BERLUSCONI A CONGRESSO USA: 11 SETTEMBRE NON E' GUERRA CIVILTA'
WASHINGTON - Un discorso di 30 minuti che e' stato la summa della sua visione politica: grande ammirazione per gli Stati Uniti, una fede incrollabile in democrazia ed economia di mercato, binomio questo inscindibile, e riconoscenza per aver sconfitto nazifascismo e comunismo; il tutto condito da un avvertimento: non c'e' futuro senza il legame transatlantico mentre ci sono solo rischi nel credere alla possibilita' di una ''fortezza Europa''.
Questo e' il messaggio ''liberal'' che Silvio Berlusconi ha lanciato oggi da Washington al popolo americano - ma non solo, visto che l'intero intervento e' stato trasmesso in diretta in Italia da Canale 5 - passando da un iniziale inglese all'italiano, ricevendo tanti applausi ed anche alcune standing ovation dai non troppi deputati presenti. Siamo a fine legislatura e Berlusconi e' passato dall' orgoglio delle cose fatte alla guida dell' Italia ad una visibile emozione che a tratti gli ha tolto il respiro mentre interveniva al congresso.
A Capitol Hill, il cuore politico della piu' potente nazione del pianeta, il presidente del Consiglio ha saputo toccare le corde giuste della middle class americana esaltando le ''tante giovani vite'' sacrificate nel passato per combattere una guerra al di la' dell'Atlantico contro il nazi-fascismo, ma anche eccitando gli ambienti conservatori ritirando fuori con sapienza ''la battaglia americana contro il comunismo e la minaccia sovietica''.
''L'occidente e' uno e deve rimanere uno'', ha scandito il premier al Campidoglio ricevendo ampi consensi dai deputati e facendo cosi' ben capire che nulla avrebbe concesso a quel ''relativismo'' che distingue, esamina e puntualizza fino a perdere il filo, a suo avviso, di un ragionamento che invece per il premier e' lineare: ''la storia ha dimostrato che l'aspirazione alla democrazia e' universale e che liberta' e democrazia sono contagiose''.
La parte centrale del suo discorso, preparato per settimane e settimane, e' stato dedicato a sottolineare i rischi che corre l'Unione Europea in questo periodo. Che cerca ''di definire la sua identita' in contrapposizione all' America''. ''La necessaria integrazione politica ed istituzionale dell' Europa non deve significare - ha ammonito Berlusconi - la creazione di una ''fortezza Europa', chiuso al resto del mondo nella convinzione che facendo cosi' puo' preservare la sua prosperita' e liberta'''.
Proprio questo rischio terrorizza Silvio Berlusconi, la possibilita' che si possa aggravare la contrapposizione tra Europa e Stati Uniti, una divaricazione che ''sarebbe completamente ingiustificata e comprometterebbe gravemente la sicurezza dell'intero mondo''.
Berlusconi ha esordito definendo ''un onore straordinario'' quello di poter parlare al congresso, ''uno dei grandi templi della democrazia'' che si trova all' interno ''della piu' grande democrazia del mondo''. Dopo una concessione ai tantissimi italo-americani e al valore delle ''radici italiane'', Berlusconi ha ricordato che per la sua generazione di italiani gli Usa sono ''il faro della liberta' e del progresso civile ed economico''.
Una grande democrazia che non solo ha combattuto il nazifascismo ma che attraverso il Piano Marshall ha aiutato l'Italia ''ad uscire dalla poverta'''. Una riconoscenza che Berlusconi prova ogni volta che vede la bandiera a stelle e a strisce: ''per non e' solamente la bandiera di un grande paese: soprattutto - ha spiegato - io vedo un simbolo, il simbolo universale della democrazia e della liberta'''.
Quindi un inevitabile passaggio dedicato a garantire che l'Italia sara' sempre ''un determinato e leale alleato'' di Washington. Un impegno dimostrato tutte le volte in cui all' Italia e' stato chiesto ''un tangibile contributo'' alla sicurezza internazionale. Non a caso circa 40 mila militari italiani sono stati assegnati esclusivamente al compito di portare avanti operazione di peace keeping.
Non poteva mancare un accenno all' 11 settembre e ai problemi del fondamentalismo e del terrorismo. Non si puo' parlare di ''un attacco dell' Islam all' occidente'', ha sottolineato. Proprio perche' ''l'Islam moderato e' alleato con le democrazie occidentale ed e' esso stesso un obiettivo dei terroristi. Silvio Berlusconi ha chiuso il discorso con una singolare traduzione dall' italiano all' inglese del suo ''mi consenta'': ''consentitemi di concludere raccontandovi una breve storia'' ha detto il premier in inglese. Si tratta della storia di un giovane uomo il cui padre lo ha portato in un cimitero dove riposavano tanti coraggiosi, giovani soldati che avevano attraversato l'oceano per riportare ''dignita' e liberta' ad un popolo oppresso''.
Mostrandogli queste croci, ha raccontato Berlusconi, questo padre ha fatto promettere al figlio che non avrebbe mai dimenticato il sacrificio estremo di questi giovani soldati americani e gli ha fatto promettere di portare ''eterna gratitudine'' a quel paese. ''Questo padre era mio padre, e quel giovane uomo ero io'', ha spiegato Berlusconi assicurando che ''non ha dimenticato mai quel sacrificio e quella promessa, e che non lo dimentichera' mai''.
Dopo questo discorso la cosiddetta area alleata con la Cdl è meglio che si prenda le seggiole promesse e si vada a nascondere.