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  1. #11
    Valsesia=Lega al 50%
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    Citazione Originariamente Scritto da grilloparlante
    squallida storia davvero...una volta i teroni quando regolavano i conti (faide) almeno i bimbi piccoli li lasciavano stare...comunque questi gesti sono eclatanti, sembra che chi li compie lanci precisi segnali all'esterno: attenti perchè se sgarrate e avete figli la pagate. Che fine ha fatto Denise? Perchè è stata rapita? Anche li storie strane, la madre non la conta giusta. Ho paura che il Tommaso abbia fatto una brutta fine, il padre in questo momento non può risolvere più niente è troppo sotto controllo...
    non dimentichiamo anche la piccola Celentano..
    VALSESIA libera.. Paolo Tiramani

  2. #12
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    PERCHE´ SIETE SEMPRE E COMUNQUE OVUNQUE!!!!

  3. #13
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    MAI!!!! vai dal buon Lombardo (solo di nome, ovviamente)

  4. #14
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    IL GIALLO DI PARMA. NELLA NOTTE TRE DONNE SOTTO TORCHIO E NUMEROSE PERQUISIZIONI
    Tommy: interrogata la madre
    Sotto sequestro il cascinale

    Al centro delle indagini anche due uomini amici e muratori che conoscevano bene i particolari dell’abitazione. Devono ancora fornire un alibi
    14/3/2006
    Massimo Numa


    PARMA. Forse sta accadendo qualcosa di importante nell’angosciosa storia di Tommaso. Ieri alle 21 due agenti della mobile vanno a prendere la madre di Tommaso e se la portano nella cascina di Casalbaroncolo. Ci sono i capi dello Sco, i carabinieri. Mezz’ora dopo i militari sigillano l’intera proprietà, posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. In questura, intanto, ci sono cinque testimoni. Tre donne. E due uomini, i «compagni di merende» di Onofri, dicono gli investigatori. Uno è il manovale interrogato venerdì scorso per 12 ore consecutive e ritrascinato in procura sabato notte per un drammatico confronto con Paolo Onofri.

    Dovranno spiegare al millimetro tutti i loro movimenti non solo la sera del sequestro, dodici giorni fa, ma il tipo di rapporti che intrattenevano da mesi con la famiglia di Tommaso. Sono amici, più che muratori tuttofare. Amici da tempo. Insomma, dovranno dimostrare di avere alibi sicuri e verificabili. Soprattutto il biondino con l’accento del Sud che ha lavorato per mesi nel cascinale di Casalbaroncolo e che avrebbe pure lavorato nel rifugio segreto - anche alla moglie Paola - di Paolo di via Jacchia, dove gli inquirenti hanno scoperto centinaia di video pedopornografici.

    Il biondino è un tipo strano. Non gli piace affatto parlare di questa storia con i poliziotti. Conosce alla perfezione ogni particolare del cascinale, dov’è la centralina elettrica bloccata dai «rapitori» prima di entrare in azione, la pianta della casa, le vie di fuga, le abitudini e gli orari della famiglia. La sua assoluta necessità di chiarire tutti i dubbi, adesso, è strettamente collegata alle prime indiscrezioni sui test dei Ris di Parma che oggi saranno sotto gli occhi dei pm. Perchè a casa Onofri, quella notte, c’erano altre persone; quindi «qualcosa» è successo. Che sia vero o finto, il rapimento - non c’è stata alcuna richiesta di riscatto - poco importa. Il problema è di salvare Tommy. Un paio di tracce potrebbero appartenere a una donna quella che, secondo la madre, avrebbe direttamente puntato sul piccolo, seduto sul seggiolone, mentre la signora Paola, pensando a una rapina, consegnava all’uomo con il volto coperto da un passamontagna: 150 euro, illudendosi che se ne andassero via.

    Tommy afferrato con cura, dopo una fuggevole carezza e un terzo gesto: spegnere con due dita la fiamma della candela, accesa subito dopo il black out. Chi li ha visti, gli orripilanti videoclip di Onofri, ne è rimasto sconvolto. Persino gli psicologi e i poliziotti. Inutile nasconderlo: sono ripresi bimbi anche dell’età di Tommaso violentati e seviziati da adulti. Sulla loro sopravvivenza - dopo le riprese vedute via Internet o autoprodotte e scambiate tra i pedofili - ci sono dubbi. Per ragioni cliniche, non perchè siano snuff film, dove la morte della vittima è obbligatoria. Chi ha blindato e reso sicuro il covo di via Jacchia sapeva di quanto accadeva là dentro? Chi ha sistemato i sensori dell’antifurto, più che altro un sofisticato sistema d’allarme che ha lo scopo di proteggere la privacy?

    Onofri s’era ben guardato di raccontare agli inquirenti cosa c’era là dentro; anzi, ha provato pure a tentare cancellare i file più ripugnanti, ripescati dalla memoria profonda dei suoi pc. Aveva detto che era «un deposito di mobili vecchi». Niente di più falso. Ma perchè mente? Ieri i pm dell’Antimafia hanno interrogato nella procura di Bologna, il pediatra Gianluca Prati («Non posso dire nulla, segreto professionale») e l’avvocato di fiducia degli Onofri, Claudia Pezzoni, nella veste di persona informata dei fatti. Alla fine, cauta: «Ho chiarito alcuni aspetti, stiamo lavorando tutti per salvare Tommy. Non posso dire di più». La famiglia continua a fare quadrato. Difendono Onofri in tutti i modi possibili: «Gli inquirenti scavano nella nostra famiglia, diffondono notizie infamanti invece di concentrarsi sui rapitori di Tommaso», dice rabbiosa Patrizia Penninghelli, la sorella di Paola.

    E sempre ieri Paolo - apparso distrutto e annientato, un animale braccato, e Paola, pure lei affranta, occhiali da sole e aria assente sono ritornati nella cascina. Silenziosi, distanti l’uno dall’altro, hanno preso vestiti e controllato la proprietà. E tra i nuovi indizi su un’azione criminale nata e concepita nei dintorni di Casalbaroncolo, torna il nastro isolante avana, acquistato mesi fa nel negozio «Colombo Colori» di Sorbolo, via XXV Aprile, a tre km dalla cascina. Costo un euro e 80 cent. Lo dimostrerebbe l’etichetta del prezzo, con la prima cifra più altra e l’altra bassa. I titolari, nel frattempo, hanno cambiato sistema. Ma qualche vecchio nastro è ancora negli scaffali. Con la stessa etichetta su sfondo giallo. Acquistato dagli Onofri o dai «compagni di merende»?

 

 
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