Originariamente Scritto da
fedalmor
Io non credo che la contestazione al sistema possa passare attraverso la logica degli
"opposti estremismi", né per la guerriglia urbana. Detto questo, a Milano non si è visto nulla di tutto ciò: non c'è stata alcuna matrice rivoluzionaria, né una propria intenzione politica, nell'azione sconsiderata degli anti-fascisti. Eh, già... perché non sono altrimenti definibili: anarco-insurrezionalisti? Centri sociali? Autonomi? Comunisti? No, di certo. Comunque si auto-definiscano, ieri erano soltanto
"anti-fascisti". Il ché - di per sé - è ridicolo. Come sarebbe ridicolo indire una contro-manifestazione anti-comunista, da parte nostra. Ma ciò che più mi ha infastidito, di quella scorribanda convulsa, non sono certo i metodi, né gli obiettivi. Bensì, le contingenze. Uno sprezzante gnosticismo spicciolo, che arriva a privare d'ogni dignità la vita e l'incolumità di quelle
"masse" che le falangi pseudo-bolsceviche ritengono d'interpretare - come unici interlocutori - con le proprie azioni, messe in pericolo dalla dissennatezza d'(in)utili idioti, servi di quello stesso sistema che ritengono di combattere. Si muovono sporadicamente e senza alcuna reale ed efficace finalità, colpiscono l'uomo della strada e
"rischiano" - forse addirittura inconsapevolmente - di fare una strage di bimbi. Cui prodest? Bruciare un'utilitaria (presumibilmente acquistata con un leasing), aggredire una ragazzina, mandare a fuoco un'edicola... sarebbero, queste, mosse anti-sistema? E, allora, perché questi sedicenti
"rivoluzionari" non bruciano le antenne delle televisioni? Perché non abbattono i ripetitori dei telefoni cellulari? Perché non occupano gli stabili dei palazzinari per dare una casa ai senza tetto? Perché non espropriano la barca di D'Alema e gli immobili di Agnelli? Non danneggiano il capitalismo, non colpiscono l'alta finanza, non boicottano i mass-media, non combattono (se non a parole) le multinazionali... dovremmo, forse, applaudire?