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  1. #11
    Senzapadrone
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    Lo scandalo della democrazia

    di EZIO MAURO

    Nell'agonia del governo Berlusconi, scoppia lo scandalo più grave che una democrazia debba affrontare: lo spionaggio politico. Due candidati alle elezioni regionali di un anno fa sono stati pedinati, filmati, fotografati, con incursioni nei loro tabulati telefonici e sui loro conti bancari, con gli spioni giunti persino a indagare illegalmente sulla moglie dell'attuale presidente del Lazio, Marrazzo, negli stessi giorni in cui si introducevano nella sede di Alessandra Mussolini per falsificare le firme raccolte tra i sostenitori, nel tentativo di invalidare la candidatura. È qualcosa che il nostro Paese non aveva ancora conosciuto, un'alterazione gravissima della battaglia elettorale, un'ombra sulla democrazia politica, a meno di un mese dal voto per il rinnovo del Parlamento.

    È per queste due ragioni - l'evidenza dello scandalo, e la sua gravità per il nostro sistema democratico - che ieri il ministro Storace si è dimesso, dopo che per un'intera giornata aveva provato a derubricare il caso parlando di "schizzi di fango" e accusando la sinistra. Va detto che Storace non è indagato, né è stato convocato o interrogato dai magistrati. Si è proclamato innocente, anzi "indignato" per il sospetto che lo circonda di aver architettato una manovra contro i suoi avversari politici, e ha spiegato di essersi dimesso per difendersi meglio e per difendere la sua "comunità politica" e il governo dalle "strumentalizzazioni della sinistra".

    Ma va detto anche che al di là del rilievo penale la posizione di Storace al governo non era più sostenibile. I magistrati di Milano infatti non sembrano muoversi sulla base di semplici sospetti e con i loro 16 arresti hanno disegnato un tipico presepe del sottobosco spionistico italiano che opera nel nuovo, redditizio mercato delle informazioni riservate: 11 investigatori privati, due sott'ufficiali della Finanza, un ispettore di polizia e due dipendenti Tim.

    Nell'ordinanza, il Gip parla di un vero e proprio "piano" finalizzato "ad agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace", "ostacolando" la candidatura di Alessandra Mussolini e "screditando" Piero Marrazzo.

    Non solo: gli ideatori del piano secondo il magistrato sono "soggetti che operano, hanno una base operativa o comunque una sede di lavoro presso la Regione Lazio", fanno entrare ed uscire dalla sede le spie senza alcun controllo, coprono la loro attività illecita con un normale contratto di bonifica ambientale nella stanza del presidente Storace, che gli spioni chiamano "Ciccio", mentre concordano col suo uomo "l'intervento" che stanno organizzando. Nell'insieme, scrive il giudice, "un quadro sconfortante". E allega al mandato di cattura le intercettazioni telefoniche dove gli investigatori privati raccontano di aver invalidato 3200 firme per la candidatura della Mussolini, si preparano a rubare un telefonino per fare anonimamente la denuncia delle irregolarità che loro stessi hanno costruito a danno della concorrente di Storace, si passano il codice fiscale della moglie di Marrazzo, si augurano che la destra vinca le elezioni perché la truffa non venga scoperta, e infine, dopo la sconfitta di Storace, si rassicurano a vicenda: "Senti un po', ma adesso che ha perso le elezioni ti paga lo stesso"? "Veramente mi ha già pagato".

    Può darsi che Storace riesca a dimostrare che tutto questo lavorio illegale e sordido contro i suoi avversari non è in alcun modo riconducibile a lui, ma è magari dovuto allo zelo di terze persone: lo chiarirà la magistratura, e l'ex ministro dice giustamente di aver diritto ad un rapido accertamento della verità. Ma al di là della magistratura, alla politica basta molto meno per capire che le dimissioni sono inevitabili, e non sono rinviabili: bastano l'evidenza e la convenienza dello scandalo, entrambe squadernate dal combinato-disposto dell'ordinanza del magistrato, dal testo delle intercettazioni telefoniche, dal paesaggio politico di una vicenda che sarebbe squallida nei suoi pedinamenti, nei travestimenti, nelle intrusioni notturne, nel gergo delle spie ("Io te l'avevo detto che prima o poi ce la chiedevano una zozzata"), se non fosse un segnale di pericolo per il libero gioco democratico di una campagna elettorale: e non solo.

