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    Predefinito Rif: Alla fine la Storia ha dato ragione a Bush

    Citazione Originariamente Scritto da Cabala Candelaia Circea Visualizza Messaggio
    Chiariamo: ho votato tanti partiti ma mai mi sono definito spuriamente di sinistra. Detto ciò, cosicché non ci impegoliamo in argomentazioni che almeno con me reggono qualche istante, veniamo alla questione. Vorrei far notare come Bush Senior fosse dentro l'entourage di Nixon, nominato ambasciatore alle Nazioni Unite. Definire quindi Kissinger lontano dalle visioni di Bush Senior (quindi Junior) è alquanto azzardato. Bush Senior il quale diventò poi il responsabile CIA. Ecco perché, forse, è l'unico ex-presidente ancora in vita ad interessarsi dei faldoni CIA.
    L'amministrazione Nixon è l'unica, tra quelle repubblicane, a non aver affossato di troppo il deficit.
    Non ho affatto definito Kissinger lontano dalle visioni di Bush Senior. Le cose stanno così. George W. fino all'11 settembre seguiva in politica estera chiaramente nella scia del padre, ovvero quella realista kissingeriana. Dopo l'11 settembre si è prima barcamenato tra questa e quella neoconservatrice finendo sempre più per seguire quest'ultima.

    Scandalo Watergate a parte, ovviamente.
    C'entra qualcosa con quello di cui stiamo parlando?

    Stiamo parlando di deficit, e Carter mantenne il deficit stabile, come da me detto prima. Carter venne cacciato a pedate per la politica estera, non per il bilancio.
    ....

    Abbassando il deficit federale di 10 punti, dopo che Reagan+Bush lo alzarono di 10.
    Premesso che sotto l'amministrazione Carter la politica economica americana non si caratterizzò in senso liberal ma moderato, grazie anche alla presenza di Paul Volcker alla FED (confermato poi da Reagan), la questione del deficit seguito alla supply side economics reaganiana è controversa. C'è infatti chi ne addebbita (a mio avviso a ragione) gran parte del peso alla sconsiderata politica "spendacciona" del Congresso allora democratico. Tutto il contrario, invece, di quanto si verificò sotto Clinton. Negli anni novanta, infatti, il Congresso repubblicano si adoperò fortemente per la riduzione del debito pubblico e Clinton nulla obiettò anche se questo ovviamente chiudeva il rubinetto per il welfare, con raccapriccio dei liberals. Ad ogni modo è sbagliato identificare il pensiero conservatore e di sinistra con un unico modello e politico ed economico. Ci sono conservatori che guardano maggiormente ad uno Stato compassionevole e solidale (chiudendo un occhio e a volte anche due sull'indebitamento) ed altri che invece sono più attenti alla spesa, i cosiddetti "deficit hawks".

    Non a caso, nonostante il gigantesco taglio alle tasse, il "big government conservatism" di George W., un misto di idee neoconservatrici e teocon, ha incontrato la netta opposizione non solo dei conservatori economici, ma anche dei social conservatives più tradizionali. Oggi il pendolo è nuovamente nelle mani di questi ultimi, a dimostrazione di quanto poco sia monolitica la politica americana, anche all'interno degli stessi partiti.

