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Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito Sarà il racconto della Cgil. Il racconto di quattro anni di governo di centrodestra.

    Sarà il racconto della Cgil. Il racconto di quattro anni di governo di centrodestra. Un governo che ha impoverito il mondo del lavoro e arricchito qualcun altro, ha tolto diritti e tutele, ha cercato di spaccare i sindacati. Sarà un po' questo il filo rosso che legherà i quattro giorni di congresso (a Rimini, da mercoledì primo marzo a sabato quattro marzo) del maggior sindacato italiano. Un'organizzazione sociale, guidata oggi da Guglielmo Epifani, ramificata in tutto il Paese.
    L'ambizione è quella di saper parlare al governo uscente e anche a quello nuovo, quello che scaturirà dalle prossime elezioni. E che tutta la Cgil, nella propria autonomia, ma senza chiudere gli occhi su quanto ha patito in questi anni, auspica che possa essere di centrosinistra. Al quale propone, tra l'altro, il varo di un piano fiscale per invertire la rotta.
    Non sarà un confronto idilliaco, neanche su questo punto. Anche questa volta interverrà Romano Prodi, il leader dell'Unione. Sarà una scena già vista ad un altro congresso. Allora c'era Cofferati, c'era al governo il centrosinistra e si litigò sul tasso d'inflazione e il rapporto con i salari. Oggi per Prodi la prova sarà più facile. Su molti temi, a cominciare da quelli che riguardano la necessità di superare i rapporti di lavoro precari, c'è concordanza d'idee. Un altro tema politico riguarderà il referendum sulla riforma costituzionale voluta dal centrosinistra. E su questo parleranno Giuliano Amato, Giorgio Napolitano, Luciana Castellina, Domenico Fisichella, Mino Martinazzoli, Oscar Luigi Scalfaro.
    C'è molta attesa per gli interventi dei segretari di Cisl e Uil, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. Qui sarà un occasione per approfondire il tema di un possibile nuovo modello contrattuale capace di tutelare meglio i lavoratori italiani. I quattro giorni di Congresso saranno visibili su Internet nel sito www.cgil.it e sul canale 890 di Sky NessunoTv. E anche queste sono novità per una organizzazione che compie proprio nel 2006 cento anni di vita.

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da salerno69
    [FONT=Arial]Sarà il racconto della Cgil. Il racconto di quattro anni di governo di centrodestra. Un governo che ha impoverito il mondo del lavoro e arricchito qualcun altro, ha tolto diritti e tutele
    una curiosita': a ridosso delle elezioni 2001 fecero un simile "racconto" per raccontare chi aveva introdotto il precariato e quell'assurda forma di contratto che erano i cococo che in pochi anni furono utilizzati per milioni di lavoratori che in realta' erano dipendenti a tutti gli effetti?

    cosi', per sapere.

  3. #3
    14dicembre
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    Citazione Originariamente Scritto da ItaloConservatore
    una curiosita': a ridosso delle elezioni 2001 fecero un simile "racconto" per raccontare chi aveva introdotto il precariato e quell'assurda forma di contratto che erano i cococo che in pochi anni furono utilizzati per milioni di lavoratori che in realta' erano dipendenti a tutti gli effetti?

    cosi', per sapere.
    risposta seria: La sx ha sbagliato sui COCOCO, ma ha riconosciuto il proprio errore, e vuole porvi rimedio.
    La destra ha (legittimamente, perdio) facilitato e agevolato il precariato

    Agli elettori l'ardua sentenza.

  4. #4
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    Ecco perchè i sondaggi sono tutti negativi per il nano

  5. #5
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    «Non è stata fatta alcuna riforma per renderci competitivi»

