Revisionismo e sterminazionismo. Una questione storiografica.

Saturday
December 06, 2003 fonte:
http://www.esternet.net/esternet_2004-at_00007e.htm



Ovvero. Ideologie, teologie, mitologie, propaganda e / o storiografia.
Premessa. E' mia intenzione riproporre qui, ovviamente in forma
dilettantesca , raffazzonata e confusa alcune delle questioni storiografiche
relative al dibattito tra sostenitori della veridicità della esistenza e
delle proporzioni dello sterminio programmato e pianificato degli ebrei e
dell'Olocausto e coloro che lo confutano. Non senza alcune premesse dovute
alla natura a dir poco scottante dell'argomento. Cosa c'entrano quando si
parla di storia accuse demenziali del tipo di antisemita, filo-nazista/
palestinese/ terrorista , o razzista e compagnia bella ? Questo tipo di
reazioni casomai accreditano
le tesi che si vorrebbero combattere. La storia per lo meno negli intenti
non " tifa " per nessuno. Cerca solo le circostanze obiettive e i relativi
riscontri. E il modo piu' efficace di far prevalere il proprio punto di
vista è controbattere con argomentazioni e dati validi e verificabili le
tesi contrapposte, Cosa che mi auguro che accada . Spero cioe' vivamente che
qualcuno voglia e sappia serenamente smontare e smentire, o correggere e
rettificare, le tesi qui esposte. Non capisco perchè mentre è tutto un peana
di felicitazioni quando un Fini o un Pansa avanzano proposte revisioniste di
un certo segno , scattino invece anatemi e tabu' quando queste riguardano la
storiografia dell'ebraismo. C'è un solo modo di onorare le vittime, tutte le
vittime della storia. Servire la verità . Quella minuscola , che la Verità
non è di questo mondo. Detto per inciso , non ve ne è uno , fra i
revisionisti , che non sia stato esposto ad
un fuoco di sbarramento di censure e messa al bando delle sue opere ,
intimidazioni e minacce , linciaggi morali e calunnie , generale discredito
e sarcasmo, processi nei tribunali e discriminazioni negli ambienti
accademici e intellettuali . Ne' sono mancate aggressioni fisiche. E vi è
persino un caso di omicidio ( dello storico francese François Duprat da
parte di un commando nel marzo 1978 ). La leggenda della Soluzione finale.
1. La tesi fondamentale , credo , è quella che non vi sia mai stato uno
sterminio nazista degli Ebrei, nel senso di una operazione intenzionalmente
, consapevolmente , organicamente e collegialmente pianificata e attuata.
Non è stato mai trovato al riguardo un ordine scritto dello stesso Hitler o
delle alte gerarchie del nazismo , nè una circolare , o un documento
amministrativo , contabile, logistico riferibile ad un tale progetto. E
appare francamente incredibile e inconcepibile che
del gigantesco apparato relativo a tale mostruosa impresa non vi sia la
benche' minima traccia o che si sia potuto farle sparire tutte dalle
tonnellate di documentazione che la ossessiva fiscalità del nazismo ha
lasciato disponibili per la altrettanto immane opera di indagine e
consultazione di intelligence, giudiziaria e storiografica cui sono state
sottoposte . La famigerata soluzione finale , in nessun modo sarebbe
sostenibile alludesse segretamente e per tacita intesa alla soppressione
fisica della generalità degli ebrei tedeschi. Riguarderebbe invece
esplicitamente e documentalmente il piano di deportazione degli stessi ,
dapprima in Madagascar , e , dopo la conquista tedesca della Polonia, nei
territori dell' Est europeo. Peraltro rispetto ad altri ordini o
disposizioni di uguale atrocità e ferocia, le alte gerarchie del nazismo non
hanno avuto ne' remore ne' scrupoli alla loro emanazione dichiarata ,
esplicita , vergata
e firmata formalmente nero su bianco . Ma quand'anche si volesse sostenere
che i carteggi relativi ai piani e operazioni di deportazione e segregazione
