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Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    Repubblica
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    Predefinito Si riapre il caso Calderoli....

    ROMA - Le parole di Gheddafi non devono impressionare più di tanto, perché è chiaro che si tratta più di un'arringa comiziale ai suoi fedelissimi più che di una responsabile presa di posizione in campo internazionale. È questo il succo di una nota diffusa dal vicepremier e ministro degli esteri Gianfranco Fini all'indomani delle minacce che il leader libico ha rivolto all'Italia. «I libici vi odiano» ha tuonato il Colonnello non escludendo altri assalti, dopo quello al consolato di Bengasi, se non arriveranno i risarcimenti per il periodo coloniale. Parole seguite da un latro botat e risposta a distanza tra lo stesso Gheddafi e Calderoli.CALDEROLI CHIEDE SCUSE UFFICIALI- L'aver messo in relazione, da parte di Gheddafi, i tragici fatti di due settimane fa non con le vignette anti-Islam ma con il colonialismo spinge anche l'ex ministro ad intervenire: «Mi hanno dato del pazzo, mi hanno dato del buffone, mi hanno dato dell'irresponsabile, mi hanno minacciato di morte - osserva il leghista - hanno messo sulla mia testa una taglia superiore ai dieci milioni di dollari e la magistratura mi ha inquisito. Ho subito tutto questo in silenzio». Da qui la richiesta: «Mi attendo scuse ufficiali da chi ha mentito» e strumentalizzato tutta quanta la vicenda.

    GHEDDAFI: MINISTRO FASCISTA - Gheddafi però sembra tutt'altro che intenzionato a porgere l'altra guancia. Nel discorso pronunciato ieri a Sirte , di cui oggi si conoscono dettagli inediti, Gheddafi ha puntato il dito contro «un ministro italiano fascista che ha usato un linguaggio razzista, da crociato, colonialista e retrogrado», ministro che «il governo (italiano) detesta e ripudia» e che «è stato costretto a dimettersi», nel quale è riconoscibile - sia pur mai nominato - lo stesso Calderoli.

    CONTENZIOSI COLONIALI - Sul mancato indennizzo per i danni coloniali, Fini assicura che i contenziosi tra Italia e Libia verranno risolti. «Quanto ai rapporti italo-libici, la posizione dell' Italia rimane quella enunciata in Parlamento e chiaramente indicata nella Dichiarazione approvata dal Consiglio dei Ministri del 23 febbraio, nella quale veniva testualmente data priorità assoluta alla duplice esigenza di chiudere definitivamente il capitolo storico del passato coloniale, anche con misure altamente significative, oltre a quelle già eseguite o in corso di esecuzione, da concordare con la parte libica, che diano il segno dell'amicizia tra i due popoli, rinnovando nel contempo l' invito alle Autorità libiche a dare seguito completo agli impegni sottoscritti, in particolare ai fini della concessione senza discriminazioni dei visti ai profughi italiani. E di continuare a ricercare con la parte libica una soluzione accettabile del contenzioso economico sui crediti che vantano le aziende italiane, rappresentando nel contempo la necessità che si ponga termine alle limitazioni tuttora vigenti sul piano normativo e pratico in Libia a danno delle aziende italiane», ha aggiunto Fini. «Su questa strada il governo intende proseguire, ma è di tutta evidenza che l' impegno deve essere reciproco e che nessun aiuto viene in questa direzione dalle ultime parole del Colonnello Gheddafi», ha quindi concluso il ministro.

    CDL COMPATTA - Nella maggioranza anche Pier Ferdinando Casini stigmatizza le ultime prese di posizione del Colonnello: «Naturalmente, non vogliamo alimentare polemiche - spiega il presidente della Camera - ma non pensiamo neanche che Gheddafi voglia essere candidato alle elezioni italiane. Non c'è bisogno che interferisca nella campagna elettorale italiana, anche perché ho il dubbio che non tifi per noi». Laconica la considerazione del ministro Castelli: «Quel che ha detto Gheddafi rende giustizia a Calderoli». Sul fronte opposto, è Massimo D'Alema a illustrare la versione dei Ds: «Non si può accettare il linguaggio della minaccia».

  2. #2
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    Antics and buffoonery

    Feb 23rd 2006 | ROME
    From The Economist print edition
    Silvio Berlusconi's embarrassing allies

    AP Taxing times for Berlusconi

    IT HAS always been hard to find a single word to describe the Northern League. Regionalist at times, separatist at others; liberal in theory, protectionist in practice; often populist, certainly anti-immigrant, it has also shaped itself as the party of cultural confrontation. Leaguers are among the keenest admirers of Oriana Fallaci, a writer who says that Muslim immigration is turning Europe into “Eurabia”.

    Coming from a country that some Muslims mistakenly see as a bastion of proselytising Christianity, this can be inflammatory stuff. Just how inflammatory became clear last week, when up to 14 people died and 35 were wounded in the Libyan city of Benghazi. The reason? A T-shirt.

    The responses of western politicians to Muslim protests over cartoons of Muhammad have taken many forms. But the most provocative was surely the decision by Roberto Calderoli, deputy leader of the League and a minister in Silvio Berlusconi's centre-right government, to get a T-shirt made showing some of the drawings. He then displayed the garment on Italian television, which is widely viewed in Libya, once an Italian colony. Two days later, a 1,000-strong mob stormed Italy's Benghazi consulate, leading to the deaths and woundings. The secretary-general of the Organisation of the Islamic Conference linked the attack directly to Mr Calderoli's stunt. Under pressure, he resigned as a minister. This week prosecutors in Rome placed him under investigation on suspicion of offending religious beliefs.

