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    Predefinito Tanto rumore per nulla!Il premier non sfonda

    All´indomani del sondaggio americano che certifica il sorpasso della Casa delle Libertà ai danni dell´Unione, presentare l´Atlante politico suscita, in noi, un po´ di imbarazzo. Perché il sondaggio condotto da Demos Eurisko propone stime elettorali molto più "conservatrici". Coerenti con il passato. Prossime a quelle ottenute dagli altri istituti (italiani). Ribadisce, cioè, come il centrosinistra sia in vantaggio, alla Camera, di oltre il 4%. Precisiamo che, per cautela, oltre al sondaggio Demos-Eurisko, nei giorni scorsi, ne abbiamo curato un altro, su un campione di ampiezza analoga (realizzato da Demetra: 1500 casi). Con risultati sostanzialmente simili. Certo, per elaborare, ponderare e analizzare i dati ci abbiamo impiegato meno di PSB. Non una settimana, ma un giorno. Sacrificando, certo, qualcosa all´accuratezza. Ma, forse, guadagnandoci in tempestività. Per cogliere in fretta come tira l´aria dell´opinione pubblica, in una stagione tanto ventosa. E oggi, secondo l´Atlante politico di Demos-Eurisko, l´Unione risulta ancora in vantaggio. Di oltre il 4%. Certo: rispetto a un mese fa, quando avevamo svolto il sondaggio precedente, si osserva un certo avvicinamento. Frutto di una lieve crescita della Cdl (impressa da Fi) e di una riduzione, altrettanto lieve, dell´Unione (determinata dal calo di Rc). Anche le previsioni di vittoria registrano una tendenza analoga. Tuttavia, la quota di persone che scommette sul successo del centrosinistra supera, di oltre l´11%, la componente di chi sostiene l´ipotesi contraria. Se un mese fa la partita era chiusa, oggi appare, dunque, più aperta. Ma l´Unione conferma un chiaro vantaggio. Non per questo intendiamo contraddire il sondaggio presentato nei giorni scorsi dal premier. Anche se ci lascia dubbiosi, mancano elementi adeguati per esprimere una valutazione adeguata, al proposito. (Il testo del questionario, in primo luogo). Tuttavia, anche se ne accettassimo le indicazioni, resta il fatto che si riferisce agli orientamenti di oltre una settimana fa. In tempi segnati da grande fluidità emotiva, come Berlusconi, per primo, sostiene. Ciò significa che, dopo un lungo inseguimento, durato mesi, una settimana fa la Cdl si sarebbe, infine, allineata all´Unione, secondo Psb. Per venirne, oggi, di nuovo superata e staccata, come sottolinea il sondaggio di Demos-Eurisko. Non è implausibile ipotizzare che tanta esposizione mediatica, tante parole, tanto rumore, tante polemiche, alla fine, abbiano saturato l´immagine del premier. E dopo aver risvegliato l´attenzione degli elettori delusi e incerti, riportandoli nel centrodestra, abbiano prodotto - stiano producendo - senso di sazietà. D´altra parte, dal punto di vista "personale", non sembra che questa campagna mediatica abbia guadagnato simpatie a Berlusconi. La percentuale di elettori che gli attribuiscono un voto positivo cresce di poco, nell´ultimo mese. Il 2%. Il che lo pone, ancora, in fondo alla graduatoria dei leader. Superato dagli "alleati": Fini e Casini. Come dai leader avversari: Veltroni, Fassino, Rutelli, D´Alema. E Prodi. Il suo concorrente alla guida del governo.
    A valutare dalle informazioni fornite dell´Atlante, i temi su cui Berlusconi aveva ingaggiato la sua polemica contro la sinistra e i Ds sembrano, peraltro, aver perso capacità di attrazione. In particolare, l´emozione suscitata dai presunti casi di "corruzione" politica: è svaporata.