razziale alludessero in codice criptato al progetto di genocidio apparirebbe
ancor meno verosimile che mai una smagliatura , una svista , un errore ,
coincidenze o circostanze rivelatrici e significative , abbiano mai potuto
intaccare il muro del segreto e della consegna del silenzio rispetto ad una
operazione di quelle dimensioni e di tale complessità. La vulgata poi , che
pure ha avuto largo credito , che il nazismo avesse messo in piedi una
barbara industria di fabbricazione di saponi con le salme degli ebrei è
secondo i revisionisti tanto grottesca quanto macabra e destituita di ogni
fondamento I processi 2. Gli unici fondamenti storiografici delle tesi
sterminazioniste riposerebbero sulle confessioni e deposizioni testimoniali
degli autori dei crimini
nazisti nei processi loro intentati. Qui pero' c'è un gigantesco " ma ". Le
risultanze del processo di Norimberga ad esempio sarebbero profondamente
invalide sotto lo stesso profilo giuridico, figuriamoci in sede
storiografica. Per una serie di motivi. a) giudice e parte lesa sono la
stessa cosa . Il tribunale , la corte, sono i vincitori . Il conflitto è
tecnicamente ancora in corso e il processo si configura come una sua
prosecuzione giudiziaria. b) relativamente ai crimini contro la pace il
tribunale ometteva di indagare le responsabilità delle potenze alleate nella
genesi del conflitto riguardo le politiche seguite dalla firma del trattato
di Versailles. c)il tribunale diede per acquisite le prove concernenti fatti
di pubblica notorietà e i rapporti ufficiali dei governi degli alleati e si
autodispenso' dall'osservanza delle regole tecniche riguardo la
amministrazione delle prove. d) furono contestate come crimini di guerra
imputazioni con valore retroattivo, come ad esempio le guerre di
aggressione , consacrate nel diritto internazionale successivamente al loro
compimento . Nel processo di Auschwitz, che si celebro' a Francoforte dal
1963 al 1965 , "Sono mancati alla Corte quasi tutti i mezzi d'informazione
di cui si dispone in un normale processo criminale per avere un'immagine
fedele dei fatti, così come sono realmente accaduti al momento
dell'omicidio. Sono mancati i cadaveri delle vittime, i rapporti d'autopsia,
le conclusioni degli esperti sulle cause del decesso; sono mancate le tracce
lasciate dai colpevoli, le armi del delitto, ecc. La verifica delle
testimonianze non è stata possibile che in rari casi". Lo dichiara , a p.
109, il dispositivo della sentenza ! Ma al di là degli aspetti di
legittimità tecnico procedurali , pesano altri fattori sulla attendibilità
delle " verità " giudiziarie. La " teatralità " e solennità dei processi
comporto' che gli imputati non solo rispondessero delle colpe
individualmente o solidalmente direttamente loro ascrivibili , ma fungessero
da capri espiatori , offerte sacrificali per il lavacro di angosce e
responsabilità gravanti sulla coscienza collettiva. Nessuna garanzia
sussisterebbe circa la spontaneità e veridicità delle confessioni di
colpevolezza nei casi in cui furono ottenute. Per limitarci a quella Rudolf
Höss , comandante del campo di concentramento di Auschwitz, tra le piu'
fredde , complete e agghiaccianti, venne pubblicata nel 1983 ( da R.Butler )
la testimonianza di Bernard Clarke autore del suo arresto che raccontava di
aver ottenuto la rivelazione del suo nascondiglio con minacce di morte alla
moglie e ai suoi figli, che Höss fu sottoposto per tre giorni a torture per
ottenere la sua dichiarazione firmata e confermata in tribunale. Una
commissione d'inchiesta americana, che indago' nel 1949 sulle
irregolarità commesse dal tribunale militare americano di Dachau che aveva
comminato 420 condanne a morte , accerto' il ricorso a torture fisiche e
