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thematrix
Malabarba: Marco? In fondo non ha detto cose assurde.
Intervista a Gigi Malabarba sul Corriere della sera del 16/02/2006
di Francesco Battistini
ROMA - Ma Ferrando era davvero il candidato più scandaloso?
«Ce ne sono tanti altri che mi piacciono di meno. E ce n'è una che mi piace molto: si chiama Heidi Giuliani».
La mamma del ragazzo ucciso al G8?
«Sì. In Liguria farò campagna elettorale con lei. E appena eletto, le lascerò il mio posto in Senato. Vogliamo una commissione parlamentare sui fatti di Genova. E a presiederla dovrà essere Heidi Giuliani».
La madre di Carlo Giuliani che va in Parlamento a inquisire carabinieri e polizia? Ma scusi, che serenità di giudizio potrà avere?
«È offensivo, quello dice. Le forze dell'ordine si sono autoassolte per i fatti di Genova. La magistratura è arrivata fino a un certo punto. Tutti i poliziotti indagati, nessuno escluso, sono stati promossi. I poliziotti democratici che cercavano la verità sono stati rimossi. C'è una persona che ha grosse responsabilità in tutto questo: il capo della polizia, Gianni De Gennaro. È stato il centrosinistra a nominarlo. Dovrà essere il centrosinistra a cacciarlo».
Regolamenti di conti. Per un caso Ferrando che Bertinotti tenta di chiudere, un caso Giuliani che la minoranza di Rifondazione tenta di
riaprire. Gigi Malabarba, 54 anni, sindacalista Alfa Romeo, grande amico del Subcomandante Marcos, senatore movimentista di Sinistra
Critica (6,5%), chiede che l'Unione al governo siluri De Gennaro e «ricostruisca finalmente la verità sulla morte di Carlo Giuliani»: il
tutto, con la regìa di mamma Heidi.
La senatrice Giuliani dovrà interrogare anche Mario Placanica, il carabiniere che sparò?
«Certo. Quale migliore condizione, per arrivare alla verità? È dal 2002 che chiediamo la commissione. E nemmeno il centrosinistra ha mai
voluto approfondire la questione. Adesso una presenza fisica ricorderà che c'è, quella questione. Nessuno potrà dire "mi sono dimenticato"».
Non bastano le foto del povero Carlo che attaccava la jeep dei carabinieri?
«Dissento da questa ricostruzione. Per il G8, polizia e carabinieri si sono autoassolti. La presidenza di Heidi Giuliani serve a fare
chiarezza, come la candidatura di Rosa Calipari nei Ds. È offensivo ridurle solo a mamma e a vedova».
Ponete questioni controverse. Fassino dice che non starebbe mai in una lista con Ferrando...
«E io non starei mai in una lista con Fassino, in questo sistema elettorale. Lui pensa di drizzare le gambe ai cani, di temperare la
politica del partito liberista. E non ci sono le condizioni per fare un governo assieme: c'è un accordo elettorale, che significa mandare a
casa Berlusconi, ma non può esserci un governo con ministri di Rifondazione. Prodi, la maggioranza, dovrà trovarsela in Parlamento».
Sabato, c'è il corteo «contro l'occupazione israeliana». Ci saranno Ferrando e i Comunisti italiani, nessuno di Rifondazione: è una
retromarcia?
«Non c'è nessuna spaccatura. Non siamo d'accordo su alcune cose. E per noi, la vera manifestazione "contro la guerra senza se e senza ma" è quella di marzo, anniversario dell'attacco all'Iraq. È da Seattle in
poi che cerchiamo di collocarci nel movimento pacifista mondiale, quello delle marce da due milioni di persone, che si dà grandi scadenze. Poi, bisogna anche dire che fra quelli che promuovono il corteo di sabato c'è chi, durante la guerra del Kosovo, andava a identificarsi con Milosevic».
Ma lei condivide le cose dette da Ferrando su Nassiriya?
«Io mi occupo dei soldati morti d'uranio impoverito, nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq, e s'immagini se non mi sta a cuore la vita dei nostri soldati. Sto anche aiutando la vedova Parrillo, esclusa dai riconoscimenti ai caduti di Nassiriya solo perché non era regolarmente sposata. Detto questo, non è che Ferrando sostenga cose che non stanno
in cielo né in terra».
Ma Bertinotti ha fatto bene a cancellarlo?
«No. Ferrando forse non è stato opportuno, è caduto in una trappola mediatica. Ma è persona di grande dignità. Bertinotti l'ha estromesso
con modalità anomale: ha telefonato ai singoli membri del partito, "sei d'accordo per buttarlo fuori?". Se voleva una campagna tranquilla, così accentua solo le tensioni. Ci sono pressioni sul centrosinistra, da Fassino, da Rutelli, da Confindustria e dallo stesso Corriere della Sera, interessi a tagliare le ali estreme. Paragonare Ferrando ai mazifascisti del centrodestra fa accapponare la pelle. E non si chiude così un problema politico, come fosse una questione amministrativa».
http://www.rifondazionequinzano.it/p...&id=1140194938
a parte la posizione sulla manifestazione per la palestina che non condivido, come sempre da parte di Malabarba un analisi molto lucida.