Uhm....
Gli hanno già promesso un seggio sicuro con relativa impunità o vuole - secondo lo stile della sua coalizione - attaccare a testa bassa, calunniare e trasformare le vittime in carnefici e i colpevoli in "perseguitati politici"?
http://www.repubblica.it/2006/c/sezi...adrisegr2.html
L'ex ministro della Sanità: "Non sono neanche più parlamentare
Fini come un fratello: non voleva che lasciassi, mi sono commosso"
Storace, appello ai giudici
"Ora voglio essere interrogato"
"Mi fido ciecamente dei miei collaboratori". Poi attacca la Mussolini
e D'Alema: "Parlò di spionaggio in tv. Allora sapeva già dell'inchiesta?"
di GIOVANNA CASADIO
Storace con Gianfranco Fini
ROMA - "Ora potrei anche tornare a fare il giornalista, sono sempre in aspettativa al "Secolo d'Italia"...". Francesco Storace non è più ministro della Salute da sei ore. Ecco la sua autodifesa: "Io voglio essere al di sopra di ogni sospetto, è quello che ho detto a Gianfranco: se resto ministro magari i giudici non mi interrogano, invece non ho più "mantelli", non sono parlamentare e quindi non godo di immunità. Io mi offro, i giudici facciano il loro dovere".
Storace in serata è arrivato in Sardegna per un comizio elettorale che conclude la sua "più difficile" giornata, cominciata con il colloquio con Gianni Letta, culminata nell'incontro al partito in via della Scrofa, con Gianfranco Fini e nella lettera di dimissioni.
Quindi Storace, lei ha chiamato Letta per prima cosa?
"No, sono andato al ministero e mi ha raggiunto subito Cesare Cursi, il sottosegretario, che era fuori dalla grazia di dio più di me. Abbiamo letto i giornali: fino ad allora, neppure sapevo il nome della moglie di Marrazzo, ora mi dispiace per lei... e ho appreso di avere commissionato dei dossier per le Regionali. Una cosa che non stava neppure nell'anticamera del cervello per me, una "sozzata". Non accetto che mi si accusi di usare metodi che sono capaci di usare loro: i dossier li hanno utilizzati contro di me".
E allora si è convinto a chiamare Palazzo Chigi?
"Cursi ha chiamato Letta e Fini. Dopo poco Letta mi ha richiamato e con Gianfranco abbiamo deciso di vederci nella sede di An, immediatamente perché poi dovevamo partire entrambi. Ma io avevo deciso: l'onore, l'etica vengono prima dei privilegi di una classe politica".
Da accusato a accusatore: è questa la sua linea di difesa?
"Da mesi i giudici indagano e mai hanno pensato: sentiamo questo, vediamo che cosa ha da dire. Piuttosto che veder continuare lo spettacolo del volantinaggio di notizie alle redazioni dei giornali, lo faccio finire io: mi interroghino".
È stato Fini a chiederle di dimettersi?
"Al contrario, si è opposto. Nel colloquio con Gianfranco mi sono commosso, ho ritrovato il fratello. Ne sono state dette tante dopo la mia sconfitta alle Regionali. Come quella che Fini mi abbia fatto ministro per risolvere un problema nel partito. Falso. Un anno fa, quando me lo propose, io non volevo. Ma lui disse: "Non fare la signorina". E io accettai e ho cercato di fare del mio meglio. Durante la vicenda dell'aviaria, Gianfranco si è complimentato: "Caspita, stai facendo benissimo il ministro"".
Ha fatto spiare gli avversari come ai tempi del fascismo?
"Fascista dice di essere Alessandra Mussolini. Anzi, vorrei invitare la signora Mussolini ad avere più rispetto delle storie nostre quando noi conosciamo le sue. Certo, la sinistra è ancora peggio. Sulle spiate: non erano solo del fascismo ma anche del Kgb. Ma non sono di Storace".
Le intercettazioni non lasciano molti dubbi. Lei si fida dei suoi collaboratori o attribuisce a loro delle colpe?
"Mi fido ciecamente dei miei collaboratori, li conosco molto meglio di tutti gli altri e sarebbe immondo scaricare tutto su un collaboratore".
Tanto per fare chiarezza, non sarebbe utile rinunciare anche alla candidatura alle politiche come capolista di An al Senato?
"Ci ho pensato, l'ho accennato a Fini. Posso anche decidere di fare questa rinuncia, posso pure fare il mio funerale... ma no, sarebbe una pazzia. Dovrei essere uscito fuori di senno per rinunciare alla lotta politica. Magari nel momento di sconforto, ci ho pensato. Poi però bisogna chiedersi: a cosa e a chi servirebbe? È la Mussolini che lo vorrebbe. Ma stiamo scherzando! Ci sono trenta giorni di tempo prima delle elezioni: i magistrati mi interroghino e intanto posso tornare al "Secolo d'Italia". Sono il primo ministro che si dimette per voci e non per avvisi di garanzia".
Lei continua a negare tutto: come nasce allora questa storia, qual è la sua idea, come se la spiega?
"È una storia di barba e baffi finti. Molto finti. E voglio dire che quando ci fu il duello tv a Matrix tra D'Alema e Fini, il presidente della Quercia disse: "Abbiamo trovato indecente che li facesse spiare attraverso metodo illegittimi". Come gli era venuto in mente un mese fa un'affermazione del genere. Sapeva dell'inchiesta giudiziaria? C'è qualcosa di torbido anche dall'altra parte".
(11 marzo 2006)