciò che è consentito e ciò che è vietato nel regime bipolare.

Il primo tabù è rappresentato da Israele. Chi si schiera contro il sionismo, che ha prodotto il colonialismo razzista dello stato israeliano, viene immediatamente crocifisso con l’accusa di antisemitismo.

Il secondo tabù è quello americanista che per negare ogni resistenza popolare (a partire da quella irachena) etichetta le odierne lotte di liberazione come “terrorismo”. Lo abbiamo detto e scritto tante volte: questa etichetta è esattamente la stessa dell’ “Achtung banditen” coniata dagli occupanti nazisti.



Marco Ferrando, anche se in maniera incidentale, ha rotto questi tabù. Per questo è stato messo sotto processo. Per questo è stato additato addirittura come “assassino” da Fini (così ha definito in TV “chi giustifica la resistenza irachena”). Per questo D’Alema e Prodi ne hanno chiesto il depennamento dalle liste elettorali del Prc. Per questo Bertinotti lo ha brutalmente scaricato, accusandolo nientemeno di “essersi messo fuori dalla civiltà politica”.

Sono le stesse accuse che il “politically correct” di centrosinistradestra ci rivolge da sempre. Bertinotti ha definito le posizioni espresse da Ferrando come “incompatibili con l’appartenenza a Rifondazione Comunista”. E’ la stessa formula che usò, insieme al suo addetto ai lavori sporchi Gennaro Migliore, per condannare gli esponenti del Prc che aderirono e parteciparono alla ormai famosa manifestazione nazionale a sostegno della Resistenza irachena del 13 dicembre 2003.



Da un certo punto di vista, dunque, niente di nuovo.

Quello che però risalta è la compattezza e la brutalità bipartisan con la quale si difendono i tabù dell’attuale ordine mondiale da Fini a Bertinotti.

Quello che risalta è il vero spartiacque tra ciò che il regime può digerire e inglobare e ciò che è effettivamente incompatibile con il sistema e l’ideologia dominante. Le candidature del Prc ci confermano che il regime può facilmente digerire e tollerare Caruso e Luxuria, come elementi folcloristici insignificanti da immettere nel teatrino mediatico che deve far credere che esista davvero uno scontro tra i poli. Mentre non può in alcun modo tollerare le affermazioni di Ferrando che – a partire dalle resistenze irachena e palestinese - riguardano i veri nodi, le vere centralità dell’oggi.



Con le prese di posizione che questa vicenda ha suscitato, il regime ha mostrato il suo volto totalitario.

E con questo passaggio dobbiamo iscrivere definitivamente Fausto Bertinotti al partito trasversale americano, di cui è sempre più esponente organico ed accreditato. Ognuno ne tragga le conseguenze.



A Marco Ferrando va la nostra piena solidarietà.

A tutti coloro che non intendono piegarsi al pensiero unico il nostro invito è alla lotta.



Comitati IRAQ LIBERO – 15 febbraio 2006