    Scandalo Florida a parte: scandalo non tanto per la decisione della corte suprema, quanto per il fatto che nessun democratico in parlamento accettò di instaurare una commissione. Il motto dei liberal storicamente capacissimi a perdere proviene non a caso dagli USA, non dall'Italia.
    Senti, lasciamo stare la propaganda sennò non ne usciamo più. La realtà è che Bush ha vinto regolarmente le elezioni del 2000.Sempre in vantaggio nei polls pre-elettorali, che lo davano vincente e nel voto popolare e in quello degli Stati, ha visto assottigliarsi il suo margine di vantaggio nell'ultima settimana, quando i media democratici in soccorso a Gore hanno vergognosamente montato un caso sull'alcolismo di Bush (cosa che portò una fetta di evangelici a tenersi lontani dalle urne). Ancora il giorno prima Bush era dato in vantaggio sul voto popolare, ma fortemente a rischio su quello che riguardava gli Stati. E si sa che negli USA è quest'ultimo voto che garantisce la Presidenza. Dunque, per questo paradosso, ventiquattrore prima del verdetto era considerato favorito Gore. Ricordo Maria Giovanna Maglie, allora corrispondente per RadioRadicale e "democraticissima" fregarsi le mani per questa "nobile tradizione" americana che sembrava destinata a sorridere alla sinistra. Quando poi la situazione si ribaltò, con Gore vincitore del voto popolare e Bush, seppur di poco, in quello degli Stati la sinistra iniziò ad andare di matto, accusando i repubblicani di volersi "rubare" una presidenza contrariamente al volere della maggioranza degli americani. I liberals sapevano di aver perso, ma erano così accecati dall'odio partigiano che se ne fregarono altamente della figuraccia americana a livello internazionale causata dai vari "recounts" con relative polemiche incrociate. Quarant'anni prima, come sottolineò appropriatamente il nostro Andreotti, il repubblicano Nixon assegnò subito la vittoria allo sfidante Kennedy, in elezioni altrettanto travagliate, il risultato delle quali, è stato appurato anni dopo, la macchina democratica - con l'importante aiuto della mafia - aveva letteralmente capovolto a suo favore. Ma quelli erano altri tempi e un'altra America, molto meno partigiana e assai più responsabile di quella odierna.

    La guerra che seguì l'11 settembre, mi spiace fartelo nuovamente notare, fu un'azione illegale dal punto di vista del diritto internazionale. In più, corroborata dai rapporti falsati della CIA sulle WMD. Tutti ci ricordiamo quando C.Powell all'ONU, con la sua bella cartellina, enumerava i siti iracheni che nascondevano WMD. Non capisco come ci si possa basare su di una guerra illegale ed illegittima nelle proprie argomentazioni. Se si partecipa agli organi internazionali, si accettano anche le limitazioni giuridiche. Altrimenti si esce, si procede in modo autarchico, con tutti i pro e contro.
    Ti ho già risposto in merito nei post precedenti. Altre guerre, precedenti l'Iraq, non sono state avallate dall'ONU ma solo oggi la sinistra fa del diritto internazionale un feticcio, perchè finita la Guerra Fredda non ha più bisogno degli USA quali poliziotto internazionale. In realtà sulla questione ha detto tutto quello che si doveva dire Robert Kagan nel volumetto "Il diritto di fare la guerra" (Mondadori). E' tra l'altro molto curioso e paradossale che oggi gli europei criticano gli americani di calpestare quelle istituzioni internazionali che loro stessi hanno creato.

    Chioso il commento facendoti notare che le mie argomentazioni sono di carattere economico e non politico. Io ho accusato l'Amministrazione Bush di essere stata un disastro per le casse federali. Un altro forumista conservatore, presumo, ha affermato che i repubblicani siano famosi invece per una rigorosa politica di pareggio.
    A mio avviso avete ragione entrambi. In quanto, nonostante Bush, la linea tradizionale repubblicana (contrariamente a quella liberal) è appunto quella del "passo secondo la gamba", obiettivo da sempre del conservatorismo classico. Lo stesso Thatcherismo si differenziò dal reaganismo proprio per i suoi consistenti tagli allo stato sociale che servivano a bilanciare l'effetto della forte riduzione fiscale. E non a caso Bill Clinton nella campagna del 1996 fu elogiato dallo sfidante Dole (deficit hawk) per essersi dimostrato un "bravo repubblicano". A dimostrazione che l'efficienza economica dei democratici, negli ultimi anni, si è avuta al seguito delle idee tradizionalmente conservatrici/moderate e non certo di quelle proprie alla tradizione liberal "tassa e spendi". D'altronde cos'altro è il cosiddetto "neoliberalism" se non il vecchio moderatismo repubblicano abilmente riverniciato?
    Ultima modifica di Florian; 10-01-10 alle 13:49
    SADNESS IS REBELLION

 

 
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