TRISTI ANNIVERSARI: I PERSIANI RIMPIANGONO LA MONARCHIA
Nel nome di Dio misericordioso e compassionevole…., ma anche di internet, twitter e dei videotelefonini! Pochi mesi orsono, profeticamente, avevamo ricordato il XXX anniversario dell’esilio dello Shahan Shah, Re dei Rei, Luce degli Ariani: Mohammad Reza Pahlavi, sull’onda della rivoluzione khomeinista del 1979. Ricordammo pure che gli analisti e gli addetti ai lavori hanno negli ultimi anni rivalutato la figura dello Scià, il quale seppur con errori e debolezze, seppe trasformare una società quasi primitiva in un Paese moderno ed industrializzato grazie ai proventi del petrolio, investendo in infrastrutture: strade, ponti, città, ecc., trascurando tuttavia il comparto commerciale e manifatturiero, timoroso dei cambiamenti e conservatore, legato agli ambienti tradizionalisti, il quale si fece influenzare dal clero sciita, con promesse che rimasero poi miseramente sulla carta. Amico dell’Occidente, nonché di Israele, l’aviazione iraniana era all’epoca una delle più temibili dell’area grazie ai consiglieri militari israeliani ed ai famosi “Mirage”, la monarchia erede di Dario e Cambise, venne lasciata sola a gestire il malcontento di una generazione, la quale con la modernità sentiva perdere le proprie tradizioni e la sua religione. Né gli Stati Uniti di Jimmy Carter, né la Francia di Valery Giscard d’Estaing, aiutarono il regime dei Pahlavi, nonostante le numerose commesse ed i milionari contratti economici, anzi, i Francesi ospitavano da anni in un sobborgo parigino l’Ayatollah Khomeini e la sua corte corrotta!
Orbene, sono proprio i figli ed i nipoti di quella generazione che cacciò lo Scià, ad essere scesa in strada per gridare a gran voce “LIBERTA’ E DEMOCRAZIA”, immolando giovani vite per questo, una per tutta, la povera martire Neda. Una generazione che accusa i padri di aver accettato di far precipitare il Paese indietro di millenni! Modernità non significa tradire la tradizione, significa adattare e plasmare la storia millenaria di un popolo al mondo nel quale si vive, significa rispettare la religione nella tolleranza e nella fraternità, evitando impiccagioni pubbliche perché si ha un credo politico, religioso o sessuale, considerato “diverso”. E’ l’ignoranza, la paura dell’altro, che causa problemi come notiamo anche sulle pagine dei nostri quotidiani ogni giorno. Leggendo per esempio, il “Corano”, il testo sacro rivelato da Dio al Profeta, possiamo comprendere che l’Islam è una religione come il Cristianesimo e l’Ebraismo, figlia anch’essa del Patriarca Abramo, avendo molte analogie teologiche con la Bibbia.
Le rivolte di questi giorni nelle piazze delle principali città iraniane con il sacrificio di tante giovani vite, ci inducono a sperare che il regime teocratico abbia i giorni contati, che una nuova era, una nuova alba di speranza possa sorgere sull’Iran, e che la nuova classe dirigente non tradisca le aspettative, e che una monarchia costituzionale possa ritornare ad unire, non a dividere, questo popolo dopo anni di tragedie! Insha’Allah!
BIBLIOTECA REGINA MARGHERITA
IL DIRETTORE GIUSEPPE POLITO
DATA: 29.12.2009
fonte sito internet Unione Monarchica Italiana