    One effect of his buffoonery may have been to destabilise a key supplier of Italy's oil and gas. Italy's foreign minister, Gianfranco Fini, and its ambassador in Tripoli have suggested that the incident gave opponents of the Libyan regime an excuse to riot. This was denied by Libyan officials, but an opposition website claims that the government shut down internet points and text messaging to prevent the organisation of more protests.

    Another consequence was to throw Mr Berlusconi on the defensive at the start of campaigning for the election in early April. The publication of a letter suggesting that he had paid a British lawyer for favourable court testimony (see article) has added to his problems. Mr Calderoli's antics also reminded voters how irresponsible some partners in the centre-right coalition can be. He has refused to apologise, though he says he did not intend to cause offence. The Northern League leadership passed a motion expressing “total solidarity” with him.

    The affair has, at least, given the Berlusconi government an opportunity to demonstrate its damage-limitation skills. Although the prime minister does not have the constitutional authority to fire a minister, he winkled out Mr Calderoli swiftly. Mr Fini cast more water on the flames by visiting Rome's main mosque. Even more helpfully, controversies like these distract the opposition's attention from what should be the main issue: how to improve Italy's dismal economic performance.

    Cristiano

  3. #3
    Repubblica
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    Ormai siamo alla frutta...

  4. #4
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    Predefinito Silenzio, parla Magdi Allam

    In mano agli Islamicidi

    Magdi Allam

    Povero Calderoli! Ora che lo stesso Gheddafi ha detto che le vignette blasfeme su Maometto non c’entrano niente e che l’assalto al consolato italiano a Bengasi è una reazione al mancato indennizzo per i danni coloniali, Berlusconi dovrebbe riconsiderare la decisione di dimetterlo. Paradossi. In ogni caso ora sappiamo che l’Italia, qualunque cosa faccia, è stata prescelta come vittima sacrificale sull’altare di una consacrazione storica.

    La consacrazione dei Fratelli Musulmani libici che da ieri sono ufficialmente legittimati e i cui militanti sono stati tutti rilasciati dalle carceri. Ed è così che nel ventinovesimo anniversario della nascita della «prima Jamahiriya (governo delle masse) della storia», il sistema politico inaugurato nel 1977, Gheddafi segue le orme dell'Egitto legalizzando il potente movimento integralista islamico. Il semplice fatto che nel comunicato ufficiale in cui si annuncia il rilascio di 130 prigionieri politici di cui, si specifica «85 appartenenti ai Fratelli Musulmani», costituisce un riconoscimento di un gruppo fino a un attimo prima qualificato come «traditore», «nemico del popolo» e «terrorista». Ne prendano atto tutti coloro che, in Italia e in Occidente, hanno finora giustificato il loro sostegno a Gheddafi come un imperativo imposto dal rischio che la Libia cada nelle mani degli integralisti islamici.

    Ora che lo stesso Gheddafi li ha legittimati e si appresta a farne un partner nella gestione del potere, sarebbe bene che riconsiderassero le loro valutazioni. E' del tutto evidente come Gheddafi sia stato costretto a allearsi con il diavolo. Bengasi, la seconda città del Paese, gli era sfuggita di mano. Dopo aver istigato la popolazione a protestare contro gli italiani, sfruttando una dichiarazione «crociata» fatta da Calderoli l'8 febbraio scorso (una settimana prima dell' esibizione della provocatoria maglietta in televisione), la manifestazione del 17 febbraio gli sfuggì di mano. A gestirla, ora lo sappiamo, furono i militanti dei Fratelli Musulmani che assaltarono e bruciarono il nostro consolato. Di qui l'ordine di sparare a vista lasciando sul terreno 11 morti.Ma di fronte al moltiplicarsi della rabbia, Gheddafi lasciò mano libera agli islamici che saccheggiarono il consolato, incendiarono una chiesa e un monastero, proclamò «martiri» le sue vittime, decise di sacrificare il ministro dell'Interno.

    Ieri Gheddafi ha precisato che i rivoltosi avrebbero voluto uccidere il console italiano Pirrello. Precisando che nuove aggressioni contro gli italiani sono assolutamente possibili se l'Italia non provvederà all'indennizzo per i danni coloniali. La verità è che Gheddafi non ha nessuna intenzione di chiudere questo contenzioso. Per lui è molto più prezioso utilizzarlo come arma di ricatto e di minaccia ogni qual volta gli torna utile fare dell'Italia una valvola di sfogo per calmare le acque interne. Ed è esattamente quanto sta succedendo ora. L'Italia viene data in pasto ai libici in rivolta e agli integralisti islamici assetati di vendetta e di potere. Gheddafi che per l'ennesima volta si conferma del tutto inaffidabile, dimostra che l'unica priorità è la salvaguardia del potere. Che, a questo punto, coincide con la salvaguardia della sua vita.

    03 marzo 2006

  5. #5
    Repubblica
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    Ora Calderoli ha chiesto le scuse degli esponenti della Cdl... vediamo che succede...

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Repubblica
    Ormai siamo alla frutta...
    E loro alla CANNA DEL GAS!!!!

  7. #7
    Repubblica
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    Citazione Originariamente Scritto da mike51
    E loro alla CANNA DEL GAS!!!!
    Purtoppo la Cdl ha tolto anche il gas...

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Repubblica
    Purtoppo la Cdl ha tolto anche il gas...
    Allora siete salvi.

 

 

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