Il Gazzettino Mercoledì, 15 Marzo 2006
MONSELICE È successo a un gruppo di giovani polacche, ora sostenute dal sindacato Flai-Cgil. Bergamin: «Ci siamo rivolti al sindaco»
Chiedono l'aumento, cacciate e sfrattate
Quattro euro l’ora per raccogliere il radicchio, con turni di lavoro fino a 12-14 ore, alla ditta Queruli di San Cosma
Monselice
Hanno avuto la brillante idea di farsi assistere dal sindacato nelle loro rivendicazioni salariali. Da un giorno all'altro si sono ritrovate per strada. Non solo. A breve dovranno lasciare libero anche l'alloggio messo a disposizione dal titolare.
È una storia d'altri tempi quella in cui si sono cacciate quattro ragazze polacche, di età compresa tra i 25 e i 27 anni, in possesso di regolare permesso di soggiorno, da un anno e mezzo alle dipendenze dell'azienda agricola di San Cosma, di proprietà di Paolo Queruli.
Pur di riuscire ad inviare qualche soldo alle rispettive famiglie in Polonia, il quartetto si è adattato a svolgere un lavoro massacrante con una misera paga. Anna, Beata, Marta e Anna Katarzyna si sorbiscono ritmi da dodici a quattordici ore al giorno nella raccolta, pulitura e confezionamento del radicchio destinato ai mercati generali.
Percepiscono in media 800-850 euro al mese. Nel contratto di assunzione si fa riferimento ad un orario di 160 ore mensili. Di norma ne garantiscono almeno il doppio. La paga oraria ammonta a 4 euro.
All'inizio di quest'anno le quattro ragazze polacche hanno provato a chiedere un aumento.
Si sono sentite rispondere che la retribuzione avrebbe potuto scendere a 3 euro l'ora. È a quel punto che Anna, Beata, Marta e Anna Katarzyna si sono rivolte al sindacato.
Della questione si è occupato Delfino Bergamin, segretario generale della Flai-Cgil. «Ho posto il problema dell'adeguamento della retribuzione - racconta - ma mi è stato risposto picche. La campagna 2006 del radicchio non sta avendo risultati incoraggianti.
Non sono quindi possibili aumenti».
Il titolare non si è accontentato di chiudere la porta in faccia al sindacalista, ma ha intimato alle quattro straniere di andarsene. Era il 17 febbraio.
Da allora ogni tentativo di mediazione si è rivelato inutile. La frattura appare insanabile. Lo dimostra la missiva inviata alle quattro lavoratrici dal legale dell'azienda agricola Queruli, l'avvocato Daniela Capuzzi.
Si annuncia l'apertura di un procedimento disciplinare per assenza ingiustificata dal lavoro a partire dal 17 febbraio e si intima alle ragazze di lasciare entro un paio di settimane l'alloggio di via Ponticelli.
«Ci siamo rivolti al sindaco perchè si faccia carico di questa situazione - informa Bergamin - Le ragazze non sono nelle condizioni di rientrare in patria. Non hanno i soldi nemmeno per il pullman. Se non sarà possibile reintegrarle al lavoro faremo l'impossibile per recuperare almeno tutte le loro spettanze».
Luca Ingegneri