    Forse perché gli elettori si appassionano di più ad altri argomenti. Legati alla condizione personale e familiare. Il costo della vita e la disoccupazione, anzitutto. Poi: la criminalità comune, il welfare, l´immigrazione. Di cui si parla molto, ma in un contesto confuso. Senza che questi problemi si impongano come priorità dell´agenda elettorale. Come ha tentato di fare l´Unione. Fin qui senza successo. Un po´ perché fatica a "parlare un linguaggio comprensibile". Un po´ perché il rumore mediatico sollevato dal premier, in questi tempi, rende difficile farsi intendere. Un po´ perché, dentro all´Unione, le differenze e le divisioni su molti temi rendono difficile parlare insieme e ad alta voce. Tuttavia, nonostante la qualità del confronto politico sia tale da far temere (e immaginare) la crescita della disaffezione degli elettori, le trasmissioni che si occupano di politica hanno fatto osservare indici di audience molto, molto elevati. Ciò suggerisce quanto sia alta, fra i cittadini, l´attenzione verso questa fase di transizione della transizione. Verso questo passaggio critico della nostra democrazia. Tuttavia, è altrettanto vero che la passione degli elettori sarebbe più forte, se la discussione pubblica vertesse su questioni sensibili e sentite. Non solo la condizione sociale ed economica. Ma la sicurezza, la famiglia, i valori, le infrastrutture, l´ambiente. L´Atlante di Demos-Eurisko, a questo proposito, mostra come, alcuni fra i temi discussi negli ultimi mesi, suscitino grande interesse. E rendano particolarmente visibili le distinzioni fra le coalizioni. Fra centrodestra e centrosinistra. In particolare: l´uso delle armi per difesa personale, nel perimetro della propria casa. Raccoglie il consenso della maggioranza della popolazione. Ma, fra gli elettori di centrodestra, ottiene un´adesione doppia (80%) rispetto a quelli di centrosinistra. Al contrario, il favore verso i Pacs, complessivamente maggioritario, è molto superiore fra gli elettori di centrosinistra. Ancora, sulla Tav, la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità. La maggioranza degli elettori della Cdl ritiene comunque necessario completarla, nell´interesse dell´Italia. A dispetto delle ragioni e delle proteste degli abitanti della Val di Susa. Mentre la maggioranza degli elettori dell´Unione sostiene, al contrario, che l´opera vada sospesa, fino a che non sia raggiunto l´accordo con la popolazione coinvolta. (Peraltro, con qualche sorpresa, osserviamo che proprio verso questa scelta si orienta una, seppur lieve, maggioranza degli italiani).
    Insomma: i temi di confronto, anche aspro, fra le coalizioni sono molti. Affrontarli, in modo aperto, permetterebbe agli elettori di capire: le posizioni politiche in campo; ma anche i problemi. Se ciò non avviene, evidentemente, è perché, su queste materie, i gruppi dirigenti delle coalizioni sono molto più divisi degli elettorati. Per questo, si preferisce scivolare via. Eludere. Oppure sommergere. Presentare programmi tanto ampi e complessi da essere in-verificabili per gli stessi autori. Stipulare "patti", enunciare decaloghi e proclami, suggestivi e attraenti. E, ancora, evocare, provocare, divertire, scandalizzare. Napoleone, le cooperative, Gesù Cristo, la statura fisica e morale dei contendenti, i gay. Valori e lavori venduti come cocacola. Slogan pubblicitari. Strumenti di marketing. E i sondaggi. Più importanti delle opinioni che rilevano. Utilizzati per orientare - invece che per capire - le idee. Per costruire - invece che per rappresentare - la realtà sociale. Anche per questo, si prova disagio a commentare sondaggi elettorali, in questa fase. Perché da osservatori si diventa attori politici. Costretti a recitare in una commedia che non ci piace.
    ILVO DIAMANTI