psicologiche di ogni genere al fine di ottenere le "confessioni desiderate
". Sei milioni di vittime? 3. Un argomento forte delle tesi revisioniste
relativamente alla confutazione della cifra ufficiale e consacrata dei 6
milioni di vittime ebree del nazismo, è quello relativo alle vittime di
Auschwitz. Qui infatti le revisioni non sono opera loro , ma sono ufficiali
o di fonti a favore della tesi dell'olocausto ! La targa commemorativa delle
vittime nel campo riportava fino al 1990 la cifra di 4 milioni di morti. In
quell'anno la targa venne rimossa in mezzo ad un infuriare di polemiche dal
Comitato internazionale del Museo di Stato di Auschwitz, con la motivazione
principale che il testo non faceva alcuna allusione alla prevalente identità
ebraica delle vittime . Ma
la nuova targa non venne affissa fino al 1995 perchè le controversie
continuarono sul nuovo numero che avrebbe dovuto sostituire quello vecchio
riconosciuto " grossolanamente " erroneo. Finalmente si convenne sulla nuova
cifra ufficiale di 1milione e mezzo.I revisionisti, come Robert Faurisson,
pero', fanno rilevare che lo stesso Jean-Claude Pressac, il piu' accreditato
e aggiornato storico dell'olocausto, autore di " I forni crematori di
Auschwitz. La macchina dello sterminio in massa " , risultato dalla
consultazione da lui per primo effettuata della documentazione relativa del
KGB resa accessibile, riduce quella cifra a 630.000 Ebrei assassinati nelle
camere a gas. Come che sia appare comunque davvero sorprendente come , anche
attenendosi alle cifre ufficialmente stabilite, si continui universalmente a
parlare di 6 milioni di vittime , quando quella cifra , e solo con
riferimento ad Auschwitz, dovrebbe essere ridotta di 2
milioni e mezzo. Le camere a gas. 4. Non esisterebbero prove , ne' tracce
nè dimostrazione di alcun tipo del funzionamento di nessuna camera a gas in
nessuno dei campi di concentramento e di lavori forzati nazisti ( Tanto meno
dell'impiego di camion come camere a gas mobili , tramite il ritorno
all'interno del veicolo delle emanazioni di gasolio). Negli asseriti campi
di stermino nazisti , sia la conformazione e la disposizione dei locali che
le loro dotazioni di strutture architettoniche e attrezzature tecniche
escluderebbero categoricamente persino una approssimativa idoneità alla
gasazione tramite Zyklon B ,il cui utilizzo a tale scopo, peraltro , secondo
le disinvolte modalità riferite dalle testimonianze dei gestori dei lager o
di altri , tutte da ritenere radicalmente false o inventate o estorte ,
avrebbero comportato, per le caratteristiche chimiche di quella sostanza
particolarmente persistenti, invasive e
letali , la morte degli stessi aguzzini e di tutti i residenti nel campo.
Né le caratteristiche tecniche dei forni crematori esistenti , nè la
documentazione relativa alle ditte appaltatrici della costruzione e
manutenzione degli stessi, ne' i dati sulle forniture di carbone , nè le
ipotesi sulla funzione sussidiaria e accessoria di fosse crematorie esterne
, contraddette dalla conformazione paludosa dei siti ove sorgevano i lager ,
nè il monitoraggio fotografico degli aerei americani che li sorvolavano
regolarmente nell' estate del '44 , ove non si riscontra traccia alcuna del
levarsi delle orride e immense colonne di fumo di cui si favoleggiava e che
avrebbero dovuto attestare una intensificazione parossistica delle
cremazioni, niente di tutto cio' secondo i revisionisti accrediterebbe l'uso
di camere a gas e forni crematori e tanto meno con ritmi e proporzioni di
soppressione e smaltimento dei corpi adeguate alle
dimensioni di uno sterminio di quella entità. Perplessità e incredulità al
riguardo sarebbero sempre affiorate se pur non manifestate fin dai primi
anni fra i membri delle commissioni di inchiesta nei sopralluoghi nei campi.
