In Italia abbiamo il Grande Fratello, la Fattoria, l'Isola dei Famosi... e da prima di cominciare a guardarli, quando furono introdotti nei nostri palinsesti, già non se ne poteva più. Ormai anche il dibattito tra gli intellettuali che storcono il naso e quelli che invece trovano il tutto, sociologicamente, molto indicativo, si è sempre più affievolito, così come il pubblico di fedelissimi che una volta non si perdeva una puntata.
Ma non in tutto il mondo è lo stesso. Anzi, ultimamente si è verificato un fenomeno, in Cina, che dovrebbe aprire una riflessione di livello straordinariamente profondo. Il fatto è questo: nel 2005 ben 500 milioni di telespettatori hanno votato per l'elezione (democratica) di Supergirl, la protagonista di un reality su format americano, importato dalla rete dello Hunan, un provincia piuttosto povera ed arretrata. Il successo della Hunan Tv è stato clamoroso ed ha surclassato e reso mediocre anche l'andamento della principale tv di stato, la Cctv, portando i telespettatori ad inviare sms fino alla vittoria di Li Yuchun, ragazzina spigliata e autodefinitasi «ribelle».

La prima problematica, in una dittatura, per questo (per noi) semplice fatto, è relativa ai rapporti con i clientelarismi della tv di stato. La piccola emittente dello Hunan (che ormai tanto piccola non è più) si appresta a replicare il programma, con la promessa di avere un'audience ancora maggiore ed il canale centrale che trasmette proclami politici e servizi di stato non è del tutto soddisfatto di questo lassismo del governo. Di contro, la seconda problematica, che è anche quella principale, investe appunto l'attività del governo: il partito comunista in Cina è stato, da sempre, il più abile a camuffarsi, il più astuto e falso con gli stranieri. Ha saputo in passato far uscire notizie su giornali occidentali che gli tornassero comode nella politica interna, ha manipolato o tenuto buona l'opinione pubblica non solo del suo miliardo e mezzo di cittadini, ma anche degli altri miliardi di cittadini del mondo. Ed un partito così avveduto, tanto da riuscire ad avvantaggiarsi dell'economia di mercato e della globalizzazione (quello che i sovietici avevano totalmente fallito) non si ferma di sicuro dinnanzi ad un programma televisivo. Analisti ed esperti hanno individuato nel «voto libero e democratico» un primo spiraglio per la democrazia, un primo cambiamento di forma mentis. In realtà il regime si trova ora tra le mani uno strumento nuovo e grandioso per condizionare le masse, così come ha sempre fatto, ma puntando su un nuovo elemento. E qui si arriva al terzo punto: il tenore di vita ed il diritto al divertimento ed allo svago.

Un reality show può essere un estremo strumento di libertà, può essere il modo di vedere come qualcuno pensa ed agisce nella sua intimità. Ma può anche essere manipolato e usato come droga per quanti oggi si trovino ad avere un atteggiamento più positivo nei confronti del futuro. Il tenore di vita è aumentato sensibilmente in molte aree grazie alla politica economica di breve raggio (e di pirateria internazionale) attuata dal governo, e la gente si interessa sempre meno delle problematiche politiche, della lesione dei diritti e di questioni similari. Si sta creando un assurdo per cui girano in Internet foto di un cadavere di neonata buttato per strada e centinaia di passanti che fanno finta di nulla, che non chiamano neppure i soccorsi (le bambine vengono considerate prive di valore in molte regioni, soprattutto a causa della legge sulla limitazione delle natalità), mentre le grandi metropoli assumono l'aspetto di città statunitensi e i cronisti inviati dai giornali riportano notizie di una rinnovata democrazia e libertà.

Il fenomeno è di complessità assoluta, ma è importante non lasciarsi convincere da un regime che teme di perdere il proprio potere e cavalca l'onda della globalizzazione. Probabilmente, di tutta la faccenda, a Pechino si stanno interessando soprattutto dei possibili risvolti di esportazione cinematografica e televisiva (dai format ai programmi veri e propri) verso tutto il resto del mondo. Di fatto, già tutta l'area del Sud Est Asiatico, segue con interesse e subordinazione la strada battuta dalla Cina. Forse, agli occhi dei governanti del regime dittatoriale, i prossimi obiettivi saranno i telespettatori europei e statunitensi, la nuova frontiera della manipolazione affinché tutto sembri nuovo e nulla cambi.

Paolo