  2. #2
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    Oltre 4 punti di distacco nonostante l´offensiva di Berlusconi

    Non cambia il clima generale: otto persone su dieci sono scontente di come va il Paese
    Si radicalizzano le posizioni sui temi chiave della campagna elettorale
    Per l´indagine Demos-Eurisko tra gli elettori della Cdl cresce molto la fiducia
    Il premier sale al 34% però resta in fondo alla classifica dei leader





    Sono cresciute, nell´ultimo mese, le quotazioni del centrodestra: nelle intenzioni di voto, nelle previsioni formulate dagli elettori. Si assiste, in generale, ad un clima d´opinione più favorevole alla coalizione guidata da Berlusconi. Ma le forze dell´Unione mantengono ancora un vantaggio significativo: quattro punti percentuali. È quanto emerge dall´ultimo sondaggio dell´Atlante Politico, realizzato nei giorni scorsi da Demos-Eurisko.
    Le tendenze elettorali. L´avvicinarsi della scadenza elettorale e, soprattutto, la massiccia campagna mediatica di Berlusconi hanno accentuato, nell´ultimo mese, le tendenze che avevamo registrato alla metà di gennaio. Se prevale ancora, tra gli intervistati, l´attesa per una vittoria dell´Unione alle prossime elezioni, è cresciuta fortemente fra gli elettori di centrodestra la fiducia sulle possibilità di successo per la Casa delle Libertà. È aumentata di qualche punto anche la fiducia nel governo e nel suo presidente. E cresce lievemente, tra gli elettori di centrodestra, la soddisfazione per l´andamento economico dell´Italia. Le iniziative mediatiche di Berlusconi sono indubbiamente riuscite nell´intento di riorientare e rimobilitare i settori del suo elettorato che nell´ultimo anno erano apparsi più incerti e sfiduciati. Ma non si registrano effetti significativi sulle altre aree elettorali. Si possono cogliere, invece, indizi di una mobilitazione di segno contrario. Si può ad esempio osservare come, nell´ultimo mese, sia cresciuta anche la fiducia nell´opposizione di centrosinistra. Gli elettori che fanno riferimento alle due coalizioni tendono a radicalizzare le rispettive opinioni. Se sale l´apprezzamento per il premier, Berlusconi, con il 34%, rimane comunque in fondo alla graduatoria dei leader politici, superato di circa quattro lunghezze da Prodi (38%).
    In questo quadro, si rileva una diminuzione del settore dell´elettorato incerto sulla scelta di voto: le mancate risposte sulle opzioni elettorali passano, dal 38% dell´indagine di gennaio, al 24%. La crescita delle dichiarazioni di voto ha ridotto la distanza fra le due coalizioni. Resta in vantaggio l´Unione: ma il distacco dalla Casa delle Libertà si è ridotto da sei a quattro punti. Forza Italia è cresciuta di due punti, recuperando il livello di consensi ottenuto alle elezioni europee del 2004. Il richiamo del partito di Berlusconi sembra ridimensionare lo spazio elettorale dei partiti minori che aderiscono alla Casa della Libertà.
    Nell´ambito del centrosinistra, la lieve riduzione delle intenzioni di voto sembra dipendere soprattutto da due questioni specifiche. Le preferenze per Rifondazione comunista hanno registrato una relativa flessione, rispetto ai livelli molto elevati raggiunti nei mesi scorsi. Si può riconoscere in questa tendenza l´effetto delle polemiche su alcune candidature molto enfatizzate dai media. Anche la lista Rosa nel Pugno conosce qualche difficoltà nella conquista dell´elettorato che in passato votava per le liste radiali e per lo Sdi.
    La riduzione del vantaggio per la coalizione di centrosinistra che si è registrata nell´ultimo mese potrà continuare in futuro, fino a mettere in discussione le possibilità di vittoria nelle elezioni del 9-10 aprile? È difficile, per ora, rispondere a questa domanda. Si può però osservare che anche tra gli elettori incerti prevalgono gli orientamenti potenziali a favore del centrosinistra. L´attivazione di queste aree può rappresentare il problema cruciale per la campagna dei partiti e dei leader dell´Unione.
    Il clima politico. Non è cambiato, d´altra parte, l´umore generale dell´opinione pubblica, segnato da una profonda insoddisfazione. Otto persone su dieci, tra quelle interpellate, si dicono scontente di come vanno le cose in Italia. Poco più di un quarto degli intervistati valuta positivamente le dinamiche economiche. Ed è proprio l´economia a dominare la lista delle priorità suggerite dalla popolazione. Quasi un italiano su due (46%) colloca l´andamento dell´inflazione tra le prime due emergenze che devono essere affrontate. Una percentuale di poco inferiore cita il tema della disoccupazione (43%). Altre questioni, come la corruzione politica, che nelle scorse settimane hanno caratterizzato il dibattito pubblico, tendono a rimanere in secondo piano.
    Il sondaggio, infine, ha rilevato il giudizio dei cittadini su temi specifici, divenuti centrali nel confronto politico. Su alcuni di questi, l´elettorato si presenta fortemente diviso. L´orientamento della nuova legge sulla legittima difesa, approvata di recente dal Parlamento, viene fatto proprio dalla maggioranza degli intervistati. Sei persone su dieci, ritengono giusto che una persona, se scopre un ladro in casa, possa difendersi sparando: ma elettori di centrodestra (79%) e centrosinistra (40%) esprimono posizioni totalmente divergenti. Sul delicato nodo dell´alta velocità, poi, si osserva una evidente spaccatura. Una lieve maggioranza (45%) pensa che i lavori del Tav debbano essere sospesi, per trovare una soluzione che rispetti le esigenze della popolazione interessata. Tale orientamento diventa maggioritario (55%) a centrosinistra, mentre gli elettori della Cdl, nel 61% dei casi, ritengono interesse dell´Italia completare rapidamente l´opera. Minori appaiono, per converso, le distanze sui temi di natura etica e morale. E´ una minoranza – ancorché di dimensioni non trascurabili – a chiedere norme più restrittive in materia di aborto: circa il 38%, con una punta del 42% tra chi destina il proprio voto ai partiti di centrodestra. In questo stesso segmento di elettorato, si registra un orientamento favorevole all´istituzione dei Pacs, che riguarda, nel complesso, il 60% della popolazione.
    La Repubblica 18-02-2006