L'argomentazione logica principale revisionistica , al riguardo, è che è del
tutto inverosimile che l'ossessione sterminatrice hitleriana fosse cosi'
ottusa oltre che bestiale , da far premio sulla disperata e prioritaria
esigenza e opportunità della Germania nazista, a fronte della spaventosa
decimazione di soldati e civili , di far ricorso al lavoro degli internati
nei campi per sostenere l'industria bellica . Che inoltre come sistema di
massacro era tragicamente e analogamente efficace oltre che meno complesso e
dispendioso. Ma sotto il profilo tecnico scientifico a suffragare le tesi
revisioniste al riguardo sarebbero decisive le risultanze dei due processi
di Toronto in Canada contro il cittadino di
origine tedesca Ernst Zündel colpevole di aver pubblicato e diffuso
l'opuscolo revisionista di Richard Harwood: Did Six Million Really Die? (Ne
sono morti veramente sei milioni?) , quello stesso la cui pubblicazione era
costata la vita in Francia al già citato François Duprat nel 1978. Li' per
la prima volta la possibilità di un confronto vero tra negazionismo e
sterminazionismo , se pure nella sede impropria di un tribunale e non
ostante la ostilità del giudice presidente , avrebbe messo in luce la
ignoranza e la inconsistenza , infondatezza delle deposizioni e delle opere
di vari rinomati esperti , storici eminenti dell'olocausto titolari di
cariche onorifiche in istituti deputati alla conservazione della sua memoria
o le vere e proprie falsità di sedicenti testimoni diretti sopravvissuti
alla detenzione e delle loro biografie , celebrati successi letterari. (
Nota. Al proposito del ruolo della letteratura nella
tradizione della "leggenda " dell'Olocausto le tesi revisioniste indicano
come l' esempio piu' eclatante il successo mondiale del falso Diario, di
Anna Frank , deceduta nel `45, per la cui stesura manoscritta è stata
impiegata una penna a sfera, mentre tale tipo di strumento entro' in
commercio solo dal 1951 e che sarebbe stato alterato dal padre e da altri ).
La difesa di Zündel ottenne che l'ingegnere Fred A. Leuchter massimo esperto
negli Stati Uniti sul funzionamento delle camere a gas per esecuzioni
capitali si recasse in Polonia per eseguire una perizia nei crematori di
Auschwitz e di Birkenau .La sua conclusione fu netta: non vi era stata da
nessuna parte nessuna "gassazione" omicida . Dopo aver revisionato tutto il
materiale ed aver ispezionato tutti i luoghi in Auschwitz, Birkenau e
Majdanek, l'autore di questo Rapporto trae una conclusione di schiacciante
evidenza: non vi sono state camere a gas in nessuno di questi
luoghi. " E' opinione del sottoscritto che le presunte camere a gas
allogate nei siti ispezionati non avrebbero potuto essere utilizzate né
allora né adesso. Non si dovrebbe neppure prendere in seria considerazione
l'opinione che esse abbiano funzionato come camere a gas per esecuzioni.
Redatto il 5 aprile 1988, in Malden, Massachussetts.Fred A. Lenchter,
Jr.Ingegnere Capo" Il Sionismo 5. E' documentalmente provato , secondo i
revisionisti , che se la stragrande maggioranza degli Ebrei si oppose o
combatte' attivamente e fisicamente contro il Nazismo , gli ambienti e
associazioni sionisti tennero un atteggiamento ambiguo se non compiacente e
persino di collaborazione con esso , a motivo del fatto che la politica di
discriminazione e segregazione razziale era funzionale ai loro disegni
fortemente avversi ai processi di assimilazione e orientati alla creazione
di uno stato nazionale ebraico , con una determinazione
non immune da atteggiamenti e comportamenti di spregiudicato, strumentale
cinismo.La cosa assume un suo rilievo anche in rapporto al fatto che tali
ambienti e orientamenti costituirono la matrice di formazione della classe
dirigente dello Stato di Israele. Ma il Sionismo rispetto agli orientamenti
inizialmente dominanti di ispirazione autenticamente religiosa ,
spiritualista ed universalista dell'ebraismo costituirebbe una deviazione
