Le Iniziazioni nella sampradaya Nath
La tradizione Nath è universalmente nota per via dei suoi legami con l'Hatha Yoga e con la fisiologia sottile dei chakra. Va detto che hanno avuto una certa diffusione anche le storie su Goraknath e Matsyendranath, i fondatori della tradizione. Tuttavia, non è mai stato reso noto il significato delle pratiche e dei simboli adottati dai discepoli di Gorakanath nel corso del tempo.
La tradizione Nath ha una stora millenaria:alla Nath sampradaya appartengono formalmente sia monaci che capifamiglia laici. Un membro di questa sampradaya viene definito yogi, colui che percorre la via. Gli adepti Nath sono legati tra loro da un vincolo iniziatico, codificato in una serie di rituali che indicano le diverse tappe del percorso spirituale.
In realtà la tradizione Nath è molto di più che una semplice setta religiosa, un movimento di pensiero o un gruppo di asceti. Nath indica in senso proprio il raggiungimento di uno stato di coscienza. Nel linguaggio tantrico , vengono chiamati Nath i maestri che realizzano l'unione con Dio tramite il risveglio di Kundalini. I Nath sono delle eterne guide spirituali per i loro discepoli. e ogni yogi rende loro omaggio attaverso una serie di pratiche devozionali differenti.
Nella sampradaya Nath ,e nei dodici principali lignaggi spirituali che la compongono, il cammino dello yogi passa per cinque diverse iniziazioni (diksha), di cui due sono le principali. Ogni iniziazione è (ovviamente) legata a un guru, in modo che lo yogi, come ogni hindu, abbia nella sua vita cinque guru, i quali non rappresentano che il riflesso del Satguru.
Le cinque iniziazioni rituali simboleggiano elementi delle vita interiore, che ogni aspirante alla conoscenza, qualunque sia la sua fede di origine, potrà incontrare sul suo cammino. Le iniziazioni non creano necessariamente una precisa gerarchia di livelli spirituali, piuttosto permettono allo yogi di effettuare certe pratiche e di diventare un adepto della sampradaya Nath.
La loro forza evocativa mette di fronte al discepolo certi elementi del cammino iniziatico, che gli permettono di evolvere, posto naturalmente che abbia la maturità sufficiente per farlo.
Quando le iniziazioni vengono impartite da maestri realizzati, essi sono in grado di indirizzare efficacemente l'energia del rituale per risvegliare l'energia del discepolo. Questo è il metodo degli upaya o dei mezzi abili. Su un piano più generale, le iniziazioni "reali" condotte da maestri realizzati non necessitano di determinate forme rituali , perchè hanno un 'efficacia che trascende l'abito simbolico per agire direttamente sullo spirito. Quando invece passano comunque attraverso il filtro dei rituali codificati, trascendono il livello dei simboli per realizzare ciò che i simboli stessi rappresentano. In ogni caso, comunque, gli effetti di un'iniziazione formale non dipendono che dalla grazia divina e dalle necessità della fase del cammino in cui ci si trova.
la prima iniziazione è quella fondamentale. E' l'ingresso nella via e nella ricerca della Conoscenza. Indica la seconda nascita, spirituale, del discepolo. Muore al suo passato, abbandona il suo vecchio corpo, e prende dimora in un corpo nuovo, adatto a percorrere la via spirituale. Nel buddismo , questo corriponde alal triplice presa di rifugio nel Buddha (lo spirito),nel Dharma (la Via), e nel Sangha (la comunità dei discepoli). Nel cristianesimo è il battesimo.
