Originariamente Scritto da
Bèrghem
Nella penna di Volontè il ritorno dell’orgoglio cattolico
Un titolo che suona come una rivendicazione, la rivendicazione della nobiltà della discesa in campo, della battaglia di idee, dell’impegno civile. In Politica militante, agile volumetto edito da Rubbettino, il parlamentare dell’Udc Luca Volontè riesce nella non sempliccissima impresa di ridestare l’orgoglio politico dei cattolici italiani. E ci riesce con il fascino di una retorica accesa, appassionata e talvolta provocatoria tutta tesa alla difesa di quei valori e quelle radici cristiane ripudiate dall’Unione Europea e in patria aggredite culturalmente dalle spinte laiciste, relativiste e ultra-positiviste. Introducendo una lunga serie di editoriali scritte da Volontè per i maggiori quotidiani italiani nell’ambito del dibattito su ricerca scientifica, aborto, famiglia e dialogo interreligioso, spiega bene la situazione Antonio Socci. «Siamo la prima generazione cattolica post-democristiana - scrive il giornalista - E trovandoci per la prima volta dopo mezzo secolo ad essere minoranza e opposizione ci si sono presentate due strade alternative: inventarsi un nuovo modo cattolico democratico di essere cultura di governo e di opposizione seguendo Don Sturzo nell’alleanza con il pensiero liberale, oppure accodarsi al pensiero dominante politically correct della sinistra». Fiero avversario dei buonismi relativisti e annacquatori delle identità, Volontè è per Socci l’emblema della scelta massimalista, tradizionale e in certa misura conservatrice richiesta da tempi sui quali si allunga l’ombra di un pericoloso scontro di civiltà tra Oriente e Occidente. Per ingaggiare una tale battaglia occorrono coraggio, perseveranza, fiducia e buoni argomenti. Soprattutto, però, occorreva un segnale di incoraggiamento. E questo segnale, secondo Socci e Volontè, è provvidenzialmente arrivato dalla vittoriosa battaglia del referendum sulla legge 40. Un evento storico che alla generazione degli eredi di De Gasperi rivela “che si possono vincere grandi battaglie di costume anche se non c’è più la Dc, che si possono vincere anche con mezzi assolutamente impari e che l’Italia non è più quella degli anni Settanta come Pannella voleva far credere”. Buoni auspici di una sfida epocale.
La Terronia-Pappagonia-Berlusconia-Andreottonia, 17 marzo 2006