    Dobbiamo infatti prendere atto che il mercato politico è stato violato ed alterato pesantemente, in un momento cruciale della competizione tra i candidati, poco prima del voto. Non sappiamo chi ha ordinato l'operazione di inquinamento, ma sappiamo che il piano era organizzato contro i due avversari-competitori di Storace per la guida di una Regione come il Lazio, cruciale nel gioco degli equilibri politici. Marrazzo e Mussolini hanno corso ad handicap, e mentre si confrontavano alla luce del sole con Storace, qualcuno stava muovendo sott'acqua una squadra di inquinatori professionali, che hanno scavato nel torbido per almeno tre mesi.

    La questione con cui la politica, tutta la politica, si deve confrontare oggi è tutta qui. Altro che le chiacchiere della destra sull'"onore" e sulle "lezioni di moralità" che Storace avrebbe impartito a tutti con le dimissioni. Il problema non sta nelle dimissioni di Storace, che sono una semplice - e obbligatoria - conseguenza: il problema sta in un inedito scandalo della democrazia, che vede alterate le sue regole fondamentali, sul terreno sensibilissimo della privacy, delle informazioni riservate, della vita privata dei cittadini-candidati e addirittura dei loro familiari.

    È comprensibile, di fronte al clamore evidente di uno scandalo che parla da solo, che Berlusconi cerchi di rinviare il confronto televisivo con Prodi. È probabile, infatti, che questa vicenda dai contorni così netti ed univoci lavori sugli elettori indecisi, orientandoli contro la destra. È addirittura possibile, infine, che lo zoccolo duro del sostegno berlusconiano non venga toccato e nemmeno scalfito dalle rivelazioni sulle spie nella politica.

    Ma proprio questo dovrebbe far riflettere la destra: che cosa ha spinto molti sostenitori di Berlusconi, anno dopo anno, a diventare refrattari ai temi della legalità, dello Stato di diritto, delle regole e della democrazia minuta, concreta, quotidiana, fatta di gesti, comportamenti, diritti e doveri? Qual è il procedimento alchemico attraverso il quale Berlusconi ha costruito un suo seguito, lo ha chiamato alla politica, e lo ha reso automaticamente incapace di reagire di fronte a vicende come queste, nel nome dell'interesse generale, di un valore democratico comune da difendere, di uno spirito repubblicano? O anche soltanto, più semplicemente, di un rifiuto e di un moto di repulsione - da destra responsabile - per certi metodi e certe avventure?

    Qui sta, a mio parere, il vero fallimento del Cavaliere, dopo un decennio in cui ha conquistato due volte la guida del governo. Il legame con il suo popolo Berlusconi lo ha costruito tutto dentro un'appartenenza ideologica, monumentale ma immobile, fedele ma statica, conservatrice e non rivoluzionaria come vorrebbe la furia sacra del Capo. Dunque incapace di cambiare: nemmeno davanti allo scandalo di Calderoli, neppure davanti allo squallido gioco di spie che ha inguaiato Storace. Viene al pettine la mancanza di una vera ambizione "politica" che superi la dimensione organizzativa e numerica, e punti a fondare nel decennio una nuova cultura di destra, la moderna cultura conservatrice d'impianto europeo che il nostro Paese non ha mai avuto. Tutto questo non c'è stato, ed è la vera condanna del Cavaliere: e con lui degli intellettuali di complemento, ridotti a coro eccitato delle acrobazie sulla giustizia, a claque degli sfondamenti istituzionali, tra un elogio del malandrino e il canto di ogni arditismo, purché deformi di qualche centimetro le regole e gli ambiti in cui ogni giorno si compie la fatica della democrazia.

