È un fiume in piena, Cesare Rizzi. Un torrente che ha rotto gli argini. E dilaga.
Il più fedele gregario di Umberto Bossi, il parlamentare che persino nella voce aveva trovato il modo di essere in tutto e per tutto simile al leader, adesso sbotta. Spara a zero. È un ciclone, che si abbatte sul gruppo dirigente del Carroccio. Colpevole di non averne riproposto il nome per l'oramai imminente tornata elettorale. «Ieri ho ritirato la mia candidatura - dice senza fare troppi giri di parole il deputato erbese - mi volevano mettere al quarantesimo posto nella lista del Senato, una situazione assurda».
Dopo due mandati come rappresentante del Collegio del Triangolo Lariano per la Camera dei Deputati, Rizzi esce di scena in malo modo. Sparando ad alzo zero contro chi, «dopo la malattia di Bossi, ha preso in mano la Lega. Quello che è accaduto mi dispiace soprattutto per i militanti che, a mia insaputa, avevano raccolto le firme e chiesto al movimento di rieleggermi. Ma questa - insiste Rizzi - non è più la Lega di Umberto Bossi, è il partito di Calderoli, uno che manderà a fondo il Carroccio, l'uomo che sarà artefice della distruzione della Lega».
Come un lottatore di wrestling, Rizzi mena fendenti a destra e a manca. Alla cieca. Colpisce duro, anche perché sa benissimo di non avere più nulla da perdere.
«I voti si prendono dal popolo, non arrivano da certi personaggi che si credono una spanna sopra gli altri. Sono curioso di vedere quali saranno i risultati del signor Calderoli. La sua avventura di ministro è finita, e in che modo lo abbiamo visto tutti. Adesso conteremo le schede». L'ormai ex titolare delle Riforme istituzionali è l'obiettivo dichiarato del parlamentare erbese. «Una delle ragioni per cui ho ritirato la mia candidatura è stata che Bossi, dopo la malattia, non ha gestito più nulla. È saltato fuori il 'fenomeno' Calderoli, ha preso in mano il movimento. Con risultati disastrosi».
Con un piede praticamente fuori dalla Lega, Rizzi lancia comunque un appello per il voto al Carroccio.
«Non so come andranno a finire queste elezioni, se guardo dentro la Lega sono naturalmente molto preoccupato. Mi auguro che si riesca a mantenere il dato delle Regionali, ma mi chiedo anche chi farà la campagna elettorale. Tutta la Valtellina e una parte del Lago non avrà più nostri rappresentanti, con un colpo di spugna hanno distrutto tutto il lavoro fatto negli ultimi anni». Rizzi si riferisce alla 'bocciatura' di Ugo Parolo, deputato uscente di Colico ma anche al no alla rielezione di Celestino Pedrazzini, senatore del collegio di Como originario di Plesio.
«È stata lasciata fuori gente che aveva lavorato, hanno premiato i loro uomini. L'effetto di questa scelta sarà devastante».