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  1. #21
    Assatanata, cogliona & indegna
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    Già cogliona ed oggi anche "indegna di essere italiana"!!!
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    Uhm....

    Gli hanno già promesso un seggio sicuro con relativa impunità o vuole - secondo lo stile della sua coalizione - attaccare a testa bassa, calunniare e trasformare le vittime in carnefici e i colpevoli in "perseguitati politici"?

    http://www.repubblica.it/2006/c/sezi...adrisegr2.html

    L'ex ministro della Sanità: "Non sono neanche più parlamentare
    Fini come un fratello: non voleva che lasciassi, mi sono commosso"
    Storace, appello ai giudici
    "Ora voglio essere interrogato"
    "Mi fido ciecamente dei miei collaboratori". Poi attacca la Mussolini
    e D'Alema: "Parlò di spionaggio in tv. Allora sapeva già dell'inchiesta?"

    di GIOVANNA CASADIO


    Storace con Gianfranco Fini
    ROMA - "Ora potrei anche tornare a fare il giornalista, sono sempre in aspettativa al "Secolo d'Italia"...". Francesco Storace non è più ministro della Salute da sei ore. Ecco la sua autodifesa: "Io voglio essere al di sopra di ogni sospetto, è quello che ho detto a Gianfranco: se resto ministro magari i giudici non mi interrogano, invece non ho più "mantelli", non sono parlamentare e quindi non godo di immunità. Io mi offro, i giudici facciano il loro dovere".

    Storace in serata è arrivato in Sardegna per un comizio elettorale che conclude la sua "più difficile" giornata, cominciata con il colloquio con Gianni Letta, culminata nell'incontro al partito in via della Scrofa, con Gianfranco Fini e nella lettera di dimissioni.

    Quindi Storace, lei ha chiamato Letta per prima cosa?
    "No, sono andato al ministero e mi ha raggiunto subito Cesare Cursi, il sottosegretario, che era fuori dalla grazia di dio più di me. Abbiamo letto i giornali: fino ad allora, neppure sapevo il nome della moglie di Marrazzo, ora mi dispiace per lei... e ho appreso di avere commissionato dei dossier per le Regionali. Una cosa che non stava neppure nell'anticamera del cervello per me, una "sozzata". Non accetto che mi si accusi di usare metodi che sono capaci di usare loro: i dossier li hanno utilizzati contro di me".

    E allora si è convinto a chiamare Palazzo Chigi?
    "Cursi ha chiamato Letta e Fini. Dopo poco Letta mi ha richiamato e con Gianfranco abbiamo deciso di vederci nella sede di An, immediatamente perché poi dovevamo partire entrambi. Ma io avevo deciso: l'onore, l'etica vengono prima dei privilegi di una classe politica".

    Da accusato a accusatore: è questa la sua linea di difesa?
    "Da mesi i giudici indagano e mai hanno pensato: sentiamo questo, vediamo che cosa ha da dire. Piuttosto che veder continuare lo spettacolo del volantinaggio di notizie alle redazioni dei giornali, lo faccio finire io: mi interroghino".

    È stato Fini a chiederle di dimettersi?
    "Al contrario, si è opposto. Nel colloquio con Gianfranco mi sono commosso, ho ritrovato il fratello. Ne sono state dette tante dopo la mia sconfitta alle Regionali. Come quella che Fini mi abbia fatto ministro per risolvere un problema nel partito. Falso. Un anno fa, quando me lo propose, io non volevo. Ma lui disse: "Non fare la signorina". E io accettai e ho cercato di fare del mio meglio. Durante la vicenda dell'aviaria, Gianfranco si è complimentato: "Caspita, stai facendo benissimo il ministro"".

    Ha fatto spiare gli avversari come ai tempi del fascismo?
    "Fascista dice di essere Alessandra Mussolini. Anzi, vorrei invitare la signora Mussolini ad avere più rispetto delle storie nostre quando noi conosciamo le sue. Certo, la sinistra è ancora peggio. Sulle spiate: non erano solo del fascismo ma anche del Kgb. Ma non sono di Storace".