    Tutto questo, mentre il malgoverno spiega perché Berlusconi è indietro nei sondaggi, dà la misura ansiosa di un'avventura che insegue la sua fine. Certo, gli elettori rifletteranno sui due scandali nelle ultime due settimane, su Storace dopo Calderoli, sui 14 ministri e viceministri cambiati in cinque anni. Ma la vera questione è un'altra: capire finalmente di che pasta è fatta la destra italiana forgiata da Berlusconi, e per questo, proprio per questo, mandarla a casa.

    (11 marzo 2006)

  2. #12
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    [...]
    È comprensibile, di fronte al clamore evidente di uno scandalo che parla da solo, che Berlusconi cerchi di rinviare il confronto televisivo con Prodi. È probabile, infatti, che questa vicenda dai contorni così netti ed univoci lavori sugli elettori indecisi, orientandoli contro la destra.
    È addirittura possibile, infine, che lo zoccolo duro del sostegno berlusconiano non venga toccato e nemmeno scalfito dalle rivelazioni sulle spie nella politica.

    Ma proprio questo dovrebbe far riflettere la destra: che cosa ha spinto molti sostenitori di Berlusconi, anno dopo anno, a diventare refrattari ai temi della legalità, dello Stato di diritto, delle regole e della democrazia minuta, concreta, quotidiana, fatta di gesti, comportamenti, diritti e doveri? Qual è il procedimento alchemico attraverso il quale Berlusconi ha costruito un suo seguito, lo ha chiamato alla politica, e lo ha reso automaticamente incapace di reagire di fronte a vicende come queste, nel nome dell'interesse generale, di un valore democratico comune da difendere, di uno spirito repubblicano? O anche soltanto, più semplicemente, di un rifiuto e di un moto di repulsione - da destra responsabile - per certi metodi e certe avventure?

    [...]

    Mauro è un ottimista.
    La sua ipotesi sulla reazione dello "zoccolo duro" (del somaro, si suppone) non è "possibile"; è CERTA ...

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da elios
    Ho sempre riconosciuto a Ezio Mauro la capacità - in genere assai rara fra i giornalisti di sinistra - di scrivere degli editoriali equilibrati. E' evidente che il direttore di Repubblica fa il tifo - è un essere umano anche lui - ma al contrario del fondatore del giornale da lui diretto, non conosce l'odio e il disprezzo, o se li conosce sa mascherarli molto bene. Al contrario di Scalfari, il cui pregiudizio verso la destra l'ha portato a prendere più volte delle cantonate mica da ridere, Mauro è uno che osserva in genere le cose con distacco. Forse meno intuitivo di Scalfari, si è tuttavia rivelato nel corso degli anni più analitico.
    Anche lui, tuttavia, sta cadendo nella trappola del conformismo. Egli si è dato della destra un'immagine assolutamente non rispondente alla realtà, e la sta offrendo ai lettori su un piatto d'argento. In sostanza, tanto per intenderci, ha scritto delle cazzate sesquipedali.
    Il suo spunto per l'attacco a Berlusconi e alla destra forgiata da questo leader gliel'ha dato lo scandalo delle spie che avrebbero favorito Storace nella corsa alla Presidenza della Regione Lazio. Spie, va detto, talmente inette e maldestre da aver ottenuto il contrario di quel che apparentemente volevano ottenere. La Mussolini infatti si è candidata e Marrazzo ha vinto le elezioni.
    Che cosa dice in sostanza Mauro, nella sua pessima imitazione di un editoriale scritto da Scalfari? La destra forgiata da Belrusconi è indifferente ai problemi della giustizia nel nostro Paese, e quindi è una destra amorale.
    CAZZATA