  3. #3
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  4. #4
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    Prodi: "Sì, è vero, la Cdl è in crescita,
    ma adesso scendo in campo io..." .
    "Bene, così ci spiana meglio la strada
    per vincere", la risposta di Berlusconi

    "Sì, è vero, il 'trend' delle ultime settimane è cambiato: la Casa delle libertà è sensibilmente cresciuta. Ma adesso scendo in campo io e rimetto le cose a posto: la nostra campagna elettorale comincia solo adesso", ha dichiarato Romano Prodi, sicuro di sé e delle proprie capacità taumaturgiche, ai suoi preoccupatissimi collaboratori. "Bene, bravo, così ci spiana meglio la strada per vincere", la immediata risposta del premier Berlusconi.

    "Certo, lo tsumani mediatico del Cavaliere ha incrinato certezze e tabelle di voti", scrive Francesco Alberti sul Corriere della Sera. "Ma il professore giura di non essere preoccupato, invita i suoi collaboratori alla massima attenzione e ricorda che i prossimi 50 giorni saranno decisivi...". Ed è proprio questa la "grande verità" uscita dalla "illuminata" capoccia del leader delle sinistre-Ulivo: cosa pensavano i suoi collaboratori (e gli italiani tutti) che non sarebbero stati decisivi gli ultimi 50 giorni?... Lui ha tenuto a ricordarglielo.

    Penso che non abbia tutti i torti Silvio Berlusconi quando dice che gli interventi oratori del suo grande avversario, in pubblico o in privato, appartengono sempre e comunque al festival dell'ovvio e delle banalità". (g. sagl.)

  5. #5
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    Sondaggio Doxa: "In quattro mesi
    le sinistre hanno perduto 11 punti"

    "Dal 20 ottobre all'11 di febbraio, e cioè in meno di quattro mesi, le sinistre-Ulivo hanno perduto undici punti. Erano 13, allora, i punti a loro vantaggio sulla Casa delle libertà e l'11 febbraio erano si erano già ridotti a due: 50 a 48, le posizioni". E' quanto rileva un sondaggio della Doxa, pubblicato il 16 febbraio. E l'impressione che ne traggono, i responsabile della famosa società di ricerche demoscopiche, è che il 'tren continui ad essere nettamente favorevole al centrodestra, favorito da un dato importantissimo, secondo il quale, nel rapporto tra leader delle coalizioni, Silvio Berlusconi ha esattamente il doppio dei consensi di Prodi. E l'Ipsos-Cise, in un sondaggio pubblicato da "Il Sole 24 Ore", rivela che, contrariamente a quanto pubblicato dai giornali nelle settimane scorse, industriali, artigiani e commercianti sono per il 57 per cento a favore della Casa delle libertà e soltanto il 43 per le sinistre-Ulivo.
    Rilevamenti della Doxa e Ispos-Censis