Questa tappa corrisponde a un' esperienza inaugurale sul piano metafisico, una prima intuizione dello spirito, e un'anticipazione del gusto del Risveglio. Nel tantrismo, il guru alita sul discepolo il soffio del guru mantra, che gli servirà da guida interiore nel suo percorso. Il mantra, oltre al rivestimento fonetico e sonoro, è un germe (bija) che feconda il corpo sottile del discepolo per farlo rinascere sul piano spirituale. Nela tradizione Nath, l'iniziazione fondamentale è caratterizzata da un rituale che si articola in più fasi. il discepolo entra nella comunità Nath e ottiene la seconda nascite tramite la Choti Diksha, quindi gli viene insegnato e trasmesso il mantra per mezzo dell'Upadesha Diksha, entra in ascesi interiore con la Vibhuti Diksha , e apprende a controllare i sensi tramite la Langot Diksha. Questo processo segna la prima grande iniziazione, che per i Nath rende un uomo ordinario uno yogi.
Nella Choti Diksha, viene tagliato il ciuffo di capelli che per ogni hindu indica l'appartenza alla propria casta. Così l'individuo muore al sistema castale e al mondo, e la sua famiglia diventa la comunità spirituale che lo accoglie. La Choti Diksha è praticata nella maggior parte dei gruppi religiosi, per esempio anche nell'ordine dei Naga.
Upadesha invece significa insegnamento spirituale. All'adepto si insegnano le scritture sacre della comunità yogi. Nella pratica, il guru trasmette alcuni mantra al discepolo. Il primo mantra trasmesso è il gurumantra, comune a tutti gli yogi della scuola Nath. All'insegnamento, o upadesh, il discepolo risponde con l'ascolto e la messa in opera, o adesh. Ecco il motivo per cui "Adesh!" è il saluto universale fra i Nath. Vengono offerti al discepolo anche degli oggetti rituali, simboli della via spirituale dei Nath. L'adepto riceve il Janeu, un cordone sacro nero, a cui sono attaccati una perla, un anello, un fischietto, e un grano di rudraksha (ma forma e composizione possono variare).
Si servirà di questo monile, il nadi pavitri, come offerta alle divinità e ai maestri del lignaggio. L'anello simboleggia la Yoni, mentre il fischietto il Lingam. Il grano di rudraksha permette la protezione e benedizione di Shiva, la perla l'unione dei due poli della coscienza, Shiva e Shakti. Infine riceve un turbante cerimoniale, a protezione dalle influenze negative che possono colpire il capo fuori dal tempo in cui si dedica le pratiche.
Questi diversi oggetti, che marcano l'appartenza alla comunità yogi ed hanno un impiego rituale, fanno del discepolo un aughar. Gli aughar sono istruiti nei mantra, e apprendono una serie di formule, recitate quotidianamente, gli Shabar Mantra. Vengono chiamati Aughar anche certi rami della scuola Nath indipendenti dalla linea principale della tradizione. E' il caso del lignaggio di Nisargadatta Maharaji e di alcuni lignaggi Aghori.
Il senso più riposto dell'Upadesha Diksha sta tuttavia nell'iniziare lo yogi alle pratiche funerarie per il proprio maestro. Certi studiosi sostengono che questa iniziazione arrivi dalla tradizione Kaula. Nell' iniziazione, che varia secondo il lignaggio, il discepolo apprende il culto della Dea, la Shakti divina, che altro non è che la lila (il gioco di manifestazione) del Guru. Si comprende quindi facilmente perchè la compagna di Goraknath, il Sath guru dei Nath, si chiama Balasundari e Maya Yoga Mahasakti, ovvero "la graziosa adolescente" e "la Potenza dell'Illusione nella Via".
Grazie a dei mantra speciali che gli sono impartiti, lo yogi in questa fase riceve la trasmissione dell'energia spirituale. La sua stessa percezione della realtà si modifica e assume la tinta onirica dello spirito del guru interiore. E' attraverso la ripetizione del bija mantra che avanza verso un territorio per lui sconosciuto. E' l'iniziale risveglio di Kundalini, e il primo passaggio dalla dimensione corporea all'universalità dello spirito. Questa iniziazione ricorda da vicino il culto Sri Vidya e Aghora.
La Vibhuti Diksha consiste nell'applicazione della cenere sacra sulla fronte del discepolo, che indica l'ascesi interna che dovrà compiere, una tappa dell'evoluzione interiore.
