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  1. #11
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Rasputin Visualizza Messaggio
    Io so solo che quest’anno, durante la vacanza in Turchia, quando venivano a sapere che eravamo italiani, ci prendevano per il culo persino i venditori ambulanti (”Ah, italiani? BERLUSCONI!!!” e giù a riderci in faccia…).

    pure in turchia

  2. #12
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da vota Antonio Visualizza Messaggio
    pure in turchia
    Chiama lo psicologo, non vorrei restassi traumatizzato.
    Riaffiorano i ricordi degli anni di passione
    ritorna il vecchio sogno per la rivoluzione.
    Racconti senza fine di gente che ha pagato
    non puoi mollare adesso la lotta a questo stato.
    La rivoluzione è come il vento, la rivoluzione è come il vento.

  3. #13
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Schwerpunkt Visualizza Messaggio
    noto solo ora che il nazionale è intriso di bimbomikia di sinistra che aprono topic a raffica casualmente tutti con lo stesso stile...
    Destra e sinistra sono convenzioni. Ormai siamo divisi in berluscabbindolati e berluscoscettici.

    Ma davvero credete che sto governo abbia sollevato il prestigio internazionale del paese?
    Bannato per aver diffamato il PdC!!!

    Estiqaatsi!!! (fan)

  4. #14
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da sisifo68 Visualizza Messaggio
    Destra e sinistra sono convenzioni. Ormai siamo divisi in berluscabbindolati e berluscoscettici.

    Ma davvero credete che sto governo abbia sollevato il prestigio internazionale del paese?
    no, io non sono diviso così

  5. #15
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Guerra Berlusconi-Murdoch sulla tv a pagamento
    Articolo di Società cultura e religione, pubblicato martedì 22 dicembre 2009 in Francia.

    [Le Monde]

    Il Governo italiano, presieduto da Silvio Berlusconi, ha approvato, il 17 dicembre, uno schema di decreto legge mirato a ridurre la quantità di pubblicità diffusa sui canali a pagamento. Poco nota, questa notizia ha suscitato proteste da parte dell’opposizione, che denuncia un conflitto di interessi. Infatti, il presidente del Consiglio è anche proprietario di Mediaset, principale gruppo televisivo commerciale della tv in chiaro in Italia. Controlla Canale 5, Rete 4 e Italia 1.

    Lo schema di decreto legge prevede di limitare gradualmente la pubblicità in tre anni. Il volume orario fissato al 16% verrà limitato al 14% nel 2011 e poi al 12% nel 2012. Questa restrizione verrebbe attuata “nel rispetto delle regole comunitarie”, afferma il governo. Sarebbe inoltre anche legittimo, secondo quest’ultimo, poiché i canali a pagamento vengono già finanziati attraverso gli abbonamenti. Anche Mediaset, come proprietaria di canali a pagamento dovrebbe esserne interessata. Tuttavia, la maggior parte del suo profitto deriva dai canali in chiaro.

    I tetti sulle pubblicità in Italia fanno eco a quelli attuati in Francia sulla tv pubblica su France Télévision [televisione pubblica francese, N.d.T.]. Dai due lati delle Alpi, il calo degli investimenti pubblicitari in televisione sembra essere stato il motore delle limitazioni. Se lo schema di decreto legge verrà messo in pratica, in tre anni, i canali a pagamento, trasmessi via satellite e via digitale terrestre, verranno allineati ai canali pubblici. In Italia, il volume orario di pubblicità è già stato limitato al 12% sui canali pubblici della RAI. D’altra parte, le televisioni commerciali, come quelle del gruppo di Berlusconi, sono autorizzati a trasmettere fino al 18% del proprio volume orario di pubblicità.

    Collera di Sky Italia.

    Per molti, la principale vittima della riduzione della pubblicità sui canali a pagamento è Sky Italia, gruppo che trasmette via satellite controllato da Rupert Murdoch. In Italia, Sky Italia è il primo operatore della televisione a pagamento.

    Da quasi due anni Berlusconi moltiplica gli attacchi contro Sky Italia. In settembre, il gruppo aveva ufficialmente sporto denuncia contro Mediaset. Quest’ultima era accusata di rifiutare di trasmettere sulle sue frequenze le pubblcità a favore di Sky Italia. Nella denuncia contro Publitalia, concessionaria pubblicitaria di Mediaset, il gruppo Sky Italia l’aveva accusata di impedire loro l’acquisto di pubblicità in particolare su Canale 5, Rete 4 e Italia 1.

    Il conflitto tra Murdoch e Berlusconi comparve verso la fine del 2008. All’epoca, si trattò del raddoppio dell’IVA sugli abbonamenti che aveva provocato la collera di Sky Italia. Nuova pugnalata alle spalle alla tv a pagamento, in luglio, con il progetto del lancio, su iniziativa di Mediaset e RAI, di un pacchetto d’abbonamento satellitare gratuito.

