Questo ponte necessario da anni per la viabilita' della val Brembana non si fara':
San Pellegrino: il nuovo ponte non si farà
L'Anas ha fatto sapere al Comune di San Pellegrino Terme che il nuovo ponte non si farà perchè mancano i fondi.
Brutte notizie per il Comune di San Pellegrino: il nuovo ponte di collegamento tra l'ex statale 470 e la nuova variante non sarà realizzato. Non ci sono fondi fa sapere l'Anas.
Il progetto era già pronto nel 2002: il nuovo passaggio sul fiume sarebbe partito da una parte dell'ex ponte ferroviario per poi arrivare vicino al piazzale della Sanpellegrino spa.
Un progetto realizzato per evitare di utilizzare come ingresso a San Pellegrino la strada comunale di via Pregalleno.
La soluzione di deviare il traffico in via Pragalleno era stata presa al tempo provvisoriamente per non penalizzare il traffico vallare.
Un problema non indifferente, in quanto il traffico viene a trovarsi su una viabilità locale inadeguata creando problematiche anche a livello ambientale.
Il Comune se non otterrà quanto a chiesto intraprenderà le dovute azioni legali per il risarcimento dei danni.
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Questo ponte invece probabilmente si
IL CASO / La Padania lo considerava «un’opera vergognosa», ma per il neo alleato Lombardo è «la madre di tutte le infrastrutture»
Da «ecomostro» a male necessario: e la Lega riabilitò il Ponte di Messina
MILANO - «Un improponibile ecomostro, un’opera inutile da tutti i punti di vista» chiosava nel marzo scorso il capogruppo leghista Andrea Gibelli. Parere per nulla isolato nel Carroccio, se è vero che in quelle ore il ministro Roberto Castelli poteva dire: «Se per la Calabria e la Sicilia è così importante, che se lo facciano loro questo ponte». E la Padania avviava, con l’evidente placet bossiano, una campagna contro «un’opera vergognosa e dispendiosa». Ora, a distanza di pochi mesi, il ponte sullo stretto di Messina, già accettato obtorto collo nel contratto con la Cdl, è diventato uno dei punti del programma della nuova lista autonomista Lega-Mpa. Con Raffaele Lombardo, fresco di abbraccio con il Senatùr , che può vantarsi di aver ottenuto il sì a quella che definisce «la madre di tutte le infrastrutture». Eppure, nel consiglio federale di lunedì tutti si sono guardati bene dal pronunciare la parola «ponte». E il comunicato finale parlava solo di un genericissimo «piano decennale straordinario per il superamento della questione meridionale». Lombardo non fa mistero di cosa sia questo piano: fiscalità compensativa per il Sud, potenziamento delle infrastrutture e dei porti, alta velocità. E poi ancora: l’aeroporto internazionale, l’anello autostradale, due interporti a Catania e Termini Imerese e, appunto, il ponte sullo Stretto, vera e propria bandiera.
Può darsi che la Lega confidi nell’oblio per un’opera tanto contestata (anche se Lombardo vuole «la prima pietra» entro il 2006), ma certo rimane un boccone amaro da ingoiare. A marzo il direttore della Padania Gianluigi Paragone, aveva visto «l’ombra della Mafia imprenditrice» profilarsi dietro il ponte, opera «tecnicamente impossibile». Ora si destreggia abilmente nella realpolitik : «Visto dalla Padania, il Ponte non è necessario. Ma se i popoli meridionali lo ritengono importante, rispettiamo le autonomie e quindi si può fare. Con le dovute cautele sulla mafia, fermo restando che non è prioritario e che mi interessano di più le code di Busto Arsizio. Tra l’altro, smuovere chilometri di spiaggia rischia di indebolire la bellezza dei luoghi e il turismo».
Critico anche Francesco Speroni: «Non mi pare molto opportuno, visto anche il fallimento del tunnel sotto la Manica. Ma se c’è un accordo con Lombardo, allora se ne può parlare». In effetti l’accordo c’è. Con una clausola: che i fondi non siano sottratti alle opere per il Nord. Per esempio la Pedemontana e il completamento dell’autostrada Bre-Be-Mi, opere per le quali manifestavano i Giovani padani, contrari al «ponte dei mafiosi».
Equilibri difficili, come si vede. «A me che ho casa a Panarea da 30 anni l’idea di vedere quel mostro là davanti non mi entusiasma molto - spiega Manuela Dal Lago -. Ma la politica è l’arte del compromesso. E se Bossi ha deciso così...». Già. A patto che davvero Bossi abbia «deciso così».
Alessandro Trocino
Ma povera Dal Lago....
Una semplice parola: TRADITORI