    Spiego il perchè. Voi avete presente la drastica riduzione dei consumi di pollame e dei suoi derivati in seguito alla diffusione dell'aviaria? Gli scienziati e i ricercatori alimentari da tempo battono la grancassa sul fatto che il pericolo non esiste, eppure la gente - COMPRESA QUELLA DI SINISTRA, CARO MAURO - non compra il pollo, per la semplice ragione che, a torto o a ragione, non crede agli scienziati. La gente, a torto o a ragione, teme che i messaggi tranquillizzanti nascano dalla necessità di salvaguardare i posti di lavoro, cui verrebbe sacrificata la salute del cittadino, quindi non compra il pollo e se ne strafrega dei messaggi tranquillizzanti degli scienziati.
    Trasferiamo adesso questo stato d'animo sul caso Storace. Il problema, caro Mauro, non è l'indifferenza dei berlusconiani ai problemi della giustizia. Il problema è la scarsa credibilità dei nostri magistrati. Io sono un berlusconiano - lo sono diventato in questi giorni, dopo mesi di duro travaglio - e le assicuro che non sono insensibile ai temi della giustizia, ma non credo a questi magistrati. Come posso credere a una magistratura rappresedntata da D'Ambrosio, che prima ostacola le indagini sui DS per le tangenti rosse, credendo a Greganti, e poi aspetta di andare in pensione per iscriversi alle liste elettorali dei DS? Come posso credere a una magistratura quando certi casi vengono conservati nel cassetto per poi farli esplodere in piena campagna elettorale?
    Io sono sensibilissimo ai temi della giustizia, e se Storace è coinvolto nel caso di spionaggio è giusto che paghi. Ma so anche che mi trovo di fronte a una magistratura ostile al governo, che a suo tempo ha indagato solo su una parte dello schieramento politico, lasciando totalmente perdere il discutibile comportamento della controparte.
    Così come non credo agli scienziati che mi dicono di mangiare la carne di pollo, non credo a questi magistrati, perchè temo che le loro tesi siano basate su un pregiudizio. Se avessi visto a suo tempo un comportamento equo da parte della Magistratura verso tutti i partiti coinvolti in Mani Pulite, se avessi visto i DS trattati come il Psi e De Mita trattato come Forlani, oggi crederei a questa Magistratura. Ma non ci credo, come non credo all'allarmismo di Umberto Eco (che per me è uno dei tanti pseudo intellettuali organici della sinistra) e non credo all'allarmismo di Montezemolo, perchè penso che la Fiat sia la prima responsabile del disastro economico in cui si trova.
    Ecco perchè sto dalla parte di Berlusconi. Non mi è mai piaciuto l'accanimento del sistema contro una persona sola, anche se questa persona fu a suo tempo un figlio prediletto del sistema. Ma una parte della borghesia, quella stessa parte che a suo tempo ha coccolato Berlusconi, oggi ha deciso di cambiare strategia, pensando che sia più conveniente farsi proteggere dalla magistratura di sinistra e dall'alleanza con quelli che ancora una volta stanno per diventare "sindacati di regime". Sto con Berlusconi perchè a me gli avvoltoi che girano intorno ai moribondi in attesa che tirino le cuoia non sono mai piaciuti. Sto con Berlusconi proprio per amor di giustizia, perchè in questo momento è più debole. Mentre lei, dottor Mauro, sta dalla parte di Montezemolo e della Confindustria. Ognuno si tenga gli alleati che si merita.
    Ciao
    Elios
    Se pensi queste cose della magistratura è evidente che tu CREDI alla propaganda banana...

    PS Sono di sx ma la carne di pollo la mangio tranquillamente...Non mi faccio influenzare dalle bufale come voi bananas...