    [Articolo originale "Guerre Berlusconi-Murdoch dans la télévision payante" di Guy Dutheil]
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  6. #16
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Ho cambiato idea sull’Italia
    Articolo di Società cultura e religione, pubblicato giovedì 24 dicembre 2009 in Gran Bretagna.

    [The Guardian]

    La mia storia d’amore con l’Italia è finita. L’idillio non c’è più. Ora vedo il Paese per quello che è veramente : razzista, di destra e corrotto.

    Mi sono chiesto a lungo come iniziare questo articolo che spiega come mai ho cambiato idea sull’Italia, come mai nel corso dell’ultimo decennio il mio sdegno sia cresciuto sempre di più nei confronti di un paese e di una cultura che prima mi deliziavano così tanto, e come mai adesso non m’importa quasi per niente se un giorno tornerò a mettere piede su quella terra. Ma non avrei dovuto preoccuparmi, un articolo pubblicato dal Guardian mi ha dato lo spunto.

    Il reportage di John Hooper su Coccaglio, paese vicino Brescia, raccoglie la maggior parte di quello che non va nell’Italia moderna in un pacco natalizio, confezionato con carta regalo molto particolare e chiuso con un meraviglioso fiocco come solo gli italiani sanno fare. Hooper ci racconta come il Natale a Coccaglio sia segnato da una ricerca condotta casa per casa per scovare immigrati irregolari (ovvero neri). La retata, promossa dal consiglio comunale locale controllato dalla Lega Nord, è stata ufficialmente denominata Operazione Bianco Natale e finirà, oh oh oh, il 25 dicembre. Un consigliere di Coccaglio ha dichiarato che il Natale è una festa dell’identità cristiana, non una celebrazione dell’ospitalità. L’intera operazione è stata salutata e appoggiata dal governo di Silvio Berlusconi.

    Essendo un europeo del nord, sono cresciuto con la propensione nordeuropea a innamorarsi dell’Italia, un paese dove c’è tepore al posto di freddo, luce al posto di buio, estroversione al posto di introversione, passione al posto di repressione. Visitare l’Italia, come ho fatto per un bel po’ di anni della mia vita, voleva dire entrare nel mondo dei sensi, in un posto dove il cuore ha la meglio sul cervello, dove la bellezza prende il posto della bruttezza e dove la naturalezza sciolta e tollerante rimpiazza la severità abbottonata del mondo protestante. Col passare degli anni mi sono interessato alla lingua, all’arte, alla storia e ovviamente anche all’opera e alle donne. Sono rimasto affascinato anche dalla politica. La sinistra italiana sembrava possedere un modo tutto suo, colto e acuto allo stesso tempo, di vedere il mondo e il proprio Paese. Era una combinazione accattivante di socialismo e stile. Mi pareva che a Bologna avessero inventato la città moderna perfetta, combinando dinamismo intellettuale, un’amministrazione locale straordinaria e alcuni esempi della cucina migliore d’Europa. Come tanti altri della mia generazione, mi sono bevuto tutto quanto e mi chiedevo come mai noi inglesi non potessimo somigliare un po’ di più agli italiani.

    Ma questo era tanto tempo fa. Adesso vedo le cose in maniera diversa. Sarebbe facile scaricare tutta la colpa su Berlusconi, sulla sua personalità grottesca, sulla sua corruzione, sulla sua mancanza di vergogna e sul suo razzismo , e fino ad un certo punto, certamente, lo faccio. Ciò che George W. Bush ha fatto per la reputazione mondiale degli Stati Uniti, Berlusconi l’ha fatto per la reputazione dell’Italia. Tuttavia, c’è una grossa differenza: l’ascesa di Bush ha reso possibile l’ascesa correttiva finale di Barack Obama. In maniera opposta, l’ascesa di Berlusconi sembra autoalimentarsi e sembra portare l’Italia sempre di più verso una politica controllata e dominata dai media. A volte ho paura che questo sia il nostro futuro anche nel Regno Unito se non staremo attenti. Il mio quiz natalizio per i lettori è questo: chi potrebbe essere il Berlusconi britannico?

    Torniamo in Italia. Quando gli osservatori inglesi guardavano gli Stati Uniti un decennio fa e si chiedevano come avessero fatto ad eleggere qualcuno come Bush, c’era almeno una chiara risposta psefologica alla loro domanda (la quale non era semplicemente la risposta ovvia che nel 2000 non l’avessero eletto). Gli americani hanno scelto Bush due volte perché gli elettori americani, soprattutto i maschi bianchi, sono tendenzialmente, sia culturalmente sia politicamente, più a destra dei votanti maschi e bianchi nella maggior parte d’Europa.