dalla stessa e una sua strumentalizzazione , che si servi' della tradizione
biblica , profetica della terra promessa e del ritorno , della elezione e
della purezza del popolo di Israele convertendola e deformandola nei miti
ideologici fondativi di una politica di stampo nazionalista , colonialista e
di discriminazione razziale che ebbe come obiettivo e coronamento la
costituzione dello Stato di Israele. In questo il " mito " dell'Olocausto
gioco' un ruolo ovviamente e letteralmente fondamentale di
legittimazione morale e politica, di riparazione e riscatto , a partire
dalla nascita e dal suo riconoscimento da parte della Comunità delle Nazioni
in seno all'Onu. Tuttavia all'indomani del conflitto , il clima della guerra
fredda , il rapido imporsi in Occidente delle politiche anticomuniste e di
fedeltà atlantica , e la necessità di mantenere l'avamposto tedesco
all'interno di questo fronte , fecero si' che fossero rimossi i retaggi
della tragedia e restassero prevalenti nelle comunità ebraiche le concezioni
spiritualistiche della Nazione ebraica e gli orientamenti di assimilazione ,
anche per i timori , specie in rapporto al maccartismo in America , dei
sospetti di doppia fedeltà, come risultava evidente dalle difficoltà di dare
impulso decisivo ai flussi di immigrazione in Israele. La situazione
muterebbe radicalmente a far data convenzionalmente dal '67 . La guerra dei
sei giorni rivela al mondo la potenza militare
della piccola Israele , il suo ruolo strategico cruciale per l'Occidente e
l'America a fronte di un mondo arabo con un rinnovato orgoglio della propria
identità , insofferente di sopravvivenze colonialiste e attratto nella sfera
di influenza sovietica. Per la comunità ebraica americana , ormai in un
ruolo di primissimo piano nella società, economia e istituzioni degli USA e
la cui alterità è adesso opposta e persino ostile non all'estabment ma alle
altre minoranze, il sostegno esplicito e concretamente generoso si converte
in fattore di integrazione e appartenenza alle elites d'America. Non
l'esserne vittime , ma il non essere piu' vittime , darebbe quindi conto
della nascita di una "teologia " dell'Olocausto , tra gli ebrei della
diaspora. Da questo momento si salda e sviluppa sempre piu' la connection
tra lobbies ebraiche e ruolo di Israele di presidio e rappresentanza degli
interessi geostrategici Americani in medioriente
coniugandosi funzionalmente alla sua politica nazionalista e militarista
nei confronti dei Palestinesi e del mondo arabo. La progressione inesorabile
di questo processo, dopo la caduta dell'URSS e l'escalation della politica
imperialista americana successiva all'attentato terroristico dell'11
settembre , sta oggi sotto i nostri occhi nella tragica situazione di
quell'area e nel pericolo per la pace e il mondo intero che essa
costituisce. Nel 1975 l'assemblea dell'Onu approvo' una risoluzione che
qualificava il sionismo come una forma di razzismo e discriminazione
razziale. Nel 1991 gli Stati Uniti ne ottengono l'abrogazione. Olocausto
nazista, olocausti e /o Olocausto. 6. Tutta la storiografia revisionista ,
ribadisco, contesta solo le distorsioni e falsificazioni della tradizione
dello Olocausto come Male Assoluto , Unico , tragica specificità del popolo
ebraico non paragonabile a nessun altro . Non nega lo
sterminio di ebrei , le esecuzioni sommarie , e i massacri spaventosi
dovuti ai lavori forzati , la fame , gli stenti , le malattie , i
maltrattamenti , torture e la violenza endemica e intrinseca alle condizioni
di internamento, alle epidemie di tifo, non solo perché sarebbe moralmente e
politicamente iniquo , ma ancor prima una demenziale bestialità sotto il
profilo storico. Conferma significativamente tale orientamento un non
revisionista , Norman G. Finkelstein , un ebreo americano figlio di genitori
sopravvissuti e con parenti vittime dei campi di concentramento . Con "
