«Sono tranquillo la situazione è ancora a nostro favore». Romano Prodi non sembra preoccupato dal sondaggio di Forza Italia che annuncia la Cdl a quota 48,4% e l'Unione al 48,2%. Il sorpasso. Una rilevazione pre elettorale che il premier in primis e gli alleati al seguito vanno trionfalmente citando da qualche giorno. Dato che le regole dettate dalla legge sulla par condicio impongono di rendere noti i risultati di sondaggi elettorali solo se corredati da tutta una serie di informazioni indispensabili per valutarne l’attendibilità (committende, metodo di indagine, tipo e genere di campione interpellato ecc) alla fine Forza Italia ha dovuto svuotare il sacco.
Innazitutto, fanno sapere dalla sede nazionale del partito di via dell'Umiltà, il sondaggio è stato effettuato dalla società a stelle e strisce Penn, Schoen e Berland Associati. Ma Chi è la Penn, Schoen & Berland Associates, Inc? Per scoprirlo basta una semplice ricerca in rete. Sul sito della Psb si legge che la società a sedi a Washington, New York, Denver e Seattle. Le sue credenziali, allegate ai dati statistici, sottolineano che Psb è «da 30 anni un leader mondiale nelle ricerche demoscopiche». Fondata nel 1975 la Psb «è stata partner strategico in numerose campagne elettrali e collabora con numerose società ed organizzazioni onlus in 5 continenti ed in decine di paesi». Tra i propri clienti, la società annovera l'ex presidente americano Bill Clinton e il sindaco di New York Michael Bloomberg, la Microsoft, Bp e Vodafone.
Quello che però sul sito della Bps non è scritto è che è stata recentemente al centro di una contestazione proprio per i suoi sondaggi elettorali non esattamente “politically corretct”. Nel 2004, ad esempio, la Schoen & Penn predisse la sconfitta del presidente Venezuelano Chavez nel referendum di conferma al suo mandato. Secondo l’exit poll diffuso dall’agenzia di statistica (e ampiamente riportato dai quotidiani e dai media filo statunitensi e anti chavisti) il 59% dei votanti si era espresso a favore delle dimissioni di Chavez. Esattamente il contrario dei risultati finali del referendum che assegnò il 59% dei voti a favore del presidente.
Inoltre la società diffuse i sondaggi sugli exit poll quando i seggi erano ancora aperti violando quindi le leggi venezuelane in merito. Errori e scorrettezze simili anche nelle elezioni messicane del 2000.
Se questo non bastasse a sollevare dubbi sull'attendibilità ecco che arrivano le precisazioni di Forza Italia sui metodi usati per l'indagine. Il sondaggio, fano sapere, è basato «su un campione statistico composto da 1.920 elettori selezionati tra la popolazione che intende votare alle prossime elezioni». Per il sondaggio, si precisa ancora, «sono state utilizzate tre società italiane diverse» che hanno effettuato i rilevamenti «utilizzando interviste telefoniche “Cati” (ndr Computer Assisted Personal Interviewed) » condotte nel periodo compreso dal 7 al 9 febbraio 2006. Ma soprattutto il margine di errore è «del +/-2,2% dell'intero campione».
Fatti i calcoli questo significa che il risultato del sondaggio commissionato e pagato dal premier non è poi così diverso da quelli fino ad ora circolati. Ad esempio i risultati del sondaggio telefonico condotto per l'Espresso dall Swg, il giorno 10 febbraio (sempre con metodo Cati su un campione nazionale stratificato di 1.000 persone) dà 4,3 punti di differenza tra Unione e Cdl nei voti alla Camera.