    Ci dobbiamo porre una domanda simile sugli italiani. Come hanno potuto eleggere Berlusconi, farlo una seconda volta e poi una terza? L’hanno fatto, sospetto, per le stesse ragioni psefologiche degli americani che hanno scelto Bush. Ripercorrendo gli ultimi 150 anni di storia italiana possiamo notare lunghi periodi di governo della destra, seguiti da un breve periodo di catastrofi e, successivamente, una riconferma della destra. L’Italia non è mai stata quel paradiso liberale di cui si illudono qualche volta i progressisti europei. In realtà è un Paese in cui c’è una maggioranza di destra. È molto più corrotto, depravato, razzista e anarchico di quanto i turisti di classe media, pieni di fantasie ispirate da EM Forster e che vedono solo quello che vogliono vedere, possano immaginare. Coccaglio non è un mero correttivo di tutto questo. L’Italia è così. Dimenticate l’Italia di Dante. Dimenticate l’Italia di Verdi. Dimenticate l’Italia delle vostre fantasie. Benvenuti nell’Italia che definisce una retata contro gli immigrati ‘Operazione Bianco Natale’, nell’Italia che dichiara che il Presidente degli Stati Uniti ha una bella tintarella, la stessa Italia che poi si mette anche a ridacchiare di queste cose.

    [Articolo originale "I've changed my mind about Italy" di Martin Kettle]
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  7. #17
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Rasputin Visualizza Messaggio
    Io so solo che quest’anno, durante la vacanza in Turchia, quando venivano a sapere che eravamo italiani, ci prendevano per il culo persino i venditori ambulanti (”Ah, italiani? BERLUSCONI!!!” e giù a riderci in faccia…).

    Saresti da prendere per il culo solo per il fatto di aver fatto le vacanze in un paese come la turchia.

  8. #18
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    I coglioni di Berlusconi
    Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato mercoledì 16 dicembre 2009 in Catalogna.

    [Avui]

    La cosidetta alta politica ha degli strani paradossi: per esempio, a George Bush Jr, per aver difeso il concetto di guerra giusta, gli hanno lanciato un paio di scarpe in testa (con l’applauso di una buona maggioranza di persone); a Barack Obama, invece, per aver difeso esattamente la stessa cosa, gli hanno dato il premio Nobel per la pace (ed anche in questo caso con il beneplacito dei suoi sostenitori).

    In realtà, Obama si è spinto semanticamente ancora più in là e non ha parlato solamente di guerra giusta, ma addirittura di guerra umanitaria. Non credo ci vorrà ancora molto a sentir parlare di guerra felice, che sarà quella in cui, calpestando una mina antiuomo, ti salteranno le due gambe al prezzo di una sola. Sempre, inutile ripeterlo, in nome della pace e della fraternità.

    In Italia l’altro giorno a Silvio Berlusconi – che per quanto sappiamo, fa molto più volentieri l’amore che la guerra – gli hanno letteralmente spaccato la faccia mentre, alla fine di un meeting, si apprestava a salutare il popolino. Un certo Massimo Tartaglia (ha un nome da personaggio del Padrino) che per quanto dicono non ha tutte le rotelle al posto giusto, ha aspettato qualche ora per avere il primo ministro abbastanza a tiro per colpirlo con una miniatura del Duomo di Milano: per lo meno, gli si deve riconoscere un gusto inequivocabilmente italiano per quanto riguarda l’arma del delitto.

    Il colpo è stato notevole e al caimano (in italiano nel testo, N.d.T.) si sono rotti il naso e due denti: congratulazioni al suo chirurgo plastico perché l’impatto non è riuscito a smontargli tutta la faccia. Quando il gentile lettore leggerà questo articolo, Berlusconi sarà già felicemente uscito dall’ospedale (gli hanno raccomandato un paio di settimane di riposo, però può sempre chiamare qualcuna delle sue amate veline perché l’aiutino a superare la convalescenza) e Tartaglia già avrà più di settantamila fans su Facebook che lo acclamano come un eroe antifascista.

    Così ragionevoli come siamo, ribatteremo a tanto entusiasmo che, nonostante ci possano sembrare estremamente ripugnanti, non si possono prendere a scarpate in faccia né a colpi di souvenirs i dirigenti eletti democraticamente.

    Comunque, non possiamo non vedere una certa somiglianza fra l’aggressione che ha subìto Berlusconi e il suo modo di intendere la politica e il governo: una somiglianza che si basa, più che altro, sulla pagliacciata. La maggioranza delle dichiarazioni pubbliche di Berlusconi includono, in un modo o nell’altro, il messaggio che lui è un gran bel tipo, che ha due coglioni come quelli di un toro e che gli esce il testosterone dalle orecchie.