    Le intercettazioni non lasciano molti dubbi. Lei si fida dei suoi collaboratori o attribuisce a loro delle colpe?
    "Mi fido ciecamente dei miei collaboratori, li conosco molto meglio di tutti gli altri e sarebbe immondo scaricare tutto su un collaboratore".

    Tanto per fare chiarezza, non sarebbe utile rinunciare anche alla candidatura alle politiche come capolista di An al Senato?
    "Ci ho pensato, l'ho accennato a Fini. Posso anche decidere di fare questa rinuncia, posso pure fare il mio funerale... ma no, sarebbe una pazzia. Dovrei essere uscito fuori di senno per rinunciare alla lotta politica. Magari nel momento di sconforto, ci ho pensato. Poi però bisogna chiedersi: a cosa e a chi servirebbe? È la Mussolini che lo vorrebbe. Ma stiamo scherzando! Ci sono trenta giorni di tempo prima delle elezioni: i magistrati mi interroghino e intanto posso tornare al "Secolo d'Italia". Sono il primo ministro che si dimette per voci e non per avvisi di garanzia".

    Lei continua a negare tutto: come nasce allora questa storia, qual è la sua idea, come se la spiega?
    "È una storia di barba e baffi finti. Molto finti. E voglio dire che quando ci fu il duello tv a Matrix tra D'Alema e Fini, il presidente della Quercia disse: "Abbiamo trovato indecente che li facesse spiare attraverso metodo illegittimi". Come gli era venuto in mente un mese fa un'affermazione del genere. Sapeva dell'inchiesta giudiziaria? C'è qualcosa di torbido anche dall'altra parte".


    (11 marzo 2006)

  2. #22
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    LA CENA CON STORACE
    11 marzo, ore 23,04. Pierpaolo Pasqua, l'investigatore privato assoldato dallo staff di Storace, chiama la moglie Costanza.

    P: "Noi c'eravamo già seduti, arriva Storace passa la tavola e comincia a salutare quello vicino a me. Arriva a me, mi guarda e fa: "Uhmm uuhmm". Si gira e passa a quello successivo. Ci siamo fatti due risate. Allora quello vicino a me mi dice, "ma che gli hai fatto?", "no niente, non ti preoccupare"".

    La conversazione prosegue. Pasqua parla di "Fabio", il collaboratore di Storace che ha denunciato i presunti falsi della Mussolini e per questo è finito a sua volta sotto inchiesta.

    P. "A Fabio gli hanno fatto l'esposto, s'è beccato l'esposto alla procura perché ha forzato un pochino la mano, io gli ho fornito i dati ma se qualcuno non si esponeva per costringerli a indagare passava sotto silenzio... Allora si è esposto Fabio nel senso che ha fatto finta di essere lui ad avere raccolto tutte quelle cose lì. Siccome sono state raccolte non in maniera perfettamente lecita, se sapessero che invece le abbiamo messe proprio noi...".



    RISULTATI CON CICCIO
    3 aprile, ore 21,13. Pasqua viene chiamato dal complice Gaspare Gallo. I due parlano di una cassetta da cambiare in una microspia e della serata del voto che Pasqua seguirà insieme a Storace.

    G. "Domani non devi fare niente, domani sera poi devi andare a cambiare la cassetta".
    P. "Vabbé quello si può fare".
    G. "Hai le chiavi, entri, cambi la cassetta e vai via".
    P. "Io domani sera sto proprio con Ciccio (Francesco Storace, ndr) a vedere i risultati, hai capito?"
    G. "Eh va bene, stai con lui, poi quando finisci passi da là e vai via (...) Meno gente c'è e meglio è... anche perché non è che stiamo facendo...".
    P. "Non è che facciamo una cosa simpatica".