    «La performance della nostra economia in questi cinque anni è stata talmente negativa che indicare un dato, uno solo, come il più preoccupante...». Senior economist all’Ocse dall’87 al '96, consulente del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale, della Commissione europea e dell’Ufficio internazionale del lavoro, Tito Boeri osserva le schede mostrate alla kermesse dell’Ulivo di sabato e spiega che non c’è un dato che meglio di altri possa rappresentare quella che gli organizzatori hanno definito «l’Italia che si è fermata». «C’è l’imbarazzo della scelta», conclude con una battuta il docente di Economia del lavoro alla Bocconi di Milano.
    Chi ha redatto le schede presentate alla kermesse ha messo al primo posto i dati del Pil: +1,7 nel 2001, +0,2 nel 2005.
    «Sì, ma più che dare semplicemente i dati, sarebbe stato utile compararli con l’andamento del Pil mondiale».
    Perché?
    «Spesso si sente dire che l’economia italiana non cresce a causa della negativa congiuntura internazionale».
    Non va così male l’economia mondiale?
    «I dati sono questi: nel 2001, quando l’economia italiana cresceva all’1,5%, il Pil mondiale cresceva al 2,2%. Le stime per il 2005 ci dicono che l’economia italiana è allo 0,2%, mentre quella mondiale sta crescendo da due anni al tasso del 5%».
    In quella mondiale vengono calcolati anche Stati Uniti e Cina. In Europa le cose non vanno così bene come in queste due realtà.
    «In Europa ci sono molti Paesi che hanno una performance molto migliore della nostra. Anche Francia e Germania, le altre grandi malate, sono riuscite ad agganciare la ripresa dell’economia mondiale. Noi no».
    Perché l’Italia non è riuscita?
    «Perché non è stata fatta nessuna riforma che avrebbe potuto permetterci di migliorare la competitività delle nostre industrie di esportazione. Bisogna partire dal presupposto che l’Italia ha una specializzazione produttiva in settori che sono poco dinamici e nei quali soffriamo di più la competizione dei Paesi in via di sviluppo, quelli a basso costo del lavoro. Noi continuiamo a svilupparci nel tessile, nell’abbigliamento, nelle calzature. I Paesi europei che sono riusciti ad agganciare la ripresa mondiale, come la Germania, si sono specializzati in settori in cui la domanda cresce di più e che sono ad alto utilizzo di capitale umano, come le macchine per telecomunicazioni, quelle elettriche o per ufficio. Finché noi continueremo ad essere specializzati nei settori tradizionali, continueremo a soffrire sui mercati internazionali».
    Soluzioni possibili?
    «Una riforma degli ammortizzatori sociali, che servirebbe a rendere il cambiamento nella struttura produttiva meno socialmente costoso, una vera riforma dell’università e della ricerca, la rimozione di barriere alla concorrenza nei servizi».
    Operazioni che hanno un costo, e l’Italia ha un debito pubblico che nel 2005 torna ad aumentare.
    «Fare le riforme serve a migliorare i conti pubblici perché permette di crescere, anche se ci vuole del tempo. Nell’immediato bisogna riprendere il controllo dei conti pubblici, che si è perso in questa legislatura».
    Il motivo?
    «Si sono persi quasi due punti di gettito fiscale, mentre è aumentata la spesa».
    La diminuzione delle entrate dipende dal taglio delle tasse?
    «In minima parte. La perdita di gettito sembra attribuibile all’evasione. La politica dei condoni ha molto deteriorato il rapporto tra Fisco e contribuenti».
    Come che sia: i conti sono questi. Come può il prossimo governo attuare le riforme necessarie per invertire la tendenza?
    «Molte riforme possono essere fatte a costo zero. Partiamo dall’università: si è appena conclusa una valutazione - si veda il sito internet del Civr - della qualità della produzione scientifica dell’università italiana. Ora bisognerebbe usare questa graduatoria per decidere la distribuzione dei fondi per la ricerca. Invece di darli a pioggia, bisognerebbe premiare le università che hanno fatto meglio. Questo permetterebbe da una parte di stimolare maggiore impegno nella ricerca, dall’altra di fare una scelta oculata dei docenti che gradualmente sostituiranno quel 25% di docenti universitari che oggi hanno più di 60 anni: quando gli atenei chiameranno nuovi docenti, saranno incentivati a cercare di assumere i ricercatori più bravi, magari anche molto lontano dall’orticello. Altre riforme a costo zero sono quelle che tolgono un numero fisso ai notai oppure permettono ad architetti e ingegneri di farsi concorrenza rendendo pubbliche le loro tariffe. O ancora, l’introduzione di un salario minimo, che offrirebbe vere tutele a quei tantissimi lavoratori che sfuggono alle maglie della contrattazione collettiva».

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da 14dicembre
    risposta seria: La sx ha sbagliato sui COCOCO, ma ha riconosciuto il proprio errore, e vuole porvi rimedio.
    La destra ha (legittimamente, perdio) facilitato e agevolato il precariato

    Agli elettori l'ardua sentenza.
    la domanda era un'altra. mi rendo conto che fai finta di non capire, ed ora posso presumere quale sarebbe l'imbarazzante risposta.

  7. #7
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    Non va così male l’economia mondiale?
    «I dati sono questi: nel 2001, quando l’economia italiana cresceva all’1,5%, il Pil mondiale cresceva al 2,2%. Le stime per il 2005 ci dicono che l’economia italiana è allo 0,2%, mentre quella mondiale sta crescendo da due anni al tasso del 5%».

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da ItaloConservatore
    la domanda era un'altra. mi rendo conto che fai finta di non capire, ed ora posso presumere quale sarebbe l'imbarazzante risposta.
    non ti accorgi che la colpa è della riforma fatta dal cavaliere se ora in queste elezioni dobbiamo eleggere le stesse facce di merda che hanno fatto i cococo??
    se non ci fosse stata questa riforma da dittatura avremo potuto scegliere qualcuno meno compromesso.... invece ora risulta tutto inchiodato alle desiderata dei padroni..... e tu sei ben felice ,,,,,
    ma la colpa è semrpe della destra e dei padroni,,,,
    e mentre possiamo sperare in un pentimento della sinistra, pur improbabile ....è assurdo sperare in un pentimento da parte dei padroni e della destra.....
    non ci arrivi da solo???
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  9. #9
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    Io spero di trovare lavoro prima che questi signori della CGIL riavranno l'occasione di ridurre l'Italia a una landa di disoccupati che aspettano per anni il posto fisso implorando zii preti e onorevoli amici di amici perchè le imprese non possono assumerli con contratti atipici a costo inferiore.
    Against all odds

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da iannis
    Io spero di trovare lavoro prima che questi signori della CGIL riavranno l'occasione di ridurre l'Italia a una landa di disoccupati che aspettano per anni il posto fisso implorando zii preti e onorevoli amici di amici perchè le imprese non possono assumerli con contratti atipici a costo inferiore.

 

 

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