IMMIGRATI SEMPRE PIU' CRIMINALI
Avverte subito la platea, il sociologo di sinistra che dice cose di destra. «Non provo più imbarazzo: ho fatto outing, come si dice per gli omosessuali». Poi Marzio Barbagli, professore a Bologna ed esperto di criminalità degli immigrati, comincia a sciorinare numeri nella sala convegni della Fondazione Agnelli. Sono stranieri l’83 per cento dei denunciati per borseggio tra il 2001 e il 2003, il 61 per cento quelli per furto in appartamento, il 34 per cento per furto d’auto... Mostra un diagramma sulla popolazione carceraria: nel ’91 i detenuti stranieri erano il 15 per cento, adesso più del doppio: 31,8 per cento. Ma ecco un terzo grafico, sul traffico di stupefacenti, aggiornato all’agosto 2005. Gli stranieri implicati sono un po’ meno del 30 per cento: irregolari nel 95 per cento dei casi. Il profilo in salita dei crimini cade a valle quattro volte in coincidenza di altrettante leggi, la Martelli del ’90, la 489 del ’95, la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini. Merito delle regolarizzazioni? «L’effetto positivo è stato però ogni volta di breve periodo. Due anni e poi di nuovo su». In tutti i delitti, fra gli stranieri denunciati, sono in maggioranza quelli privi di permesso di soggiorno: dall’88 per cento per i furti, al 65 per cento nelle risse.
Il clima è pesante, quando il professore finisce di parlare. I reati sono commessi quasi tutti da immigrati di prima generazione. Che accadrà, quando matureranno le seconde? «Oggi i figli degli immigrati hanno in media 7 anni, sono già 500.000 e raddoppieranno entro il 2012» avverte Marco Demarie, il direttore della Fondazione Agnelli che ha chiamato studiosi italiani e stranieri a discutere su Devianza tra i giovani immigrati senza pregiudizi e in chiave preventiva [...]
(Corrado Giustiniani, Il Messaggero)