industria dell'olocausto " egli denuncia questa cinica strumentalizzazione
ideologica sionista che a partire dagli anni 70 si afferma tra gli ebrei d
`America . Che, cioe', l'olocausto si venda , che divenga un gigantesco
business e non si insegni. Che la sua promozione propagandistica registri
una crescita inarrestabile , in luogo del silenzio e della
autenticità della sofferenza intima del ricordo e del bisogno di
dimenticare al tempo stesso che avevano caratterizzato in precedenza
l'ebraismo americano , proprio quando i pericoli dell'antisemitismo e la
minaccia alla sicurezza di Israele non sussistono piu', ed allora nascerebbe
la necessità paradossale di suscitare e resuscitare lo spettro di cui si
auspica la scomparsa. Proprio questo martellante , ossessivo, parossistico
uso politico, strumentale e commerciale dell'olocausto sarebbe il fattore di
alimentazione di antisemitismo e dunque, il vero antisemitismo, esso
stesso.E' comprensibile l'irritazione che tali analisi , per di piu' di un
ebreo, possano provocare , ma è innegabile che si sia indotti alla
riflessione sulla loro fondatezza quando da noi recentissimi episodi di una
! scritta antisemita di 25 cm ! , o presunte inquietanti e rivelatrici
espressioni lessicali o risultati di sondaggi che attribuiscono al governo
israeliano responsabilità primarie per la minaccia alla pace nel mondo ,
sollevano un allarme e una campagna mediatica contro un preteso ritorno di
un razzismo antiebraico, talmente spropositati ed esagerati , da apparir
francamente e malinconicamente poveri di credibilità . A supporto di questa
amara convinzione Finkelstein documenta dettagliatamente come le diverse
Associazioni americane per la memoria dell'Olocausto abbiano pianificato
campagne per lo sviluppo di fiumi di finanziamenti privati e pubblici ad
Israele ed intentato con successo, a titolo , a loro dire, riparatore e
risarcitorio delle vittime sopravvissute (in numero tanto esageratamente
gonfiato da contraddire pericolosamente la tesi dello sterminio e recar
acqua al mulino revisionista ! ) , poderosi procedimenti legali con
scandalose richieste di esorbitanti esborsi pecuniari , contro i sistemi
bancari svizzeri, tedeschi e persino dei paesi dell'est,
mobilitando spaventosi apparati di pressione e ricatto morali , politici e
finanziari di dimensione internazionale, col concorso negli Stati Uniti di
Istituti diplomatici e dei governi dei singoli Stati e di quello federale
( peraltro altrettanto e piu' responsabile degli stessi reati e colpe
imputati agli altri governi , ma immune da qualsiasi rivendicazione e
denuncia da parte delle lobbies ebraiche.) Dopo tanti generosi e solenni
proclami ,risulterebbe che di quelle montagne di denaro quote rilevanti non
presero la via di Israele , quasi interamente furono destinate agli enti
istituzionali ebraici , riempirono smisuratamente le tasche dei loro
dirigenti e pressochè nulla tocco' alle persone dei legittimi titolari e
aventi diritto. E ` comprensibile che tali spregiudicate operazioni appaiano
sciacallesche a chi per ragioni familiari si senta direttamente interessato
a preservare la memoria autentica dell'olocausto , ma
ancor piu' significativo e' che da tali voci venga la denuncia di altri
aspetti di tradimento dell'Olocausto, che da testimonianza di dolore e
sofferenza diventa strumento e pretesto di predominio e privilegio. E'
sospetta la autenticità di quella sofferenza per una malvagità e una
tragedia patite che nel ricordo , col trascorrere del tempo non si converta
sempre piu' in pietas , in cui il negativo, l'odio per il nemico e
carnefice, il risentimento o l'autocompatimento personali non lascino il
posto al positivo, alla condivisione del dolore altrui ed al riconoscimento
e con-passione per tutte le vittime di ogni tragedia. La teologia dell'
Olocausto. 7. Spiace dirlo, ma questo non appare nelle manifestazioni
pubbliche del sentire ebraico, riguardo la Shoah Assurdamente il sentimento
