Dal sito SANTI E BEATI:
San Remigio di Reims, Vescovo
13 gennaio
Laon (Francia), ca. 440 - Reims (Francia), ca. 533
Etimologia: Remigio = che sta al remo, rematore, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Fiala d'olio
Martirologio Romano: A Reims sempre nella Gallia belgica, ora in Francia, deposizione di san Remigio, vescovo: dopo che il re Clodoveo fu iniziato al sacro fonte battesimale e ai sacramenti della fede, egli convertì i Franchi a Cristo e, dopo oltre sessant’anni di episcopato, lasciò questa vita ragguardevole per santità.
Martirologio tradizionale (1° ottobre): San Remigio, Vescovo di Reims e Confessore; il quale si riposò nel Signore il tredici Gennaio, ma in questo giorno principalmente si festeggia per la traslazione del suo corpo.
(13 gennaio): Così pure a Reims, in Francia, il natale di san Remigio, Vescovo e Confessore. Egli convertì a Cristo il popolo francese, avendo prima battezzato e iniziato ai misteri della fede il suo Re Clodoveo. Essendo vissuto molti anni nel Vescovato, illustre per santità e gloria di miracoli, passò da questa vita. La sua festa però si celebra principalmente il primo Ottobre, solennità della traslazione del suo sacro corpo.
Nato cittadino romano, Remigio vede crollare nel 476 l’Impero di Occidente e sparire il dominio di Roma nella sua Gallia, che passa in mano alle tribù barbariche di Burgundi, Alamanni e Visigoti. Sul finire del V secolo, il popolo germanico dei Franchi occupa via via il Paese, al quale darà infine anche il proprio nome: Francia. Remigio appartiene al ceto dei gallo romani, legati da generazioni alla cultura latina, da cui ora provengono molti uomini di Chiesa. Viene acclamato vescovo di Reims prima di compiere i trent’anni, e un suo fratello di nome Principio sarà vescovo di Soissons.
All’epoca, la Gallia è un arcipelago di isole e isolette cattoliche, in un mare formato da Burgundi e Visigoti di fede ariana, mentre le campagne sono ancora pagane, come a loro modo pagani sono anche i Franchi, condotti in Gallia dal re Childerico. Meno evoluti degli altri popoli, i Franchi sono però dei grandi combattenti (non portano elmo né corazza) e hanno reso buoni servizi militari a Roma in passato.
Morto nel 482 Childerico, gli succede il figlio Clodoveo quindicenne. A lui Remigio, vescovo cattolico in territorio franco, scrive lettere rispettose e insieme autorevoli. Una di esse dice: "Vegliate a che il Signore non distolga lo sguardo da voi. Consigliatevi con i vostri vescovi. Divertitevi con i giovani, ma deliberate coi vecchi". Da un lato lo ammonisce, dall’altro riconosce la sua sovranità: un muoversi anche da politico, che è inevitabile per Remigio, "evangelizzatore a vita" tra i Franchi.
E’ un aiuto prezioso per Clodoveo, perché favorisce l’adesione degli altri vescovi e dei gruppi galloromani. Così il re giungerà a essere padrone del Paese, dopo la vittoria del 507 a Vouillé sui Visigoti, dando così l’inizio alla dinastia dei Merovingi. Ma non c’è soltanto la politica. Su di lui influisce fortemente in senso religioso la moglie Clotilde, che è già cattolica; influisce Remigio, che lo istruisce personalmente nella fede. E molti atti successivi del re Clodoveo rivelano una religiosità personale autentica. Si arriva così al suo battesimo, per opera del vescovo, a Reims, in un giorno di Natale di un anno incerto. Alcuni sostengono fosse il 497. In un’iscrizione della fine del XV secolo a Reims si legge: "L’an de grace cinq cent le roy Clovis – receut a Reims par saint Remy baptesme". Saremmo allora al 500.
Ma dopo quel Natale, quale che sia, riprende il lungo, feriale lavoro di Remigio per annunciare il Vangelo a chi non è re né principe; senza poeti e cronisti al seguito. Una fatica durata quasi settant’anni, secondo una tradizione. Un’immersione totale nei suoi doveri, oscuramente portata avanti, e di cui si parlerà soltanto dopo la sua morte, quando Remigio sarà acclamato santo direttamente dalla voce popolare.
Autore: Domenico Agasso