  4. #14
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    Le chiacchiere stanno a zero. La destra ha compiuto atti che minacciano alla radice la democrazia. Lo ha fatto apertamente. Ha attaccato e attacca la legalità che è il perno di una moderna democrazia liberale. Ha distrutto l'economia del paese e demolito il senso etico che è propedeutico alla democrazia. Berlusconi e i suoi alleati sono semplicemente eversori corrotti e pronti ad ogni atto corruttivo o coercitivo per impedire lo svolgersoi della politica e dell'informazione libere. Mauro arriva tardi e sta ancora minimizzando. Il pericolo è infinitamente più grave. L'atto compiuto da Storace supera per gravità qualunque evento tollerabile in una democrazia. Il solo fatto che sia potuto avvenire e che questo non provochi uno sdegno senza appello negli elettori di cdx dimostra che l'Italia è malata e che gran parte della sua popolazione (tutta quella ancora disposta a votare cdx che non si ribella ad un atto di tale gravità) è priva della concezione elementare della democrazia liberale.

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Nelson
    Le chiacchiere stanno a zero. La destra ha compiuto atti che minacciano alla radice la democrazia. Lo ha fatto apertamente. Ha attaccato e attacca la legalità che è il perno di una moderna democrazia liberale. Ha distrutto l'economia del paese e demolito il senso etico che è propedeutico alla democrazia. Berlusconi e i suoi alleati sono semplicemente eversori corrotti e pronti ad ogni atto corruttivo o coercitivo per impedire lo svolgersoi della politica e dell'informazione libere. Mauro arriva tardi e sta ancora minimizzando. Il pericolo è infinitamente più grave. L'atto compiuto da Storace supera per gravità qualunque evento tollerabile in una democrazia. Il solo fatto che sia potuto avvenire e che questo non provochi uno sdegno senza appello negli elettori di cdx dimostra che l'Italia è malata e che gran parte della sua popolazione (tutta quella ancora disposta a votare cdx che non si ribella ad un atto di tale gravità) è priva della concezione elementare della democrazia liberale.
    Strasottoscrivo (anche perchè le ho già scritte anche io ... ).

    SILL-LA-BA-PER-SILL-LA-BA!!!!

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles
    Strasottoscrivo (anche perchè le ho già scritte anche io ... ).

    SILL-LA-BA-PER-SILL-LA-BA!!!!
    Acc... arrivo sempre secondo.


  7. #17
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    Comunque, ragazzi, io renderei l'onore delle armi a questi Pietro Micca dell'indifendibile.
    Il giapponese gli fa un baffo, al bananas ...

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da elios
    Ho sempre riconosciuto a Ezio Mauro la capacità - in genere assai rara fra i giornalisti di sinistra - di scrivere degli editoriali equilibrati. E' evidente che il direttore di Repubblica fa il tifo - è un essere umano anche lui - ma al contrario del fondatore del giornale da lui diretto, non conosce l'odio e il disprezzo, o se li conosce sa mascherarli molto bene. Al contrario di Scalfari, il cui pregiudizio verso la destra l'ha portato a prendere più volte delle cantonate mica da ridere, Mauro è uno che osserva in genere le cose con distacco. Forse meno intuitivo di Scalfari, si è tuttavia rivelato nel corso degli anni più analitico.
    Anche lui, tuttavia, sta cadendo nella trappola del conformismo. Egli si è dato della destra un'immagine assolutamente non rispondente alla realtà, e la sta offrendo ai lettori su un piatto d'argento. In sostanza, tanto per intenderci, ha scritto delle cazzate sesquipedali.
    Il suo spunto per l'attacco a Berlusconi e alla destra forgiata da questo leader gliel'ha dato lo scandalo delle spie che avrebbero favorito Storace nella corsa alla Presidenza della Regione Lazio. Spie, va detto, talmente inette e maldestre da aver ottenuto il contrario di quel che apparentemente volevano ottenere. La Mussolini infatti si è candidata e Marrazzo ha vinto le elezioni.
    Che cosa dice in sostanza Mauro, nella sua pessima imitazione di un editoriale scritto da Scalfari? La destra forgiata da Belrusconi è indifferente ai problemi della giustizia nel nostro Paese, e quindi è una destra amorale.
    CAZZATA

