I gusti estetici degli uomini delle caverne sono alla base del successo evolutivo delle bionde nell’Europa del nord e dell’est.
Ma l’Oms avverte: «L’ultima bionda nascerà nel 2202, e sarà finlandese»
EDIMBURGO (SCOZIA) – E’ un dato certo e comunemente acquisito che le bionde sono presenti in massa nell’Europa settentrionale e orientale. Non solo, ma in tali zone si sono imposte alle brune in tempi relativamente brevi, al punto da far pensare che a un certo punto della storia evolutiva umana in quelle aree si affermò un autentico processo di selezione a vantaggio delle bionde e a detrimento delle more. Una ricerca promossa dall’università scozzese di Saint Andrews, una delle più antiche del mondo, potrebbe essere giunta a capire il perché di un tale processo. Colpevoli il clima e persino i gusti estetici degli uomini delle caverne.
A CACCIA DEL MASCHIO – I capelli biondi e gli occhi chiari comparvero tra gli umani millenni fa (non solo nel Vecchio Continente), come anomalia genetica. Ma la loro diffusione massiccia tra le popolazioni del nord Europa risale, secondo lo studio in questione, alla fine dell’Era Glaciale, 10-11mila anni fa. In quel periodo le avverse condizioni di temperatura facevano sì che le popolazioni delle aree più fredde si alimentassero di sola carne, non potendo raccogliere frutta e verdura, inesistenti a causa della rigidità climatica. Così, gli individui maschi dovevano avventurarsi in cacce spesso pericolose, mentre le femmine rimanevano nei villaggi (rifugi relativamente sicuri) occupandosi di altro, come la cura dei figli e la fabbricazione di abiti; nelle aree calde del pianeta, invece, le donne potevano essere impegnate anche nella raccolta di frutti e vegetali vari, esponendosi anch’esse a rischi mortali. Nelle suddette condizioni di «disparità», in Europa la mortalità tra i maschi era infinitamente maggiore e a ogni uomo corrispondeva un numero notevolmente superiore di donne. Così, le donne nord ed esteuropee dovevano letteralmente contendersi i pochi uomini a disposizione, e questi ultimi avevano l’imbarazzo della scelta. E, vista la repentina diffusione del capello biondo, evidentemente preferivano fecondare donne dai capelli e dagli occhi chiari, favorendo la trasmissione dei geni che causano tale «anomalia». A sostegno della ragionevolezza «scientifica» di questa predilezione, gli autori dello studio, invocano altre ricerche, che indicano nei capelli biondi un segnale di alto livello di estrogeni, e quindi di una maggiore fertiltià.
ALTRI DATI A SUPPORTO – La teoria in questione trova conferme in studi precedenti. Ricercatori giapponesi, infatti, avevano già provato che l’apparizione del gene responsabile dei capelli biondi risale a 11mila anni fa, ovvero proprio in coincidenza con l’Era Glaciale e il periodo fissato dalla ricerca della Saint Andrews. Inoltre, senza una spiegazione come quella fornita dallo studio dell’università scozzese, gli evoluzionisti non riuscirebbero a spiegare la rapidità di affermazione delle popolazioni bionde: senza un processo di selezione, infatti, anziché pochi secoli ai biondi sarebbero occorsi 850mila anni per prevalere sui mori in una determinata area.
LA FINE DEI BIONDI? – Non si fa in tempo a scoprire le ragioni del successo delle popolazioni bionde in nord ed est Europa che già si parla di loro tramonto. Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, rivela che il numero di persone portatrici del gene dei capelli e degli occhi chiari è in costante diminuzione. Secondo la ricerca dell’Oms l’ultimo biondo/a naturale dovrebbe nascere in Finlandia attorno al 2202.
Simone Bertelegni
26 febbraio 2006
Corriere.it