    IL DOSSIER QUO
    11 marzo, 14,13 Pasqua avvisa Gallo che gli è stato dato il via per le indagini su Quo, nome in codice del candidato della sinistra Piero Marrazzo.
    P. "Senti mi hanno dato il via per andare via con il dossier Quo".
    G. "Benissimo, mi metto subito in movimento".
    P. "Datti da fare vedi che possiamo fare e poi parliamo pure di soldi".
    12 marzo, ore 12,18. I due commentano l'andamento dell'indagine.
    P. "Per quanto riguarda Quo, tu puoi fare qualcosa allora?"
    G. "Sì mi sto già muovendo io. Sta settimana gli faccio telefoniche e bancarie".
    P. "Non puoi fare pure qualcosa sul passato? Titoli, anche titoli di studio?".
    G. "Facciamo la storia completa, precedenti, segnalazioni".
    P. "Magari uscissero ste cose qui. E poi invece fra domani e dopodomani farò i sopralluoghi e gli chiederò se vogliono che ascoltiamo".

    14 marzo, ore 14,47. Gallo chiama Pasqua.
    P. "Hai capito con chi hai a che fare, sì?".
    G. "Si ho capito (ridono entrambi) comunque per quanto riguarda Quo già ho chiesto in giro e quindi cominciamo già ad avere qualche informazione nei prossimi giorni".
    P. "Calcola che pure su Quo c'hai i tempi, capito? Cioè vale fino al... dopo non vale più niente".

    UN MICROFONO PER MARRAZZO
    17 marzo, ore 11,24. Pasqua chiama Gallo.
    G. "Ho un po' di dati per Quo, li devo fare più approfondire o mi fermo?".
    P. "Intanto mi dai quei dati che c'hai e poi di dirò come fare per approfondire".
    G. "Ci sono un po' di dati a livello di residenze, utenze Enel, registri, cambi di proprietà, auto, cose del genere".
    P. "Intanto a me me serve perché sabato dobbiamo prendere sta decisione se fa sta cosa approfondita o meno, nel caso un apparecchio di quelli seri, direzionale, laser eccetera, in quanto tempo riusciamo ad averlo e quanto ce costa".
    G. "Ti faccio sapere subito".
    P. "Però deve essere efficace e funzionante. Tu calcola che lì la possibilità di puntare i vetri è molto facile, ci si può piazzare a 30 metro, 20 metri, come ci pare".
    G. "E non riusciamo a mettergliela al vetro, una cosa?".
    P. "Sì sì sennò c'è de notte, annamo lì e gliela mettiamo ar vetro. Perché calcola che è un piano terra e un primo piano. Al primo piano i vetri sono liberi nun ce sono manco le imposte, al piano terra c'è la grata però de quelle... la serranda de ferro però con le croci che se passi, la metti all'angoletto sopra, la becchi comunque. Però quello che ci interessa so i piani superiori volendo se po' mette dar tetto quelle a spillo che vanno giù dentro. Se po' fa de tutto".



    CICCIO ALLA SANITÀ
    25 aprile 2005, ore 18,22 Pierpaolo Pasqua chiama Gaspare Gallo.
    P. "Ok, un'altra cosa più importante, tu hai visto che Ciccio (Storace, ndr) è andato alla Sanità?".
    G. "Certo che l'ho visto, infatti volevo parlarti di una cosa".
    P. "Io lo incontrerò la settimana prossima, segniamo tutto quello che una cosa del genere ci potrebbe affidare come lavori; io ad esempio mi sono già segnato: verifica curriculum di tutti ad esempio, verifica manager, però aiutatemi pure voi con le idee, cominciamo ad averle pronte ragionando sui prezzi e su quanto chiedere. Perché a me non mi va di andare lì e dirgli generico, "dammi lavoro". Quello mi dice: "Pierpa'...". Se io vado lì e gli dico vorrei fare questo, questo, questo a 'sti prezzi... allora è diverso".



    Difficile smentire - anche se ci proveranno. E difficile capire come maiBerlusconi pochi giorni fa si mise a parlare (un avvertimento? "Io so, quindi occhio perchè Storace è ricattabile?") dell'Unione e di Prodi in termini di Qui, Quo, qua e Ciccio? Adesso come la mettiamo, eh? Dossier finti? Mi piacerebbe che i bananas trovassero qualcosa di costruttivo da dire sulla vicenda, ma sappiamo tutti che parleranno di "complotto" o "giustiza ad orologeria" senza nemmeno osare scrivere la parola reato, nemmeno adesso che è palese....

 

 
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