    Egli è, in questo momento, l’incarnazione più chiara di quella tendenza che ogni giorno minaccia di espandersi per l’Europa delle società rammollite: quella della politica spettacolo. I suoi detrattori lo definiscono generalmente fascista o di estrema destra, però in realtà Berlusconi non è tanto simile a Le Pen, ma piuttosto all’Elvis di Las Vegas, con la differenza che, nella fase dei brillantini, Elvis cantava meglio che mai, mentre il Cavaliere stona come una ranocchia raffreddata.

    Ad ogni modo, non è un caso che la rivista Rolling Stone l’abbia proclamato, e a ragione, stella del rock dell’anno.

    Berlusconi in definitiva non ha un’ideologia: soltanto i suoi coglioni e una insolita fame di potere. E, passeggiando così per la vita, non risulta troppo strano che un brutto giorno qualcuno ti stampi un ninnolo in faccia.

    Non dovremmo ridere troppo dell’Italia: col panorama che si intravede anche qui, forse non ne siamo così lontani come crediamo.

    [Articolo originale "'I coglioni' de Berlusconi " di Sebastià Alzamora]
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  9. #19
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    Predefinito Rif: Menzogna di regime n.1 Il prestigio internazionale dell'Italia

    Ultima modifica di pao chan; 05-01-10 alle 22:36

  10. #20
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    Una faccia e un paese sfregiati
    Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato lunedì 21 dicembre 2009 in Spagna.

    [La Vanguardia]

    C’è stata gente in Italia e all’estero che ha assistito all’aggressione di un pazzo a Berlusconi con un misto di gioia e beffa e, a parte la considerazione che ognuno ha del personaggio, risulta evidente che queste attitudini dovrebbero preoccupare quasi quanto il comportamento del primo ministro.

    Nemmeno le dichiarazioni dello scorso week-end di Berlusconi sembrano molto opportune, specie quando ha dichiarato che, a ricordo dell’incidente, gli rimarrà l’odio di pochi e l’amore di molti italiani. Sicuramente sarebbe stato più sensato l’aver detto che avrebbe lavorato per guadagnarsi il rispetto di tutti, finanche di chi ha potuto offendere con le proprie azioni degli ultimi mesi. Alla politica non serve amore e odio. Questa non è una tragedia di Eschilo, né una commedia di Chapman.

    La faccia di Berlusconi sfregiata da una riproduzione del duomo di Milano è una delle immagini dell’anno. Il viso sfregiato è l’allegoria di un paese diviso nei confronti di un presidente che governa confondendo il pubblico e il privato, la politica e gli affari, la moralità con la vita da picaro. Senza spingerci più in là, il primo ministro italiano pensa di sfruttare la popolarità generata dall’aggressione ai suoi danni per cercare di convocare elezioni anticipate. Un Berlusconi convertito in vittima può essere una strategia elettorale per chi continua a lasciare una scia di persone danneggiate lungo il cammino.

    Negli ultimi anni il Cavaliere ha dovuto affrontare diversi interventi, dato che ha subito almeno una operazione di prostata e un’altra al cuore per la collocazione di vari bypass coronari. Inoltre, si è ricoverato per sottoporsi a un trapianto di capelli e a un lifting. Dopo esser stato dal dentista per la ricostruzione di un paio di denti persi nell’impatto con il souvenir, ha annunciato che andrà alla clinica di chirurgia plastica di Lugano (Svizzera) per poter eliminare le ferite al visto dovute all’impatto con la cattedrale in miniatura.

    Tuttavia, a Berlusconi serve più un chirurgo che gli metta a posto la biografia che uno che gli sistemi il viso. Una cicatrice allo zigomo prima o poi scompare, ma alcune dichiarazioni del primo ministro e altrettante sue immagini rimarranno indelebili nella memoria collettiva. Per questo sarebbe conveniente per lui cercare di neutralizzarle con un’immagine più serena e un eloquio più consono. O forse il buonsenso non è di moda nella politica italiana?

    Ma ma c’è da temere il peggio. Il suo discorso in attesa del chirurgo plastico non può essere più chiaro: la violenta aggressione non è dovuta a un semplice disturbato mentale, ma al clima creato dall’opposizione. Magari la pace interiore alla quale predispone il paesaggio svizzero lo farà ricredere. In caso contrario, l’unica soluzione sarà sperare che il nuovo stiramento della pelle gli distenda i neuroni. Non si tratta solo del fatto che egli si veda più attraente, ma che il mondo lo veda di buon occhio.

    [Articolo originale "Una cara y un país partidos" di Màrius Carol]
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