Quando il fuoco spirituale viene attizzato all'interno dell'anima, brucia la personalità dell'adepto fino ad elevarlo nella sua dimensione impersonale. Questo fuoco di Kundalini, o energia spirituale, brucia tutti i meccanismi di identificazione accumulati dall'anima nel corso del tempo, lo libera dal peso dell'illusione e gli rivela il Vero. La dea delle ceneri, Vibhuti, è Kundalini che incenerisce la personalità e risveglia l'anima alla sua dimensone divina. Tra i Nath la Vibhuti Diksha è conferita dal maestro quando il discepolo si appresta a sostenere un ritiro spirituale di una certa durata. Per un periodo dovrà impegnarsi, ricoperto di ceneri, in una pratica spirituale intensa.
Il saio ascetico è conferito allo yogi con il Langot Diksha. Simboleggia il dominio dei sensi e degli impulsi sessuali, ed è il momento in cui il discepolo prende il voto di celibato. Nel Ramayana, Rama e suo fratello Lakshman portano la tonaca degli asceti mentre si dedicano alle pratiche spirituali nella foresta. E' il mondo dei sensi e degli oggetti sensibili che si nasconde nella simbologia della foresta, il terreno della pratica che lo yogi dovrà trascendere.
La via di Goraknath insiste sull'importanza del controllo dei sensi, delle parole e delle azioni. Altrimenti, fini a se stessi, saranno destinati a sviare lo spirito dal cammino di perfezionamento.
La seconda grande iniziazione è la quinta, Chira Diksha, ed è il discrimine tra le due categorie di yogi dell'ordine Nath. Nelle Chira Diksha le orecchie dell'Aughar vengono perforate (nel padiglione interno), per far posto a due grandi pendenti ad anello chiamati Kundal. Lo Yogi ha ormai completato il cammino e diventa darshani "colui che ha ricevuto la Visione". I due grandi orecchini sono Shiva e Shakti, Sole e Luna, Ida e Pingala. Nello yoga il darshani è colui che gusta il nettare divino, l'amrita che dal Sahasrara cola nel corpo. "Colei che porta il kundal" Kundalini, salendo dal canale centrale Sushumna arriva al Rudra granthi e lo perfora.
Chira Diksha rappresenta la dimora ormai stabile di Kundalini nel Sahasrara. Si racconta di certi darshani che grazie a tale condizione conquistarono l'immortalità. E' la stazione spirituale il cui dimora Colui che contempla la Realtà, la Coscienza, il Sè. E' piuttosto evidente che i fori nelle orecchie di per sè non garantiscono il risveglio sprituale, ma è un rituale che di fatto è servito a stabilire un ordine gerarchico all'interno della scuola. Il suo simbolismo tuttavia rimanda all'iniziazione effettiva, quella interiore. Una leggenda ci racconta che nel momento in cui i due discepoli di Goraknath, Karkai e Buskai, eseguirono il rituale, per volere della Dea i fori delle loro orecchie si rimarginarono istantaneamente. i kundal sono quindi in realtà il segno efficiente del risveglio di Shiva per mezzo della Shakti. Questa leggenda spiega allo stesso modo l'origine dei lignaggi Augarnath dalla sampradaya Nath.
Tramite questa breve esposizione abbiamo compreso come i riti della tradizione Nath simboleggiano diverse fasi del percorso di iniziazione interiore. Naturalmente le forme rituali, di matrice hindu, si sono modificate nel corso del tempo sia in India che in Nepal. La scuola Nath ha potuto veicolarsi anche in altre tradizioni spirituali, come nel buddsimo tibetano e nel sufismo islamico. Le forme rituali della tradizione del resto mutano in funzione dei tempi e delle circostanze in cui operano.
Come ogni rito iniziatico, i riti Nath sono simili a un codice che rivela la conoscenza spirituale e il cammino interiore che porta alla liberazione. Le pratiche che insegnano, condotte con una sufficiente maturità spirituale aprono la coscienza all'incontro con il Sacro.