Originariamente Scritto da
pablito el drit
Ha sbagliato, Calderoli, a scegliere il mezzo facilmente attaccabile da tutti i buonisti del nostro paese. La questione è che noi non dobbiamo generalizzare, come fanno gli ideologi dell'estremismo islamico. E che non dobbiamo mischiare politica-cultura e religione. Lo scontro vero è di politiche e culture: da un lato noi, liberali, liberi, con governi del tutto liberi da influssi religiosi. Dall'altro loro che vivono in regimi illiberali, sono più poveri perchè i loro governanti li mantengono nella povertà più nera. Ma esiste un problema Lega Nord? No, perchè quello che viene detto da Calderoli, per quanto in modo sbagliato, è giusto ed è vero: non dobbiamo inginocchiarci di fronte all'Islam che vorrebbe distruggerci.
Calderoli ha fatto quel che ha fatto. Berlusconi gli ha immediatamente chiesto di dimettersi da ministro; altrettanto ha fatto Fini. Più in là si sono spinti a sinistra, Prodi richiedendo non si sa bene cosa, forse auspicandosi una condanna per reato di opinione, Fassino e Rutelli suggerendo che sia il premier stesso a trovare un modo di mandarlo a casa, volente o nolente, volenti o nolenti anche quanti avessero eletto lo stesso Calderoli.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Quello che Calderoli non doveva fare, mettersi la maglietta con le vignette, l’ha fatto: il risultato è stato subito dopo uno scontro violento al consolato italiano in Libia, con morti, l’auto del console incendiata, il console stesso salvato dalla polizia dalle intenzioni della folla urlante che se avesse potuto non avrebbe bruciato solo l’auto.
E’ chiaro il motivo per cui ha sbagliato, almeno, dovrebbe essere chiaro: e non è assolutamente l’aver scelto, con l’incarico istituzionale che ricopre, di denunciare in modo eclatante lo scontro di civiltà che sempre troppo pochi occidentali riconoscono. Scontro di civiltà, si badi bene, non di religioni. E quindi di cultura e di politica.
E’ stato un errore mettere a rischio i nostri diplomatici in paesi che in questo momento sono bollenti. Il problema, l’empasse, nasce dal fatto che l’unico modo di sensibilizzare la nostra opinione pubblica e la nostra classe intellettuale, ahimé comunque inutile, è questo: far vedere quali reazioni smodate ci siano per qualsiasi gesto che non sia da dhimmi, ovvero da popolo sottomesso all’Islam.
Islam religioso, Islam politico. Purtroppo lo scontro di civiltà, politiche, culture, dall’altra parte, cioè non da noi occidentali, si ammanta di religiosità. Il Corano non scinde la politica dalla vita sociale dei fedeli: per questo si fa tutta questa confusione e caciara sul rispetto al sacro e quant’altro. Ma non è questo il punto. Una vignetta su Maometto, non colpisce per il senso del sacro (quante vignette sul papa con la faccia da maiale, quanti riferimenti al cadaverino appeso per definire Gesù Cristo, quante vignette sugli imam o sulle politiche interne alle fazioni religiose sono indizi del senso del sacro musulmano quando gli è comodo non averlo!), colpisce per il violento odio culturale di cui siamo oggetto, spesso inconsapevole.
I regimi illiberali che si nutrono della povertà dei paesi musulmani sono ben felici di convogliare l’odio delle loro popolazioni, con tassi di povertà, analfabetismo, con problemi di corruzione e di non funzionalità endemica e strutturale delle loro realtà inaccettabili, così da sollevarsi da quelle che sarebbero più che giustificate rivoluzioni interne e liberali.
Ma non c’è abbastanza cultura, in quelle popolazioni, abbastanza informazione, per capire come stanno le cose. La stampa è controllata, così le notizie sono quelle che fanno infiammare gli animi contro il nemico esterno.
In questo ha sbagliato Calderoli, e per questo merita di doversi dimettere, sebbene non con l’ostilità e lo sdegno che tanta classe politica gli ha rivolto. Ha sbagliato nel far confusione e nell’alzare un polverone che resta inutile.
La Lega è rappresentativa di un certo elettorato, ed è vicina anche a molte persone che non la votano. Ha ottenuto la devolution e, senza dubbio, si avvicina allo spirito di governo del centro destra, senza mai toccare razzismo o populismo alla Haider, ma pur sempre mantenendo toni alti per le problematiche vicine ai suoi elettori. Scudi più alti sull’immigrazione, più consapevolezza partigiana della propria funzione: sono limiti ma sono anche caratteristiche, che non devono far sorprendere in un partito che ha una bassa percentuale di voto e di rappresentanza nel governo.
Fa sorridere la sinistra, quando attacca la Casa delle Libertà per l’appoggio della Lega: si dimenticano forse che quando faceva comodo anche a loro, senza alcun motivo apparente se non con le promesse delle riforme federali del Titolo V della costituzione avevano accolto felicemente la Lega da loro? E poi, pagliuzza nell’occhio altrui, quando tutti i movimentismi violenti sono la trave nell’occhio della sinistra: una trave che mai ammetteranno, ma che cadrà sulle spalle degli elettori se mai avranno la meglio.
Allora forse non ci saranno più problemi con la cultura islamica, perché le intimidazioni coglieranno nel segno: il quieto vivere avrà la meglio e il multiculturalismo che sta rovinando l’Europa da decenni potrà svilupparsi sempre più rapidamente. Ora che Calderoli si dimetta, ma non evitiamo volontariamente di capirlo, per non affrontare problemi che ci sono.
PAOLO TIRAMANI
SEGRETARIO LEGA NORD VALSESIA