  6. #6
    brescianofobo
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    Citazione Originariamente Scritto da Capitancoraggio
    Sondaggio Doxa: "In quattro mesi
    le sinistre hanno perduto 11 punti"

    "Dal 20 ottobre all'11 di febbraio, e cioè in meno di quattro mesi, le sinistre-Ulivo hanno perduto undici punti. Erano 13, allora, i punti a loro vantaggio sulla Casa delle libertà e l'11 febbraio erano si erano già ridotti a due: 50 a 48, le posizioni". E' quanto rileva un sondaggio della Doxa, pubblicato il 16 febbraio.
    Rilevamenti della Doxa e Ispos-Censis


    Minchia, e pubblicato dove, di grazia?

    BANANAS BALLISTI, 50 GIORNI ALL'ALBA.

  7. #7
    brescianofobo
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    ballista, ti avevo semplicemente chiesto dove sarebbe statO pubblicato qeusto inesistente sondaggio doxa, chiedere e' lecito rispondere e' cortesia.

    50 GIORNI ALL'ALBA, BALLISTI

  8. #8
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    Da un articolo di Francesco Verderami sul Corriere:

    "Perché i decimali recuperati all’Unione erano ininfluenti ai fini della sfida. Invece all’inizio di febbraio c’è stata la svolta. Lo evidenzia un sondaggio riservato della Doxa. Si tratta di uno studio che va avanti da tempo, se è vero che esiste un report del 20 ottobre 2005. E allora, nelle intenzioni di voto, il centrosinistra era in vantaggio di 13 punti sul Polo (56-43). Un margine rimasto sostanzialmente invariato fino al test del 28 gennaio (54-44). Ma è l’ultimo rilevamento dell’11 febbraio a essere stupefacente: l’Unione crolla al 50% e il centrodestra sale al 48."

  9. #9
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    Mentre la stampa estera dà il Professore per spacciato:

    "Il Times online, per commentare il «manifesto di 270 pagine dell’Unione», ha riesumato la famosa battuta con cui in Inghilterra si ricorda il programma dei Laburisti affondati nell’83 dalla Thatcher: «Il più lungo biglietto di suicidio della storia». Sul sito online del Financial Times è stata descritta «la frustrazione di Prodi» che vede i suoi sforzi per conquistare il voto moderato «distrutti dagli alleati della sinistra estrema». Mentre l’ Economist , sempre sul web, scrive che la strategia televisiva di Berlusconi «ha funzionato». "

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    Ma leggiamo tutto l'articolo di Verderami:

    "Per prevedere che tempo farà il giorno delle elezioni, esistono molti sistemi. De Mita, che in politica c’è arrivato prima dei sondaggi, si affida da sempre alla strada. «E per strada ho avvertito che il clima sta cambiando», ha detto l’altro giorno a un collega della Margherita: «Gli elettori incerti che fino a un mese fa guardavano a noi, ora sono perplessi a causa della conflittualità nella nostra coalizione. E questo è il primo stadio di disaffezione. Se continuiamo così, arriveremo al secondo, e finirà che quelle persone voteranno per il Polo».
    Il metodo dell’ex segretario diccì sarà rudimentale, ma coincide con l’analisi degli attuali sistemi di ricerca. E per quanto abbia contestato il «sorpasso» annunciato ieri dal premier, per quanto abbia screditato il «sondaggio americano» di un’agenzia che pure ha lavorato per Clinton e per Blair, Prodi è conscio di ciò che Fassino ripete pubblicamente ormai da giorni, e cioè che il Cavaliere «è ancora indietro ma un po’ sta recuperando». Lo ha spiegato mercoledì Pagnoncelli ai capi dell’opposizione, così racconta un autorevole esponente del centrosinistra: «Secondo i calcoli, Berlusconi ha guadagnato un punto e mezzo in tre settimane. Ma l’esperto ritiene che l’effetto mediatico si sta esaurendo. Almeno, così dice...».

