MA GLI INDECISI ALLA FINE COSA VOTANO? COSÉ QUELLO CHE GLI DICE "OK VOTO CSX O CDX?"

Si ferma la rimonta della Cdl
E gli indecisi sono sempre meno
di ANTONIO NOTO direttore IPR MARKETING

LA rincorsa della Cdl, dopo due mesi di progressi, talora consistenti, talora impercettibili ma comunque costanti, nell'ultima settimana si arresta e la distanza tra le due coalizioni oggi è di 4.7% a favore dell'Unione.

Nell'analisi del comportamento dell'opinione pubblica è un dato acquisito che quasi mai le reazioni che producono un diverso orientamento della formazione del consenso sia in stretta relazione temporale con il dibattito politico quotidiano. Ma questa volta sia la Lega, dopo la vicenda Calderoni-Islam, che Rifondazione, dopo le polemiche in seguito alle dichiarazioni di Ferrando su Nassiriya, sono i partiti che hanno subìto un decremento immediato: per la compagine di Bossi dello 0.4%, per quella di Bertinotti dello 0.5%.

Probabilmente su questo trend non ha inciso lo spostamento dei consensi di coloro i quali avevano già deciso di votare per queste liste, quanto la mobilitazione elettorale degli indecisi che non sono stati attratti né da Rifondazione né dalla Lega. In proposito va evidenziato che nell'ultima settimana il livello di indecisione è sceso di un ulteriore 2%, passando dal 19 al 17%.

All'interno dell'Unione, al lieve calo di Rifondazione fa da contraltare un incremento della lista dell'Ulivo che raggiunge il 32.8%, corrispondente al valore massimo degli ultimi mesi. Non sono da sottovalutare la leggera ripresa della Rosa del Pugno, che inverte la propria tendenza negativa, e l'aumento percentuale degli elettori che, pur decidendo di votare per la coalizione di centrosinistra, scelgono liste minori, non appartenenti ai partiti storici dello schieramento.

Intanto l'Udeur non cresce e potrebbe non concorrere all'assegnazione dei seggi a vantaggio di Italia dei Valori che, essendo il primo partito della coalizione al di sotto del 2%, avrebbe diritto ad 11 deputati.

Nella Cdl il valore di Forza Italia si riconferma in stretta correlazione con l'andamento degli altri partiti dello schieramento: quando gli azzurri incrementano, An ed Udc diminuiscono, viceversa quando il partito di Berlusconi si stabilizza o perde qualche consenso, i suoi "concorrenti interni" fanno un passo in avanti. E' il caso di questa settimana in cui, allo stabilizzarsi del dato di Forza Italia intorno al 21%, corrisponde un consistente aumento di An che arriva al 12.5% e dell'Udc che ritorna, dopo molti mesi, alla soglia del 6%.

La Lega, in difficoltà, cala al 4.4% vedendo ridurre la propria squadra di deputati da 30 a 27. Pertanto il computo dell'assegnazione dei seggi attualmente è di 129 a Forza Italia, 36 all'Udc e 77 ad An. Al contempo la lista formata da Nuovo Psi e DC potrebbe entrare a Montecitorio con 8 deputati in quanto primo partito che si posiziona più vicino al 2%.