La classi dirigenti laiciste e nichiliste al potere in vari Paesi europei, in primis quella che fa capo a José Luis Rodriguez Zapatero in Spagna, stanno cercando sempre più, con il favore dei mass-media, di imporre una "promozione" dei diritti delle minoranze, non solo ignorando, ed anzi dando addosso, alle legittime esigenze e tradizioni delle maggioranze, ma anche violando sempre più brutalmente, con "leggi" che non trovano nessun fondamento nella realtà, valori e beni di grande valore simbolico. Seguendo il parallelo presente nell'ultimo saggio di Francesco Mario Agnoli ("Antigone contro la democrazia zapatera", Edizioni Solfanelli), tali valori e beni, incarnati da Antigone, il celebre personaggio mitologico che ha ispirato le grandi tragedie di Sofocle, sono di nuovo potentemente attaccati da nuovi tiranni non meno pericolosi di quello di Tebe, nel minacciare le "non scritte ed incrollabili leggi dei Celesti, che eterne vivono e niuno conosce il dì che nacquero".
Oggi infatti, di fronte ad Antigone, si erge l'ultima incarnazione della democrazia (definita giustamente dall'autore in relazione al modello socialista spagnolo) che, inquinata dal relativismo etico, pretende di attribuire valore universale al proprio meccanismo maggioritario e far coincidere la giustizia con la mutevole volontà delle maggioranze secondo lo slogan zapateriano: "In una democrazia, giusto è quanto la maggioranza rende tale". In questo, Zapatero si pone nella sequela dei totalitarismi del XX secolo che per primi hanno dato piena attuazione ad un rifiuto dell'esistenza di principi appartenenti ad un ordine universale ed eterno che nasce invero con l'affermarsi della modernità: "Napoleone è il capofila di una numerosa schiera di tiranni moderni, in qualche misura tutti convinti assertori di varie ed aggiornate forme di assolutismo laico che, pur nelle contingenti diversità, condividono il punto essenziale dell'esclusione di qualunque ordine superiore a quello stabilito dall'ordinamento dello Stato attraverso un sempre variabile sistema di leggi positive".
Nel misconoscimento del diritto naturale e dei "diritti delle maggioranze" risalta tutta la crisi dell'Europa, e la spiegazione dell'attuale disaffezione popolare alla politica e ai politici. Certamente ben pochi sospettavano che il meccanismo democratico si prestasse assai meglio degli strumenti a disposizione della tirannia a realizzare il sogno dei Creonte di ogni tempo: il rifiuto di un superiore ordine universale e la sua sostituzione con norme sempre sostituibili da chi le ha poste. "In realtà - ricorda opportunamente Agnoli - filosofi, storici, giuristi, politologi sono da sempre consapevoli che il principio essenziale della democrazia, la sovranità popolare, ed il suo tradursi in un metodo, nel quale si esaurisce la sostanza democratica, hanno (...) un volto oscuro, quello che ha partorito, fin quasi dall'origine il gemello malvagio della democrazia, il giacobinismo e, in seguito, il bolscevismo e ha sempre in serbo nel proprio seno la cosiddetta tirannia della maggioranza".
Fonte: CORRISPONDENZA ROMANA