    Spiego il perchè. Voi avete presente la drastica riduzione dei consumi di pollame e dei suoi derivati in seguito alla diffusione dell'aviaria? Gli scienziati e i ricercatori alimentari da tempo battono la grancassa sul fatto che il pericolo non esiste, eppure la gente - COMPRESA QUELLA DI SINISTRA, CARO MAURO - non compra il pollo, per la semplice ragione che, a torto o a ragione, non crede agli scienziati. La gente, a torto o a ragione, teme che i messaggi tranquillizzanti nascano dalla necessità di salvaguardare i posti di lavoro, cui verrebbe sacrificata la salute del cittadino, quindi non compra il pollo e se ne strafrega dei messaggi tranquillizzanti degli scienziati.
    Trasferiamo adesso questo stato d'animo sul caso Storace. Il problema, caro Mauro, non è l'indifferenza dei berlusconiani ai problemi della giustizia. Il problema è la scarsa credibilità dei nostri magistrati. Io sono un berlusconiano - lo sono diventato in questi giorni, dopo mesi di duro travaglio - e le assicuro che non sono insensibile ai temi della giustizia, ma non credo a questi magistrati. Come posso credere a una magistratura rappresedntata da D'Ambrosio, che prima ostacola le indagini sui DS per le tangenti rosse, credendo a Greganti, e poi aspetta di andare in pensione per iscriversi alle liste elettorali dei DS? Come posso credere a una magistratura quando certi casi vengono conservati nel cassetto per poi farli esplodere in piena campagna elettorale?
    Io sono sensibilissimo ai temi della giustizia, e se Storace è coinvolto nel caso di spionaggio è giusto che paghi. Ma so anche che mi trovo di fronte a una magistratura ostile al governo, che a suo tempo ha indagato solo su una parte dello schieramento politico, lasciando totalmente perdere il discutibile comportamento della controparte.
    Così come non credo agli scienziati che mi dicono di mangiare la carne di pollo, non credo a questi magistrati, perchè temo che le loro tesi siano basate su un pregiudizio. Se avessi visto a suo tempo un comportamento equo da parte della Magistratura verso tutti i partiti coinvolti in Mani Pulite, se avessi visto i DS trattati come il Psi e De Mita trattato come Forlani, oggi crederei a questa Magistratura. Ma non ci credo, come non credo all'allarmismo di Umberto Eco (che per me è uno dei tanti pseudo intellettuali organici della sinistra) e non credo all'allarmismo di Montezemolo, perchè penso che la Fiat sia la prima responsabile del disastro economico in cui si trova.
    Ecco perchè sto dalla parte di Berlusconi. Non mi è mai piaciuto l'accanimento del sistema contro una persona sola, anche se questa persona fu a suo tempo un figlio prediletto del sistema. Ma una parte della borghesia, quella stessa parte che a suo tempo ha coccolato Berlusconi, oggi ha deciso di cambiare strategia, pensando che sia più conveniente farsi proteggere dalla magistratura di sinistra e dall'alleanza con quelli che ancora una volta stanno per diventare "sindacati di regime". Sto con Berlusconi perchè a me gli avvoltoi che girano intorno ai moribondi in attesa che tirino le cuoia non sono mai piaciuti. Sto con Berlusconi proprio per amor di giustizia, perchè in questo momento è più debole. Mentre lei, dottor Mauro, sta dalla parte di Montezemolo e della Confindustria. Ognuno si tenga gli alleati che si merita.
    Ciao
    Elios
    Berlusconi un tempo fu figlio prediletto del Sistema partitocratico. Adesso egli stesso si è fatto Sistema. E questo sistema non piace a chi o s'assogetta oppure resta ai margini dello stesso. Ceausescu è il paragone calzante con il sistema di potere allestito dal tuo caro Silvio.

 

 
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