    Insomma, dopo aver preso atto dell’inversione di tendenza, l’opposizione si interroga su cosa si inventerà il leader della Cdl di qui alle elezioni. Di sicuro Berlusconi intende «far uscire allo scoperto» l’avversario, l’ha ripetuto al vertice con Fini e Casini: «Prodi pensava di conservare il vantaggio su di noi mantenendo un basso profilo, e mandando in tv Fassino, D’Alema e Rutelli. Ma ora che i giochi si sono riaperti non potrà continuare così. E appena metterà la testa fuori...».
    Il duello televisivo potrebbe essere il momento decisivo. Il punto è che gli alleati del premier alla rimonta adesso ci credono davvero, sostengono che «la partita è ancora aperta». Eppure solo due settimane fa il presidente di An riteneva la cosa «impensabile», e come lui il presidente della Camera. Di più, lo stesso Berlusconi era sconfortato, «non mi capacito - aveva detto nei suoi colloqui riservati - del fatto che non si sia verificata l’inversione di tendenza».

    Perché i decimali recuperati all’Unione erano ininfluenti ai fini della sfida. Invece all’inizio di febbraio c’è stata la svolta. Lo evidenzia un sondaggio riservato della Doxa. Si tratta di uno studio che va avanti da tempo, se è vero che esiste un report del 20 ottobre 2005. E allora, nelle intenzioni di voto, il centrosinistra era in vantaggio di 13 punti sul Polo (56-43). Un margine rimasto sostanzialmente invariato fino al test del 28 gennaio (54-44). Ma è l’ultimo rilevamento dell’11 febbraio a essere stupefacente: l’Unione crolla al 50% e il centrodestra sale al 48.

    Sono dati forse più significativi del «sondaggio americano» della Psb che accredita in testa il premier, galvanizzato dalle notizie che gli giungono dal campo avverso. Durante il pranzo con Fini e Casini ha detto che «Prodi sa della nostra rimonta, e io so che i suoi alleati sono molto, molto nervosi». Bisognerà vedere se - al di là della «guerra mediatica» sui sondaggi - l’inversione di tendenza garantirà poi il successo al Polo. Se cioè la rimonta in atto basterà il 9 aprile per sovvertire i pronostici. Il premier è convinto che «senza la par condicio saremmo già davanti», e lo ha detto con tono piccato agli alleati martedì a pranzo: «Se avessimo cambiato la legge, come vi avevo chiesto, avremmo la vittoria in pugno». Tanto è eccitato dai numeri, che al vertice ha spalleggiato quanti chiedevano tra il serio e il faceto a Gianni Letta di candidarsi: «In effetti se ti presentassi per il Senato nel Lazio e in Abruzzo, conquisteremmo quelle due regioni». «Non esiste», si è schermito il sottosegretario.
    Sull’altro fronte Rutelli è furibondo per il modo in cui la squadra di Prodi sta amministrando la campagna elettorale: «C’è troppa approssimazione». D’altronde nel centrosinistra c’è chi definisce «disastrosa» la gestione mediatica del programma. Basta leggere le severe corrispondenze delle testate internazionali. Il Times online, per commentare il «manifesto di 270 pagine dell’Unione», ha riesumato la famosa battuta con cui in Inghilterra si ricorda il programma dei Laburisti affondati nell’83 dalla Thatcher: «Il più lungo biglietto di suicidio della storia». Sul sito online del Financial Times è stata descritta «la frustrazione di Prodi» che vede i suoi sforzi per conquistare il voto moderato «distrutti dagli alleati della sinistra estrema». Mentre l’ Economist , sempre sul web, scrive che la strategia televisiva di Berlusconi «ha funzionato».

    Sono in molti fuori dai confini a osservare la sfida con attenzione. Il segretario della Dc Rotondi ieri raccontava di «alcuni colloqui» avvenuti tra «rappresentanti del governo» e «autorevolissimi esponenti dell’ambasciata americana a Roma»: «E secondo l’Italian desk di Washington, il trend di recupero da parte di Berlusconi è stato così imprevisto ma è anche così costante, da far prefigurare un testa a testa. Come avvenne tra Bush e Kerry». (Francesco Verderami, Corriere della Sera)



    Caro Brunellik la tua alba sara' un incubo

 

 
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