della speciale identità ebraica , quella che per dirla con P. Roth fa si'
che l'eredità di ogni bambino ebreo consista in " Gli Ebrei
son meglio " , investe anche il genocidio e la esclusiva specificità
dell'esserne vittime. Sotto la furia nazista in varie entità e modalità
caddero altre minoranze , i portatori di handicap ( e stavolta si' con un
disegno mirato e consapevole politico - scientifico di pulizia e
perfezionamento etnico-genetico ) , gli omosessuali, i Testimoni di Geova,
gli Zingari , i perseguitati politici. Ma nella coscienza collettiva
l'Olocausto riguarda solo ed esclusivamente gli ebrei. Né possono invocarsi
ragioni quantitative a darne conto, in genere, e in particolare riguardo
agli Zingari il cui martirio, che ammonterebbe a 500.000 vittime,
proporzionalmente e per le sue motivazioni razziali e' perfettamente
equiparabile a quello ebraico , versa nel piu' assoluto oblio e non è stato
mai destinatario di alcun risarcimento né politico ne' economico ne'
simbolico. Persino nella memoria del dolore queste son contiguità scomode e
non care
vicinanze e fraternità , rispetto alla univocità di elezione dell'ebraismo
? " L' Olocausto " , il solo declinabile al singolare , l'unico che
effettivamente investe una razza , è quello della razza umana e che li
comprende tutti al suo interno. Per quanto grande sia stata la tragedia
della Shoah, purtroppo non puo' davvero essere assolutizzata come il Male
assoluto e sta in nutrita e tragica compagnia di altre spaventose ecatombe.
Si tratti dei 50 milioni di morti della seconda guerra mondiale , o dei
milioni di morti dello stalinismo e di tutte le altre aberrazioni e
deturpazioni del sogno comunista , di Hiroshima , Dresda o Stalingrado, o
dello schiavismo e della persecuzione infinita dei neri o del genocidio
degli indiani d `America , dei 4 milioni e mezzo di vittime delle guerre
americane in Indocina , o dei massacri in Cambogia , del milione e mezzo di
morti iraqeni o delle tragedie dei Palestinesi, Armeni, Curdi, Ceceni
o dei popoli dell'America Latina, di tutte le vittime di ogni integralismo
e terrorismo, della ferocia e del cannibalismo delle guerre balcaniche o
delle ignorate mattanze tribali nel continente africano.. ., la rievocazione
e rivendicazione di qualsiasi tragica specificità , specie quando non si sia
direttamente o temporalmente coinvolti, rende sospette la autenticità dei
proclamati sentimenti di dolore , esecrazione che le ispira e di rispetto e
compartecipazione delle altre o " altrui " sciagure . In questo senso appare
davvero grottesco che mentre si impegna con se stessa , se pur lodevolmente,
la propria e altrui memoria ad ammettere , conservare e coltivare il ricordo
di trascorsi massacri , mentre si proclamano i " mai piu' ! " , i " non
dimenticheremo ! " sia oggetto di universale rimozione e rassegnata , cinica
indifferenza quello vigente e in corso , lo sterminio per fame , un vero
olocausto permanente , a fronte del
quale tutti gli altri impallidiscono , che miete 24.000 vite ogni giorno ,
una ogni 3,6 secondi, piu' di 8 milioni l'anno secondo i rapporti FAO. E che
prosegue indisturbato , ogni giorno , sotto i nostri occhi. Annotazioni
conclusive Ripeto, si propongono questi elementi di discussione piu' che in
buona fede. Con ingenuità. Mi auguro, dico mi auguro, che qualcuno voglia e
sappia farne tabula rasa , e ricomporre cosi' dentro di me il conflitto tra
le perplessità nuove e le mie vecchie convinzioni circa la integrale realtà
e verità dell'olocausto, salde fino a ieri quanto quella che 2 piu' 2 fa
quattro. Criticamente pero'. Anatemi e ingiurie , oltre ad essere
preventivamente restituite al mittente , e.. rimbalzarmi, non potrebbero che
suffragare la serietà della storiografia revisionista e gettare una ambigua
luce sul culto della memoria dell'olocausto e le relative campagne di
vigilanza contro ogni sorta di
risorgente razzismo .a senso unico.